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Le “Canzoni di Natale” di Maurizio Blatto hanno tutto un altro suono

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Premetto subito che tutto l’immaginario “grinchiano” mi dà un fastidio impossibile da descrivere, anche più di quello più puramente natalizio. Perché a me del Natale non frega un beneamato, eppure l’opposto, quello che se sei “alternativo” devi essere come il personaggio portato sul grande schermo da Jim Carrey suona come la famigerata “cagata pazzesca”.

Ciò detto, pur non andando in brodo di giuggiole per il 25 dicembre e non patendo in alcun modo le canzoni di Natale, mi sono comunque avventurato nella lettura di, manco a dirlo, “Canzoni di Natale” di Maurizio Blatto. Perché l’ho comprato? È la sindrome del “produttore” che mi ha seguito per tutta la vita. Mi spiego meglio: quand’ero ragazzino vedevo un album prodotto da questo o quel produttore e, magari anche non conoscendo la band, compravo il disco a scatola chiusa e raramente sbagliavo. Accade la medesima cosa coi libri e nello specifico questo. Potenzialmente potrebbe non fregarmene di meno, d’altronde il tema non mi è affatto caro, però è scritto da Blatto e dunque eccomi a comprarlo ma, soprattutto, divorarlo.

La storica penna di “Rumore” è per me un’isola felice, anzi, un quartiere felice. Il suo modo di scrivere e descrivere la musica che è ben oltre che tutta la sua vita, oltre la religione e il credo, oltre e basta, è un mondo confortevole, fa sentire compresi i malati di musica come me, quelli che quando vanno in una città che non conoscono anziché il percorso di monumenti, chiese e musei si fa quello dei negozi di dischi. Stesso dicasi per il mondo innevato della festività in oggetto. Ogni racconto è infuso di spirito natalizio, fa crogiolare in un calore interiore mentre fuori tutto gela, le canzoni si susseguono sull’onda dei ricordi, veri o artefatti ma sempre verosimili. Bisogna crederci, come si crede a Santa Claus. Narrazioni crepitanti e casalinghe o viaggi Oltreoceano in luoghi lontani nello spazio e nel tempo, parchetti post-prandiali pregni del disagio che solo chi ha vissuto la periferia (di città o dell’Impero, poco importa) può comprendere appieno. Blatto riesce a renderli tridimensionali e, nel mentre, infarcisce il tutto di nozioni discografiche da enciclopedia vivente, tra cose note e altre molto meno, in modo tutto tranne che didascalico. Che poi è il suo forte.

Alla fine ho pure ascoltato i brani con meno irritazione del solito (a parte Tom Waits, ma questa è un’altra storia). Buttate nel cesso il whamageddon, anzi, leggetevi il capitolo dedicato all’abusato pezzo degli Wham! e sparatevi una fetta di pandoro/panettone senza tante storie.

Autore: Maurizio Blatto
Uscita: 03/11/2022
Editore: ADD Edizioni
Pagine: 185
Prezzo: € 18

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