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Al luna park letterario di “Beastie Boys Il Libro” l’ingresso è libero, l’uscita non necessaria

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Che i Beastie Boys siano stati la più grande anomalia del mondo mainstream di tre interi decenni o poco più è un dato di fatto, così come lo è che abbiano fatto da testa di ponte per tutta una o più generazioni di musicisti che non avevano la benché minima intenzione di farsi incasellare in questo o quello angusto spazio nello sterminato mondo della musica alternativa (e non) contemporanea. Hanno mostrato la via dall’alto della montagna, in favore di telecamera quando necessario ma, soprattutto, tre le mura dello studio di turno.

Vivendo al confine dei mondi, quello su cui campeggiava il logo di MTV e quello dei palchi più lerci d’America (e del mondo intero) ha permesso ad Adam Yauch, Adam Horovitz e Michael Diamond di avere e dare un punto di vista completamente differente alla musica propria e altrui, anzi, a intere culture che vivevano ad un neighborhood di distanza o poco più, a New York, questo è chiaro, ma pure altrove. L’occhio del trio ha spaziato oltre cortina di ferro erta tra i generi, sconfinando senza che le sentinella di questa o quella fazione sparassero un solo colpo, anzi, accogliendoli ora di qua ora di là.

Yauch, conosciuto come MCA, è mancato nel 2012, troppo presto, impedendo al mondo di vedere i Beastie Boys crescere ancora, come non avevano mai smesso di fare. Sei anni dopo Mike D e AD Rock hanno deciso di dare alla luce il memoir definitivo intitolato, molto semplicemente, “Beastie Boys Book”, ma solo a dieci dalla scomparsa di quello splendido musicista esso approda sugli scaffali delle librerie italiane, e credo che un motivo ci sia se c’è voluto tanto tempo per tradurlo. Avendolo io letto in inglese mi sono reso conto che tradurre una tale mole di slang e parole, senza snaturarne i significati, doveva essere un lavoro a dir poco mostruoso. Eppure eccoci qua. Un libro che è qualcosa di più, colorato all’eccesso, pieno zeppo di fotografie di ogni genere, disegni e addirittura mappe ci perviene nella nostra lingua così come è stato congegnato. Un lavoro sopraffino per il team messo assieme da Rizzoli.

(c) Spike Jonze

Così come i BB anche la loro autobiografia fa da ponte tra i mondi. Quando a raccontare sono i diretti interessati lo spasso è assicurato. Dalle parole trasuda tutta l’anomalia di un progetto nato hardcore, trasmigrato nelle discipline hip hop ed evoluto in qualcosa di totalmente inafferrabile. Più ci si addentra nella lettura e più si sente l’odore/il fetore delle strade di NYC, animate da personaggi brutali e amichevoli, da concerti di Bad Brains, Black Flag e dei Public Image Ltd. (e fa sorridere che il racconto di questo live finito decisamente male ritorni paro paro in un altro memoir, quello di Kim Gordon, altra Signora della Grande Mela e amica dei tre), le scorribande al fianco dei tre mentori Run-DMC intrappolate anche in un fumetto, i viaggi losangelini e le registrazioni fuori dal comune, il tour con Madonna, i festival di beneficenza costruiti dal nulla da Yauch e i casini legali, comparse fulminee di Butthole Surfers e una marea di personaggi tutti sopra le righe. Il tutto senza pietà per se stessi o per il resto del mondo, prendendosi le proprie colpe, come il sessismo imperante di “Licensed To Ill”, le cui scuse già giunsero nei ’90, insomma prima che fosse obbligatorio scusarsi per essere delle teste di cazzo, e come bonus un capitolo anomalo sottotitolato “Odiamo il sessismo | Ci piacciono i Beastie Boys. | è una contraddizione?” a firma della scrittrice e attivista Ada Calhoun, un’analisi estremamente lucida di un determinato fenomeno.

Le incursioni esterne valgono tanto quanto, a volte pure di più: da Spike Jonze, lente e occhio del gruppo da sempre e per sempre, a YoshimiO, regina noise dei Boredoms, fino a pezzi da 90 se non 100 come il regista Wes Anderson o lo scrittore Colson Whitehead e perfino un ricettario a tema redatto da Roy Choi, famoso chef nativo coreano che si lancia nella creazione di un menù a tema Beasties da cui potrete imparare a “cucinare con ritmo”. Non è roba che troverete altrove, ed è questo il bello di questo assurdo luna park letterario.

In pratica, come i loro album, un libro allucinatorio, impregnato dalla prima all’ultima pagina dello spirito unico del crossover, una realtà sempre più diafana ma che ha cambiato il mondo per sempre. Quantomeno quello dell’arte.

Autore: Adam Horovitz, Michael Diamond
Uscita: 15/11/2022
Editore: Rizzoli
Traduttori: Marta Blumi Tripodi, Andrea Coclite, Michele Dalai, Paolo Falcone
Pagine: 590
Prezzo: € 40

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