Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Høstsol – Länge Leve Döden

2023 - Avantgarde Music
black metal

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. As Seen Through The Eyes Of The Prophet
2. Det som en gäng var (det kommer aldrig igen)
3. Din skördetid är nu kommen
4. Länge leve den ansiktslöse mördaren
5. Parallellt dubbelliv


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Il progetto Høstsol attraversa tutta la Penisola Scandinava raccogliendo a sé le migliori menti (alcune di esse anche le più contorte) delle diverse scene black metal che l’hanno creata e fatta sopravvivere fino ai giorni nostri.

Tor-Helge Skei – anche se in questo caso sarebbe meglio utilizzare il suo nome di battaglia Cernunnus – con i suoi Manes sembrava averla abbandonata in favore del suono natio di Bristol, la voce abissale di Niklas Kvarforth degli Shining svedesi assieme a Kalmos e Rainer Tuominkanto (rispettivamente ex-Barathrum e Ajattara) si riuniscono per rinfocolare la nera fiamma del metallo proveniente dalle spettrali foreste del Nord del mondo e per farlo si immergono da capo a piedi nelle acque gelide di quella che fu la seconda ondata di un genere che ha spinto così tanto in là il proprio essere da, inevitabilmente, tornare indietro alle proprie origini.

Se la materia black metal si è spesso sposata con soluzioni d’avanguardia, infatti, a volte non dimentica le proprie origini e così fa il viaggio a ritroso. Non è però il viaggio che fanno i Darkthrone da qualche tempo a questa parte, il cui suono è debitore al passato da loro stessi creato ad uso e consumo dei cultori del genere, semmai si fa forte di wall of sound demoniaci, una produzione roboante e potente al punto giusto, perché è così che suona “Länge Leve Döden”, che tradotto nella nostra lingua suona come “lunga vita alla morte”. Un po’ scontato, forse, ma che ben descrive quanto il quartetto porta in dote.

C’è tutto il classico ricettario blackster ma anche qualcosa in più, un oltremondo che non molti “trve” sarebbero tanto coraggiosi da esplorare. Länge leve den ansiktslöse mördaren, dopo un inizio crudo e marcescente va a gettarsi in una gola melodica in cui il basso svetta e osserva dall’alto l’architettura melodica che Cernunnus costruisce su basi darkwave di gelida fattura lanciato in un crescendo infestante e rigonfio, non purulento n venefico, ma imperioso e investito di imponente grandeur. D’altro canto Det som en gäng var (det kommer aldrig igen) è un proiettile oscuro che racchiude in sé la spirale discendente di una violenta tradizione (il titolo d’altronde si rifà al disco capolavoro di Burzum) infettata da linee di synth che pervertono l’entità fino a quel momento rievocata. Se restiamo in casa del Conte troviamo il mid tempo abbacinante che permea Din skördetid är nu kommen, vera e propria hauntology spettrale che in quasi nove minuti richiama a sé tutti i fantasmi delle foreste che circondano i centri abitati della Scandinavia tutta, impreziosita da un assolo a quattro corde che farebbe la felicità dello Steve DiGiorgio Death-era.

MVP di questa partita massacrante risulta essere Kvarforth con la sua ugola luciferina, tra grida lancinanti e voce piena di piombo, si lancia senza timore in un lavoro di rasoio che incide l’intero album in lunghe linee bellicose che formano un disegno il cui aspetto lovecraftiano (è questo l’effetto che fa) fa gelare il sangue nelle vene.

Il senso di sospensione che permea questo debutto è infatti di quelli che solo nell’orrore di realtà liminali si troverebbe. Nulla di nuovo sotto il Sole, sì, ma non è di certo il tepore della nostra stella che si va cercando se ci si approccia a tanto furore.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni