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The xx – Coexist (10th anniversary edition)

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Ero seduta a casa sapendo che le persone ci avrebbero ascoltati e cosa avrebbero detto. Ma, in piena notte, quando scrivevo, tornavo a scrivere di me. E questo è un bene. Perché dobbiamo cantare queste canzoni per un po’, quindi è davvero importante sentirsi vicini ad esse, sentire che sono vere. 

Furono queste le parole con cui Romy Madley Croft, chitarrista degli xx, descrisse la scrittura di “Coexist”, secondo capitolo di una parabola discografica di spessore, seppur non particolarmente prolifica. Quel disco ha compiuto dieci anni pochi mesi fa, a settembre, e per l’occasione, la band londinese ha scelto di celebrarne l’anniversario con una ristampa in vinile disponibile dal 13 gennaio. Si tratta di un’edizione deluxe già pubblicata sulle piattaforme digitali che comprende anche le versioni live di tre brani presenti nella tracklist, ma anche di un’occasione per riscoprire il lavoro (forse) meno immediato dei tre finora pubblicati come xx.

La band aveva debuttato nel 2009 con un album che raccolse subito un notevole consenso dalla stampa di settore. “xx” aveva la capacità di proporre una declinazione dell’indie pop piuttosto originale, riusciva ad accogliere elementi anche dallo shoegaze, dall’R&B e influenze post-dubstep. Al disco seguì un intenso tour che vide la band calcare anche palchi importanti in giro per l’Europa e che venne interrotto solamente per gli impegni solisti dei membri; poi, nel 2010, dopo l’abbandono di Baria Qureshi, il quartetto divenne un trio e un anno dopo gli xx aprirono un proprio studio di registrazione a Londra. Fu qui che vide la luce in poco più di sei mesi “Coexist”, un disco che seppe inserirsi nel solco già tracciato dal debutto, interpretando un’evoluzione che non necessariamente è stata quella più prevedibile, ma che riuscì a conquistare per la sua urgenza e la notevole carica espressiva.

Photo: Alexandra Waespi

La ricerca di “Coexist” è orientata a un sound più minimale e rarefatto e l’impatto con Angels è, in tal senso, folgorante: tastiere elettroniche a disegnare un’atmosfera sospesa, l’ingresso sensuale di Romy Madley Croft, con la voce al centro, sino a diventare mero scheletro di un brano dove intorno si stagliano solo tiepidi rintocchi elettronici, fra indie pop, post rock e dream pop. La lenta cavalcata gravitazionale di Chained, su un beat ovattato, racconta la sofferenza di una coppia per la distanza con il duetto RomySim, mentre Fiction rallenta ulteriormente, ma trova delicati crescendo in progressioni armoniche dolci, dilatazioni elettroniche e una chitarra che vuole somigliare a un’arpa. Più avanti si scorgono altre influenze, sempre educatamente inserite in strutture che trovano la propria forza nell’essenzialità: quelle dance, nel momento in cui Jamie xx veniva rapito dall’house di Chicago, ma mai col desiderio di offrire alla gente materiale per ballare, il reggae filtrato dal pop degli UB40, un cantato spesso ispirato dal soul.

I loop sintetici di Try, disegnati da Jamie xx anche con strumenti non convenzionali, sono la culla per un altro duetto di grande sensibilità, e Reunion, quasi un remix di Jamie xx di parti di chitarra, basso e voce, sfocia in un lieve pulsare techno, oltre che in un ostinato e allucinato “did I / see you / see me / in a new light” che sfuma solo nel finale, lasciando che il brano si leghi quasi indissolubilmente a Sunset, l’episodio dal passo più sostenuto all’interno di “Coexist”, ancora tanto rarefatto dal lambire l’intangibile nella fase centrale, ma sempre caratterizzato da ritmi ipnotici e da beat, rigorosamente ovattati, che non si collocano a molta distanza dall’UK garage meno spinto. Sono fra le tracce più evidenti di un’ispirazione che arriva anche dalle esibizioni soliste di Jamie xx, ma resa funzionale a una visione d’insieme che insegue altre traiettorie e altre pulsioni. Missing, per esempio, diventa una struggente riflessione sull’isolamento e sulle rotture, con le due voci a scambiarsi i ruoli: da un lato il canto, dall’altro un gemito lamentoso sullo sfondo. Le sinuosità del basso indirizzano Tides verso il canto della rassegnazione e verso il finale di “Coexist”, con un altro notevole trittico di brani.

Prima Unfold, che crea tensione attraverso pause e ripartenze, diventando uno degli epicentri emozionali di un disco già emotivo di per sé, per musica e scrittura, seppellendo beat deep house sotto ricami chitarristici pieni e profondi, anticipando il trionfo sensuale e più dance-oriented di SweptAway, pur seguendo un incedere ancora downtempo, prima del sigillo finale, Our Song, in zona Sigur Rós, con feedback ancora tiepidi a descrivere un senso di ritrovata serenità nell’amore di un’amicizia.

Croft, Sim e Jamie xx hanno scelto versioni live di Angels, Chained e dell’accoppiata Reunion & Sunset per chiudere definitivamente il cerchio con un disco al quale hanno confessato di essere molto legati per il modo in cui le canzoni hanno fatto breccia nei fan, in base agli aneddoti da loro stessi raccontati alla band. Nell’attesa del ritorno xx, promesso recentemente anche da Sim, c’è materiale da riscoprire e riapprezzare.

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