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Ladytron – Time’s Arrow

2023 - Cooking Vinyl
synth pop

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Tracklist

1. City Of Angels
2. Faces
3. Misery Remember Me
4. Flight From Angkor
5. We Never Went Away
6. The Night
7. The Dreamers
8. Sargasso Sea
9. California
10. Time's Arrow


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Li abbiamo incrociati l’ultima volta nel 2019, quando diedero alle stampe il loro disco omonimo. A distanza di quattro anni tornano a trovarci i Ladytron, che in quanto a idee chiare non si sono mai mostrati deboli. “Time’s Arrow” è un ritorno al passato, l’ennesimo capitolo di una band fondamentale nel processo di restyling del movimento synth-wave anni 2000. Al contempo, la band è proficuamente orientata al futuro in quanto molto attiva sui maggiori video-social mondiali. 

Al centro del progetto artistico che da vita a “Time’s Arrow”, che fa sfoggio come sempre di eleganza sonora e visiva, ci sono la fragilità della cultura che circonda l’uomo e l’euforia di liberarsi da tutte le strutture che lo condizionano. Tra tastiere, sintetizzatori e sequencer, City Of Angels e Faces – i primi due singoli – sono la giusta introduzione, il traino più efficace del synth pop anni ’80 visto (e rivisto) dai ragazzi del duemila. Il revival prosegue con Misery Remember Me, ma stavolta il vecchio dancefloor non è un posto per scatenarsi ma scenario per una sognante ballad, dove le voci di Helen e Mira si fondono e si sciolgono su un ovattato tappeto elettronico.

L’ipnotica Flight From Angkor introduce quel filone di riadattamento – tanto cavalcato in passato dai Ladytron – dell’ala kraut-elettronica, che ha nei Kraftwerk i principali ispiratori del quartetto di Liverpool. A differenza delle voci robotiche di Hütter e Schneider, come noto, i Ladytron propongono un registro vocale ai limiti dello shoegaze, come in We Never Went Away

Un salto in avanti, nel tempo e nei bpm, lo facciamo con The Night, prima di rallentare di nuovo con The Dreamers, un lento a tinte oscure. La cinematica Sargasso Sea è un interludio quasi interamente strumentale, che introduce la doppietta finale composta dalla languida California e dalla titletrack, una sorta di bignami delle precedenti nove tracce.

La freschezza dei primi tempi inevitabilmente cala alla distanza, ma con “Time’s Arrow” i Ladytron mettono a segno l’ennesimo buon disco. Loro sono questi, non hanno bisogno di cercare altro, altrimenti in più di vent’anni di carriera e un numero di dischi (tra album, EP e raccolte) che ormai supera abbondantemente la doppia cifra lo avrebbero fatto da tempo. Di contro, come possiamo definire i loro fan? Nostalgici? Passatisti? Boomer? Molto di più: è gente che mastica Big Babol e mangia zucchero filato mentre ascolta musicassette nel walkman, quello con gli auricolari delle cuffie rivestite di spugna arancione. Adorabili.

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