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Misþyrming – Með Hamri

2022 - Norma Evangelium Diaboli
black metal

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Tracklist

1. Með hamri
2. Með harmi
3. Engin miskunn
4. Engin Vorkunn
5. Blóðhefnd
6. Aftaka


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Gennaio è il mese per fare ammenda di ciò che si è colpevolmente lasciato indietro col terminare dell’anno appena spentosi e quindi anche a me tocca un mea culpa bello grosso. Quantomeno per chi, come me, che dei Misþyrming è amante bene o male indefesso.

Fermi alla seconda uscita sulla lunga distanza del 2019, quell’”Algleymi”, che aveva in un modo o nell’altro scosso la comunità black un po’ ovunque, trattandosi oggettivamente di un pezzo pregiato del genere tutto, sempre più invischiato tra un passato che non vuole schiodarsi e avanguardie non sempre degne di questo appellativo, i quattro islandesi si dicono fermamente decisi, con il loro terzo album, a fare a pezzi tutto quanto. Nelle loro stesse parole:

Með hamriis a celebration of violence and excess. Arrogant, vitriolic, and with contemptuous disregard for your every sensibility, this album is our statement against all that is false and vain in today’s underground scene.

Poi aggiungono anche che non c’è un briciolo di ironia in quel che fanno, ossia una manifesta musica diabolica, e come dargli torto. Certo, spesso sparate del genere sono una sorta di deodorante che va a coprire il puzzo del fallimento di intenti, ma non è questo il caso. Nel 2022 Norma Evangelium Diaboli (e con un’etichetta del genere chi avrebbe coraggio di mettersi a fare dell’ironia e non ascriverla al mondo degli inferi?) ha licenziato un altro peso da svariate tonnellate sotto forma del nuovo Deathspell Omega, ma se già i colleghi francesi continuano nel loro di solco fatto di progressioni e volontà futuristiche D.G., G.E., T.í. e M.S. si fanno latori di quello che il verbo black ha da offrire nelle vestigia del proprio passato: una mattanza consumata in una notte senza luna né stelle. Un cliché, senza dubbio, ma è esattamente ciò che troverete da queste parti.

La violenza è eccessiva, tracotante, brutale e orripilante ma suona come se a lavorarla fosse uno scultore che ha visto troppo di una dimensione aliena per poter raffigurare ciò che i suoi strumenti creano. Ritmiche serrate che senza posa spazzano tutto il campo di battaglia su cui si abbatte il martello di cui parla il titolo dell’album, con incursioni nella materia più black’n’roll che fu propria dei Satyricon e qualche anfratto doom, si danno senza risparmio su ogni singolo brano, dall’ampio minutaggio e non un solo secondo è sprecato a cincischiare con rallentamenti o fronzoli, solo attacchi alla baionetta dritti nel petto, eccezion fatta per code di synth algide o linee elettroniche che fanno da collante tra elettricità, voce demoniaca e melodie aliene e almeno un coro dalle illusorie vesti angeliche più un pianoforte che sembra risuonare nelle sale della casa dall’aspetto spettrale che vedete in copertina. Fanfare di una guerra combattuta a suon di riff poderosi e urla lancinanti e ambienti decisamente poco accoglienti.

I titoli poi sono un’ulteriore dichiarazione di intenti e tradotti suonano così: “Con il martello”, “Con rabbia”, “Senza misericordia”, “Senza pietà”, “Vendetta di sangue” ed “Esecuzione”. Insomma, non ci si poteva aspettare altro che un bagno di fluidi corporei e membra sparse qua e là per la stanza (mi pareva d’averlo detto che qui c’era aria di mattanza, no?). Un altro centro per i cultori del genere.

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