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Hidden Tracks

Hidden Tracks #23: Bosco Sacro, Palace Of Worms, Death Pill, Sermon, Havemeyer, Pamplemousse, AD Omega

Hidden Tracks 21

Quanti brani ogni giorno, ogni settimana, ogni mese vengono pubblicati, ascoltati distrattamente e poi finiscono sepolti sotto un mare di altre uscite, a sgomitare per emergere e troppe volte divorati da pesci più grossi e più importanti? Questa è una delle tante domande esistenziali che ci poniamo ogni giorno in redazione, e a cui dopo alcuni tentennamenti e tentativi falliti abbiamo cercato di formulare una risposta.

Hidden Tracks vi accompagnerà periodicamente con i nostri brevi consigli riguardanti alcuni brani pubblicati in queste settimane e che riteniamo interessanti. Progetti da tenere d’occhio, di cui forse sentirete parlare nei prossimi tempi, provenienti in tutti i casi da quell’universo sommerso che più ci sta a cuore e che pensiamo sia giusto e stimolante seguire dal principio. In poche parole, la musica di cui non tutti parlano.

Bosco Sacro – Fountain Of Wealth

Dietro, o dentro, ai Bosco Sacro si cela un coacervo di classe e menti da non sottovalutare: Paolo Monti (The Star Pillow, DAIMON), Giulia Parin Zecchin (Julinko), Luca Scotti (Tristan da Cunha) e Francesco Vara (Tristan da Cunha, Altaj). Assieme non avrebbero potuto mischiare meglio le proprie influenze per creare qualcosa di, per citare alcuni, completamente diverso. Un’altra strada a guidarli, assieme ad una voce diafana ed eterea che viaggia alta sulle chitarre in sospensione di Fountain Of Wealth, un sabba di fantasmi verrebbe da immaginare (e il video aiuta in tal senso a figurarlo ancor meglio), intento nell’ascolto di un trip hop che sogna altri mondi. Il singolo è contenuto nell’album di debutto “Gem” in uscita a febbraio per Avantgarde Music.

Palace Of Worms – Through The Dark Arches

Chi l’ha detto che in California fa caldo? A sentire Through The Dark Arches dei Palace Of Worms si direbbe tutto il contrario. Sembra di stare in una magione secentesca abbandonata e abitata da spettri dall’aspetto spaventoso. Progressioni di chitarra, sintetizzatori alienanti, voci dall’oltretomba e un incedere micidiale fanno del brano qualcosa di veramente appetitoso per tutti coloro cui mancano certi Opeth, ma non solo. Il brano sta su “Cabal“, album che Nicolas “Balan” Katich, unico membro fisso dell’ensemble, ha ordito assieme a membri di Deafheaven, AFI (sì, proprio loro, che prestano il bassista Hunter Burgan alla causa), Thief, Botanist, Locus Thief e via elencando. Uscirà a febbraio per Acephale Winter Productions e qui siamo già ben curiosi.

Death Pill – Расцарапаю Ебало

photo credit New Heavy Sounds

Esordiranno tra un mesetto circa con l’omonimo album in uscita per New Heavy Sounds le ucraine Death Pill e già dal singolo Расцарапаю Ебало è chiaro che siano incazzate nere. Le tre ragazze di Kiev si lanciano in un assalto hardcore punk che vi passerà al filo giusto per ferirvi a suon di cannonate al limite del metalcore e una voce in grado di far saltare sulla sedia. Il disco è stato terminato a cavallo dell’invasione russa ma sembra sfogare una rabbia covata dentro da troppo.

Sermon – Golden

Photographer credit: Jack Snell

Ascoltando Golden sembra di essere avvolti da morbide tenebre che aleggiano tra le strade di Londra, città natale dei Sermon. Il duo è in procinto di pubblicare “Of Golden Verse“, sophomore album (come dicono quelli seri) in uscita per Prosthetic Records, e se sarà tutto così avremo un buon candidato per le classifiche di fine anno. Le melodie sono un sospiro, un cantato delicato ma carico di sentimenti amari lancia intrecci in spinta verso la notte e oltre, tra potenza elettrica e sogni che vanno in mille pezzi sotto i colpi di una batteria che impazzisce. Per certi versi hanno qualcosa dei Klimt 1918, per altri non mi ricordano nessun altro. Se non è un bene questo…

Havemeyer – Swim

Che ormai si guardi indietro nel tempo è cosa nota, se non stranota, pure troppo. Ciò detto ascoltare del godibile alternative rock che odora di midwest americano pur essendo prodotto da un quartetto berlinese mi fa un certo effetto, soprattutto di rottura confronto al post-punk imperante (se non infestante). Gli Havemeyer confezionano Swim (terzo estratto da “Slacker” in uscita a marzo per Crazysane Records) con dovizia di particolari, le chitarre fantasma che sostano su una sezione ritmica ficcante e che amalgamate al resto danno quella sensazione di tempi ormai bruciati in effetto seppia. Fa star male, questo è fuori di dubbio.

Pamplemousse – I’m Not Dietsch

Photo: Sarah Lenormand

Già solo il fatto che i Pamplemousse vengano dall’Isola di Riunione dovrebbe essere motivo di curiosità. Che i nostri poi – che per la cronaca sono un duo, li vedete qui sopra belli indaffarati – nel bel mezzo dell’Oceano Indiano e con tutte le cose divertenti che lì si possono fare, abbiano scelto di dedicarsi a questo garage rock rumorosissimo e ferroso ci lascia quantomeno stupefatti. Se li è accaparrati l’etichetta francese A Tant Rêver du Roi, che a marzo pubblicherà il loro nuovo album “Think Of It“, il terzo in carriera. Nel frattempo, ascoltiamo il nuovo singolo I’m Not Dietsch (con il suo video stralunato), teso come una corda di violino e granitico come marmo. Ci dev’essere un’aria strana sull’isola di Riunione.

AD Omega – Triumph Of Void

Se c’è una cosa che da queste parti non passa mai di moda è il black metal, possibilmente nella sua versione più old school, senza fronzoli e con tanta cattiveria demoniaca dentro. Se anche voi, inguaribili romantici e invaghiti dell’occulto, cercate qualcosa del genere date una chance agli AD Omega, misterioso duo viterbese dalle chitarre più affilate che mai e dalle ritmiche martellanti. La loro musica, dicono, è “una ricerca tematica di natura Sinistra” e noi non possiamo che apprezzare. Così come ci piace il loro nuovo singolo Triumph Of Void, che anticipa l’uscita del nuovo album “Aphelic Ascent“, dal 10 febbraio su Drakkar Productions. Bene così.

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