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Daniele Bogon – Del Suono E Della Luce

2023 - Slowcraft
elettronica / ambient

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Tracklist

1. Uncomfortable Unknown
2. Liminal Form
3. Kelpies
4. Under This Heavy Sky
5. Engravings
6. Breathe In Complexity
7. Prima Luce
8. Altered Sun
9. Fear, Confidence and Compassion


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Daniele Bogon debutta con “Del suono e della Luce” per l’etichetta Slowcraft, curata da James Murray che dedica una particolare attenzione alle forme più intime che la musica elettronica ed ambient possono assumere.

Ed è esattamente questo che immediatamente si percepisce ascoltando Bogon: intimità e profondità. “Del suono e della luce” è un album ambizioso, maturo. Oltre ad essere un lavoro ricercato, curato e sentito, nel profondo.

Composto quasi interamente con l’ausilio di un sintetizzatore Korg MS-20, sia per quanto riguarda la produzione, sia per quanto riguarda la manipolazione dei suoni, il risultato è un viaggio hauntologico, pieno di ombre e di luci che non ci lasciano stare. Denso di atmosfere sonore.
È una migrazione interiore.

L’album si potrebbe idealmente suddividere in due zone nelle quali accadono eventi sonori che potrebbero essere però anche visti, non solo uditi o percepiti.

La prima area di ascolto inizia con Uncomfortable Unknown. Qualcosa mi impone un arresto, un attimo di riflessione, un’osservazione di un fenomeno scomodo e sconosciuto. È un soundscape crepuscolare, denso ma mai inquietante. Si scivola con estrema naturalezza verso Liminal Form. Il Korg inizia a mostrare il suo carattere forte, inconfondibile. Il brano è disarmante. Bello come una frontiera che apre alle possibilità, alla moltitudine.

Il viaggio nella zona prosegue con Kelpies. Un kelpie è uno spirito maligno di origine scozzese che assume la forma di un cavallo nero e che si nutre di carne umana. Se il povero malcapitato gli sale in groppa, l’animale inizia la sua folle corsa nelle acque torve, inabissandosi. Unico modo per arrestare la furia cieca del cavallo è entrare in possesso delle sue briglie. Non so se Bogon abbia preso spunto da questa suggestiva leggenda, sta di fatto che Kelpies è una folle corsa che lascia col fiato corto. Si arresta di colpo, lasciandomi col dubbio se posseggo le briglie oppure mi sono schiantata sul fondo del lago.

Under This Heavy Sky è un lento peregrinare sotto un cielo greve, appesantito da chissà quali sostanze. O pensieri. Engravings chiude la zona più ombrosa dell’album. Il synth incide con tratti di maniera nera, fumosa ed elegante,lacerante, seducente, mai banale.

La zona più ariosa si apre con Breathe In Complexity. È il brano che divide idealmente le due zone, un pezzo defaticante ma nel quale ci sono ancora gli echi di quanto appena udito. O vissuto. L’andamento del brano sembra dirmi “inspira ed espira, come puoi. Come riesci, date le circostanze”.

Prima Luce e Altered Sun sono letteralmente luce. Sono suoni che si fanno luce. O luce che si scompone facendosi suoni. La ricerca di Bogon è materia viva in questi due meravigliosi pezzi. Me li godo senza aggiungere il peso inutile delle parole.

Fear, Confidence and Compassion chiude questo viaggio. È un brano che ripercorre idealmente i sentimenti provati durante tutta la durata dell’album. La paura dello sconosciuto che vive dentro ognuno di noi, il bisogno di fidarsi che nasce dalla consapevolezza del limite, la necessità di provare a non giudicarsi, ad osservarsi senza chiedere a se stessi qualcosa in cambio. Otto minuti liberatori.

“Del suono e della luce” è una cesura tra quanto Bogon ha cercato fino ad ora e quello che cercherà in futuro. È una danza degli opposti delicata, intima e raffinata tra elementi che si intrecciano, determinandosi a vicenda. 

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