È sempre più insistente nel dibattito quotidiano l’interrogarsi intorno all’intelligenza artificiale e alle varie possibilità di utilizzo, non solo nel mondo dell’arte. Da molti demonizzata come un male da evitare assolutamente, da altri osannata come un cambiamento epocale.
La storia dell’intelligenza artificiale in musica ha già un notevole passato: nel 1960 il ricercatore russo R. Kh. Zaripov pubblicava il primo articolo al mondo sulla composizione di musica algoritmica utilizzando il computer Ural-1. Nel 1965, invece, ad opera dell’inventore Ray Kurzweil, veniva presentato il primo brano per pianoforte creato da un computer, il quale era in grado di riconoscere ed analizzare diversi pattern musicali ed era in grado di crearne di nuovi. Nel 1997 un programma musicale chiamato EMI (Experiments in Musical Intelligence) era in grado di comporre una fuga nello stile di Bach meglio della maggior parte degli studenti dell’ultimo anno di composizione.
Da allora molti programmi sono nati e molte sono state le collaborazioni tra il mondo della ricerca scientifica e quello della produzione musicale, e questi sforzi hanno portato alla nascita di programmi come:
Computer Accompaniment (Carnegie Mellon University)
ChucK, sviluppato presso la Princeton University
MorpheuS, un progetto di ricerca della Queen Mary University di Londra
Aggiungiamo a questo piccolo elenco di date il 2023, perché è proprio all’inizio di quest’anno che nasce OperAI Records.
OperAI Records è la prima etichetta discografica interamente dedicata all’AI. Tutte le opere del catalogo dell’etichetta sono create con il supporto dell’intelligenza artificiale. Dalle biografie degli artisti generate con l’uso di ChatGPT, alle copertine degli album create con DALL-E, sempre della piattaforma Open AI.
Le composizioni musicali sono create con il supporto di programmi musicali come AIVA e utilizzando patches di MaxMsp che inglobano concetti che vanno dal machine learning alla musica generativa.
Il progetto è curato dal compositore e sound designer Remo De Vico, dall’artista techno e fisico Jacopo Solari con la consulenza scientifica del professor Carlo Lucibello dell’Università Bocconi di Milano.
Ma non sono solo queste le tecniche utilizzate nella creazione dei brani, ne abbiamo parlato con il compositore e sound designer Remo De Vico:
Il progetto è nato come un esperimento quasi commerciale, ovvero volevamo capire quale fosse la reale possibilità nel generare un catalogo ampio e quale potesse essere l’impatto sulle varie piattaforme digitali in primis Spotify.
Questa voglia di avere un buon numero di brani da poter presentare al pubblico ci ha portato ad accelerare dal punto di vista creativo e non c’è giorno in cui non scopriamo una nuova tecnica ed un nuovo utilizzo.
Alcuni giorni fa mi sono sentito davvero nel futuro, chiedevo a ChatGPT di generare codici per SonicPI, fasci di suoni per Csound, e allo stesso tempo mi aiutava con i progetti di max/msp ed è chiaro che sarà una assistenza fondamentale nel prossimo futuro. Anzi prestissimo. La figura del creatore musicale cambierà molto e nasceranno nuove professionalità ed altre spariranno, sarà molto importante imparare a fare le giuste domande, ma questa è una buona pratica in generale.
Il catalogo di OperAI Records è in continua espansione, si sente che c’è un clima di ricerca e divertimento. Gli artisti che sono stati creati hanno diversi linguaggi, alcuni sono esperimenti, altri si muovono in generi più riconoscibili, dalla musica ambient alla techno, dall’EDM alla poesia sonora.
Ma chi sono gli artisti della OperAI Records?
Kawahara Yōsai è un compositore e poli-strumentista giapponese. Inizia a suonare strumenti tradizionali come il koto e lo shamisen in giovane età, in seguito studia in conservatorio dove scopre la sua passione per la musica elettronica e la sperimentazione sonora. Ciò lo ha portato a sviluppare uno stile che fonde perfettamente strumenti tradizionali con elementi elettronici, creando un suono contemporaneo e profondamente radicato nella cultura giapponese. Oltre al suo amore per la musica, Yōsai è anche un abile artista bonsai. Ha oltre 1000 piccoli alberi nel suo studio, che cura con grande dedizione. Il suo giardino bonsai funge da fonte di ispirazione per la sua musica e molte delle sue composizioni sono influenzate dalla tranquillità e dalla bellezza del suo piccolo bosco.
Gli Skizzonoid sono una band davvero unica, tutti i membri della band sono robot programmati per suonare una varietà di strumenti, inclusi sintetizzatori e drum machine. Sono stati programmati con una sofisticata intelligenza artificiale che permette loro di improvvisare e comporre musica in tempo reale. Il motto della band è: “Se non ti piace qualcosa, abbassa il volume. Se ti piace, alzalo!”
Tremko (Tim Remko) è un produttore techno di Berlino, che si è fatto un nome nella scena della musica elettronica con la sua miscela unica di ritmi incisivi e paesaggi sonori melodici. Nato nei primi anni ’80, Tremko è cresciuto a Berlino Est in un periodo in cui la città era ancora divisa. Fin dalla giovane età, è stato esposto alla scena dei club underground, suscitando fin da subito uno spiccato interesse per la musica elettronica. Ha iniziato a sperimentare utilizzando una configurazione di base da home studio e ha sviluppato rapidamente una passione per la techno. All’inizio degli anni 2000, Tremko si è guadagnato una reputazione come abile DJ e produttore nella scena berlinese.
Cleonice è una compositrice finlandese affascinata dai paesaggi sonori delle zone più fredde e glaciali della sua terra natale. Ha una forte passione per il modo in cui la neve attenua i suoni aspri e per come il suono del ghiaccio può essere trasformato attraverso l’uso di sintetizzatori e tecniche di sound design. Il suo amore per i baffi finti è un delizioso riflesso del suo spirito creativo e della sua volontà di superare sempre i suoi limiti cercando un linguaggio totale.
Questi sono solo alcuni del caleidoscopico mondo della OperAI Records, altri interessanti artisti da citare sono la reginetta dell’EDM Layla Sasani, il compositore Helmut Kartesius (il brano numero uno del catalogo è il suo dal titolo I’m not Real) e la poetessa italiana Suon Delay.
Un interessante esperimento quello della OperAI Records, tutto da ascoltare. Buon viaggio.