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Stormo – Endocannibalismo

2023 - Posthetic Records
post-hc

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Tracklist

1. Valichi, Oltre
2. PV77
3. Sorte
4. Spire
5. Anabasi
6. Frame
7. Endocannibalismo
8. Disequilibrio
9. Deserti
10. Vipere, Ombre
11. Sopravvivenza e Forme


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In un recente post sui social il frontman Luca Rocco ha rivelato che la prima volta che è stato scritto il nome Stormo su una cassetta risale a più di 16 anni fa. Gli Stormo sono infatti un progetto longevo, un percorso di crescita artistica collettivo e questo elemento è fondamentale per capire “Endocannibalismo” e per apprezzare l’evoluzione di una delle formazioni più interessanti dell’underground italiano, arrivata ormai al quarto LP, non certo un traguardo vantabile da chiunque.

Per mia sensibilità dividerei il disco grossomodo in due parti: la prima presenta un’espressività dal retrogusto antico e primordiale, percepisco qualcosa di tribale che parla direttamente alla natura più lontana della specie umana, all’animale che c’è in ognuno di noi. La seconda mi suggerisce un immaginario più distopico e post industriale, tanto da ricordarmi a tratti l’ottimo disco d’esordio, ormai una pietra miliare nella scena post-hardcore nostrana. Tuttavia, non sento l’urgenza violenta e incontrollabile dei primi lavori, com’è giusto che sia, perché ormai gli Stormo hanno sviluppato un certo grado di consapevolezza oltre che di mestiere.

“Endocannibalismo” è un disco di conferma, una tappa di un percorso più che un punto d’arrivo. L’identità degli Stormo è ormai consolidata ed è evidente la volontà della band di allargare il proprio perimetro espressivo per raggiungere nuove sonorità e probabilmente anche nuove anime. La qualità della musica è indiscussa, così come anche la qualità della produzione. L’ascolto di questo disco mi proietta in uno scenario distopico e irreale dove le strutture dell’uomo (che noi chiamiamo casa) sono al collasso, la vita sulla terra rivive la sua nascita, nuovi culti e nuove creature nascono tra macerie contorte di cemento e rame e tra i fumi tossici della fine della civiltà umana.

Una nota dolente, anche se marginale, potrei individuarla nella copertina, simbolica la scelta di usare un software AI per creare la cover, tuttavia l’immagine a mio parere non è all’altezza della musica che ci sta dietro, preferisco di gran lunga il minimalismo malinconico delle cover dei precedenti lavori.

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