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Ristampe e Dintorni

John Lee Hooker – Burnin’ (Expanded Edition)

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Sono rimasto colpito dalla copertina di una rivista in edicola in questi giorni: “The Beatles – Dove nacque tutto”. Colto da FOMO, malgrado mi ero ripromesso di non cascare più nella trappola e comprare la rivista in questione, ne ho preso una copia. Vi ho trovato all’interno 20 pagine in apologia di “Please Please Me”, primo album dei Fab Four, di cui ricorre il sessantesimo: “quattordici canzone incise in sole dieci ore cambiarono all’improvviso la vita di milioni di giovani”.  Il caso ha voluto che ciò accadesse lo stesso giorno che la Craft Recordings ha rilasciato “Burnin’ (Expanded Edition)”, ristampa celebrativa dell’omonimo disco di John Lee Hooker di cui anche ricorre il sessantesimo anniversario.La differenza è che, quando usci quest’opera, Hooker registrava dischi già da 14 anni e suonava un genere musicale, il blues, nato quantomeno il secolo precedente e al quale gli stessi Beatles devono non poco. Proprio sulle pagine della nota rivista ho appreso di George Martin che spinge Lennon a usare l’armonica per dare al disco “qualcosa dal sapore blues”. Dunque, cosa “nacque” esattamente con i Beatles sessant’anni fa? 

Ma non divaghiamo. Siamo qui per parlare di “Burnin’ (Expanded Edition)”, l’edizione rimasterizzata e espansa del disco uscito oltre 60 anni fa. Il remaster lo ha fatto il solito, bravissimo, Kevin Gray. In quanto a extra non c’è granché, a parte un alternate take di Thelma e la versione mono delle 11 tracce del disco. Proprio come i Beatles di “Please Please Me”, per fare questo disco Hooker registrò tutto in un’unica session. Ma mentre questa modalità di lavoro non era nuova per il grande bluesman, era nuovo il farsi accompagnare da una band al completo e che band. Hank Cosby, sax tenore; Andrew “Mike” Terry, sax baritono; Joe Hunter, piano; Larry Veeder, chitarra; “l’incomparabile” James Jamerson, basso; Benny Benjamin, batteria: vi presento The Funk Brothers, gruppo dalle geometrie e composizioni variabili. “I suoi membri sono considerati il gruppo di musicisti di studio di maggior successo della storia della musica”, recita Wikipedia. Sulla stessa enciclopedia on-line trovate l’impressionante lista di artisti con cui la session band ha inciso una infinita teoria di hit songs: da Stevie Wonder, ai Temptations, a Marvin Gaye, fino a Diana Ross e ai Jackson 5. In pratica, la grande storia della Motown Records intorno agli anni ’60.

Il loro coinvolgimento fu la felice intuizione del produttore Calvin Carter e fece di “Burnin’” il disco fondamentale che è nella discografia di Hooker, nonché della storia della musica blues e rock. Prendiamo Boom Boom, la hit del disco, una delle signature song di Hooker, che entrò addirittura nella Billboard 100 (all’epoca difficile obiettivo per gli artisti afro-americani che avevano le loro classifiche a parte) al numero 60; mentre i singoli dei Beatles arrivarono al numero 1, che ve lo dico a fare. Un blues/rock’n roll basico, primitivo, alla maniera di Hooker, che nessuno ha mai saputo rifare nel modo in cui appare qui. La versione dello stesso Hooker, apparsa nell’album auto-celebrativo del 1992 (“Boom Boom”), non è nemmeno lontanamente all’altezza dell’originale che procede sparato per quasi tre minuti come un treno in corsa da cui non si può non essere travolti. Ma la band di casa Motown è sempre al top, anche sui lenti, vedi Blues Before Sunrise, il classico di Leroy Carr, reso qui in levare con lo swing dei fiati e un piano ragtime ad accompagnare i lick strazianti della chitarra del front-man. Tra gli altri, nella band spicca James Jamerson, il più grande bassista di sempre secondo molti (tra cui Rolling Stone). Seguite la linea di basso, se volete trovare il responsabile principale del groove avvolgente di questo disco.

“Burnin’” fu quindi il primo disco “elettrico” a tutti gli effetti di John Lee Hooker. Il “blues elettrico” non era una novità nel 1962, essendo praticato già dalla fine degli anni ’30 da pionieri come T-Bone Walker e Charlie Christian. E poi perfezionato a Chicago, con l’aiuto della Chess Records e del mitico locale “Theresa’s Lounge”, dove suonarono tutti: da B.B. King e Muddy Waters a Buddy Guy, passando per Junior Wells e Howlin’ Wolf. Parallelamente, cresceva una scena blues anche a Detroit, di cui Hooker era il massimo esponente con il suo blues fatto di note calde e sincopate e la sua voce avvolgente e bassa. Furono i dischi e gli artisti dei tempi d’oro del blues elettrico, tra cui appunto “Burnin’” e John Lee Hooker, a folgorare i ragazzi inglesi che formeranno band come i Rolling Stones e gli Yardbirds prima, nonché i Cream e i Led Zeppelin qualche anno dopo.

Insomma, nessuno vuole togliere ai Beatles quel che è dei Beatles, ma è necessario dare ai bluesmen saliti in Michigan e Illinois dal Mississippi, ciò che è dei bluesmen. Una musica, la loro, nata nei campi di schiavitù prima e, dopo la liberazione, sulla strada, con origini che affondano in secolari tradizioni africane. Semmai è questa la musica da cui, eventualmente e se proprio vogliamo essere approssimativi, si potrebbe dire che “nacque tutto”, circa un centinaio di anni prima di Love Me Do. Gli urletti di John Lennon su Twist and Shout, sessant’anni fa li faceva anche Hooker su Thelma (tanto per citare un solo esempio e comunque non aveva cominciato allora)e, al confronto, quelli del John di Liverpool sono poca roba. I Beatles fecero una rivoluzione che valeva per il mondo dei bianchi, sdoganando e rielaborando suoni e atteggiamenti fino ad allora ghettizzati tra gli afro-americani: come peraltro già aveva fatto Elvis qualche anno prima. E quindi “Burnin’” forse non “cambiò all’improvviso la vita di migliaia di giovani”, ma sessant’anni dopo possiamo apprezzarne la grana raffinata di cui è composto, radicata su un’autenticità superiore rispetto a “Please Please Me“, per il cui sessantesimo sono appena iniziati gli strombazzamenti.

Per uscirne indenni, voi rifugiatevi in ”Burnin’ (Expanded Edition)” che potrete reperire, oltre che sulla vostra piattaforma streaming di fiducia, anche in vinile 180 grammi (color “Fuego” limitato a 500 copie) e in CD. Ma, se siete audiofili e avete i giusti equipaggiamenti, non potete perdervi la versione a 192khz, disponibile in streaming o download: da accapponare la pelle.

1 Boom Boom (Stereo Version)
2 Process (Stereo Version)
3 Lost A Good Girl (Stereo Version)
4 A New Leaf (Stereo Version)
5 Blues Before Sunrise (Stereo Version)
6 Let’s Make It (Stereo Version)
7 I Got A Letter (Stereo Version)
8 Thelma (Stereo Version)
9 Drug Store Woman (Stereo Version)
10 Keep Your Hands To Yourself (Stereo Version)
11 What Do You Say (Stereo Version)
12 Thelma (Alternate Take)
13 Boom Boom (Mono Version)
14 Process (Mono Version)
15 Lost A Good Girl (Mono Version)
16 A New Leaf (Mono Version)
17 Blues Before Sunrise (Mono Version)
18 Let’s Make It (Mono Version)
19 I Got A Letter (Mono Version)
20 Thelma (Mono Version)
21 Drug Store Woman (Mono Version)
22 Keep Your Hands To Yourself (Mono Version)
23 What Do You Say (Mono Version)

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