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“What You Could Not Visualise”, la leggenda dei Rema-Rema

A volte basta un disco, anzi, nemmeno, a volte basta un EP per fare la differenza, soprattutto quando esce in mezzo ad una tormenta di novità, realtà che crescono e che cambiano i connotati della musica “contro”, quella che pone come resistenza alla gentrificazione prematura dell’Arte. L’anno è il 1980, l’EP “Wheel In The Roses”, la band I Rema-Rema, l’etichetta la 4AD. Quando viene pubblicato la band è già scomparsa, ma questi sono gli anni in cui le leggende vengono ancora scritte e c’è ancora tempo per ricordarle. Per raccontarle.

Quando sfoglio il programma dell’edizione 2023 del Seeyousound International Music Film Festival di Torino a momenti mi prende un colpo nello scoprire che verrà proiettato un docufilm su di loro, ma anche che la band, nella figura di Gary Asquith e Michael Allen, sarà presente. Suonerà assieme agli autoctoni Larsen, altre figure non poco importanti. Quando leggo il nome del regista non mi stupisco di scoprire che è Marco Porsia, il cui docufilm dedicato agli Swans “Where Does A Body End?” ho adorato (ne ho parlato anche durante una chiacchierata con Jarboe, o meglio, lei ne ha parlato aprendosi in un sorriso enorme) e che so già getterà uno sguardo particolare sulla breve vicenda degli inglesi prematuramente scomparsi.

Nel buio della (gremita) Sala 1 del Cinema Massimo, prima ancora che le immagini compaiano sul grande schermo, il rumore fa da padrone, scende uno splendido gelo che ci circonda tutti. Asquith si presenta dicendo che suonava nei Velvet Underground (saranno gli occhiali da sole à la Lou Reed?), dopodiché gli strumenti tuonano, la sua chitarra si fonde a quelle di Palumbo e Clemente, il basso di Allen tuona come un gigantesco martello degli déi ed eccolo lì, l’EP della leggenda, uscire dalle casse e riversarsi sul pubblico. A volte basta mezzora scarsa di concerto per fare la differenza.

Torna il buio in sala e “What You Could Not Visualise” fa la sua comparsa. Le grafiche che si frappongono alle immagini creano un universo a sé stante, così vivide nello scolorimento che pare si generino direttamente dalle note sprigionate da quel solitario disco laccato di nero. “Quanti ricordano i Rema-Rema?” è la domanda che serpeggia, qual è stato il loro impatto sotterraneo necessario? La risposta non tarda ad arrivare e sono in molti a darne una, anzi, tante. Tante e articolate.

Prima ancora, però, c’è l’immersione totale in quell’ambiente plumbeo che era quello del nascente post-punk, appena dopo la sbornia del suo defunto genitore nato nel 1977. C’è una Londra fatta di volantini, luoghi che non sono più né mai più saranno, gente che entra ed esce dai concerti e ognuno dei convitati c’era, narra di come ogni sera metteva piede ad un concerto diverso e scopriva come il basso poteva divorare il chitarracentrismo che aveva dominato quel mondo fino a quel momento. Ne parla bene John Robb, prima ancora di nominare i Rema-Rema, simula quel suono, quello degli Stranglers, il perno e la colonna portante delle quattro corde che cambiano tutto. JG Thirlwell, guru industriale, signore del regno di Foetus, ammette di avere ancora il calendario su cui segna ogni singolo concerto cui ha assistito: una sera i Joy Division, poi i Throbbing Gristle e i Rema-Rema, in un cinema e prima della proiezione di una pellicola (per dire). Tutto sta cambiando e questi futuri distruttori della tradizione sono lì a riempirsi come spugne del nero futuro che oggi torna sbiadito e vomitevole. Ma allora no.

Quando a parlare sono i diretti interessati – oltre ad Asquith e Allen ci sono Mark Cox e Dorothy Max Prior mentre Marco Pirroni ha rifiutato di comparire – si sente l’amore e la consapevolezza per il proprio lavoro. Inutile nascondersi, sapevano bene cosa stavano andando a creare in ogni sua sfaccettatura. Ne parlano uno ad uno, poi incontrandosi, con Porsia che li immortala oggi, a costanti anni di distanza. Max Prior e gli stivali con cui suonava, le cassette perdute che Cox ritrova in cucina, il senno di poi che riaffiora. Sapevano bene a cosa andavano incontro anche alla 4AD, lo sa Ivo Watts-Russel, la sua voce in diffusione è emozionata mentre rimembra di come con “Wheel In The Roses” avrebbe cambiato le cose, per lui, l’etichetta e quello che sarebbe stato il post-punk. 

La girandola di ospiti è di quelle che ti devastano dentro. Quando sullo schermo appaiono le Malaria! nelle figure di Gudrun Gut e Bettina Köster il mio cuore fa un altro balzo, tornano indietro a quando vennero a conoscenza di questa band così simile a loro, negli intenti, nel suono, ma più misteriosa, diversa, esplosiva. Vedere un giovane Steve Albini suonare la cover di Rema-Rema, sicuro che nessuno in quelle sudate e minuscole sale concerto avesse la benché minima idea di cosa cazzo fosse, il suo sottolineare, oggi, come anche con poco e niente si potesse fare la differenza, che “il coraggio di non suonare” (per citare i Laghetto) o quello di sparire nel nulla potesse cambiare le regole del gioco tanto quanto lo farebbe un’intera discografia. 

Il tono del docufilm è elegiaco ma sa alleggerire il carico, i ricordi di tutti si mischiano alle musiche aggiuntive di Phil Puleo (Swans) e Theo Teardo che, a loro volta, lasciano spazio alle gracchianti registrazioni live dei Rema-Rema, a quella gigantesca della cover di Fond Affections ricreata dai This Mortal Coil (Cindy Sharp ne parla con un trasporto che rasenta la commozione), in un caleidoscopio audiovisivo che fa di un documentario un Documentario che non è proprio la stessa cosa, soprattutto oggi che questo mezzo è abusato dai servizi streaming che ne licenziano una quantità spaventosa, uno più brutto dell’altro, tutti uguali, piatti e senz’anima, mentre “What You Could Not Visualise” (perché oggi se non riprendi un concerto in pratica non esisti) è un’opera d’amore, oscuro forse, ma pur sempre amore e lo si sente/vede dall’inizio alla fine.

A volte basta un vinile per fare la differenza. E, parafrasando Albini: “provateci oggi a diventare immortali con una clip YouTube”. Dategli torto.

Regia: Marco Porsia
Genere: documentario musicale
Anno: 2022
Paese: Canada
Cast: Rema-Rema, Ivo Watts-Russell, JG Thirlwell, Stephen Mallinder, Franke Nardiello, Steve Albini, Bruce Pavitt, John Robb, Malaria!, Chris Connelly, Cindytalk
Data di uscita europea: 23 febbraio 2023 (premiére Seeyousound Music And Film Festival, Torino)

WHAT YOU COULD NOT VISUALISE Trailer from Marco Porsia on Vimeo.

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