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Xiu Xiu – Ignore Grief

2023 - Polyvinyl
post-industrial / classica moderna

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Tracklist

1. The Real Chaos Cha Cha Cha
2. 666 Photos Of Nothing
3. Esquerita, Little Richard
4. Maybae Baeby
5. Tarsier, Tarsier, Tarsier, Tarsier
6. Pahrump
7. Border Factory
8. Dracula Parrot, Moon Moth
9. Brothel Creeper
10. For M


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Tornare indietro non è prerogativa degli Xiu Xiu. Ogni capitolo della loro discografia è un balzo avanti di svariati metri sulla linea temporale della devastazione sonora e interiore. Anche quando la base da cui partono è perduta nel tempo come lo è per “Ignore Grief”.

Jamie Stewart rispolvera vecchi vinili incisi e usciti negli anni ’50 e su questi supporti laccati in nero sono dipinte a voce, chitarra e poco altro storie tragiche che prendono il nome, per l’appunto, di “teen tragedy songs” e nonostante un suono ormai antico e leggero, narrano di morte e tutte le conseguenze del malessere che non ha mai abbandonato il suolo del Nuovo Mondo. Allora Stewart, Angela Seo e il nuovo elemento David Kendrick (veterano già tra le fila dei Devo, tra i tanti) si immergono in questa realtà sempiterna fatta di dolore e ne estrapolano qualcosa di nuovo.

Un album che si divide in due, “Ignore Grief”, il cui afflato è di dolore costante, ammantato di una patina di oscurità e rumore che non si interrompono mai. Ogni tassello è un’arcigna pennellata su una lastra di metallo che, percossa incessantemente, restituisce il suono di città in disfacimento, martoriate sul lato post-industrial di questa realtà che crolla. Seo la canta nascosta tra edifici e fabbriche diroccate dalle cui aperture spira un vento disumano e sintetico e debilitato da demolenti bordoni elettronici e orrorifici. Non meno spaventoso è l’altra faccia di questa luna sempre al buio, quella che fa della classica moderna affidate alla voce di Stewart, un Roy Orbison trasfigurato e trasceso in lunghi droni che riportano alla mente Steve Reich e Terry Riley ma fusi in una macchina del rumore futurista piena di lirismo e sfiancanti nenie vocali.

Ogni tragedia ha il suo suono. Quello di Xiu Xiu pare sempre di più quello perfetto per raccontarla, sia essa reale o immaginifica.

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