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Fever Ray – Radical Romantics

2023 - Rabid Records [PIAS]
synth art pop

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Tracklist

1. What They Call Us
2. Shiver
3 New Utensils
4. Kandy
5. Even It Out
6. Looking For A Ghost
7. Carbon Dioxide
8. North
9. Tapping Fingers
10. Bottom Of The Ocean


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Karin Dreijer, in arte Fever Ray, è un genio, lo sappiamo. Non c’è bisogno di rimarcare l’ovvio. Personalmente però rimango costantemente stupito di fronte ai suoi lavori e dalla sua vena creativa praticamente inesauribile. Le dieci tracce che compongono la nuova fatica della cantante presentano una somiglianza notevole con i lavori della sua “vecchia” band, il duo composto da lei e da suo fratello: The Knife.

Infatti, in occasione del nuovo disco, dopo ben otto anni dall’ultima collaborazione, Olof Dreijer torna come co-produttore di quattro brani dell’album tra cui What They Call Us e la lisergica Kandy, meravigliosi singoli di lancio. All’interno di “Radical Romantics figurano anche altri artisti che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera tra cui Trent Reznor e Atticus Ross (Nine Inch Nails), la DJ e produttrice portoghese Nìdia, Peder Mannerfelt e Pär Grindvik (Aashtma), l’artista sperimentale e produttore Vessel e ultimo ma non ultimo Martin Falck il creatore del mondo visivo dietro l’ultimo lavoro di Fever Ray.

L’album è un viaggio psichedelico all’interno della psiche distorta di Karin: l’elettronica, i synth, i rumori di fondo, le percussioni tribali, i delay, tutto contribuisce a creare quel senso di estraniamento che è marchio di fabbrica della musica dell’artista svedese. Le parti vocali acide e graffianti, invece, sembrano provenire direttamente da un sabba: ci trasportano in quell’ambiente orrorifico che domina l’intera produzione della Dreijer. “Radical Romantics” è dunque una profonda analisi dell’animo umano, specificatamente un’indagine sul sentimento più comune del mondo: l’amore. Questa è la linea su cui viaggia l’intero disco, la musica di Fever Ray cerca di scandagliare l’animo umano, di scavare nel profondo, di avvolgerci in una dolce ma subdola stretta.

Prendiamo ad esempio un altro dei singoli di uscita, Carbon Dioxide: in questo brano la cantante ha cercato di descrivere la sensazione dell’innamoramento, ovviamente nel suo singolare stile affermando che: Penso che la direzione dovrebbe essere bella, felice, piena di tutto, extra tutto“. Ogni traccia è un mondo a sé, la nuova fatica di Karin Dreijer è un vero e proprio trip, per gustarlo al meglio bisogna abbandonarsi alle sue atmosfere, seguire la rotta tracciata per noi e concludere il nostro girovagare sul fondo dell’oceano con Bottom Of The Ocean, brano che tramite i cori sommessi cerca di richiamare la profondità dell’oceano.

Da sempre letterati, filosofi e artisti vari ci hanno fornito una loro personale visione sull’ amore, l’artista col suo nuovo lavoro non fa altro che comunicarci che in fondo ciò che ci accomuna in quanto esseri umani è proprio il fatto che alla fine siamo tutti dei romantici radicali.

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