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Håndgemeng – Ultraritual

2023 - Ripple Music
stoner metal

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Tracklist

1. The Astronomer
2. Cro-Magnon Vs Neanderthal
3. Vision In Fire
4. Tempel Of Toke
5. Ultraritual
6. Tales From The Tundra
7. Occulation Of Mars


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Da Oslo arriva il travolgente esordio in studio degli Håndgemeng, un progetto stoner metal norvegese nato nel 2017 dalla mente visionaria dei fratelli Martin e Filip Wennberg, il cui mosaico pesante e martellante prende vita sopra vibrazioni hardcore punk per poi mutare in qualcosa di più attuale e moderno, esplorando una quantità di riff dissonanti e una voce rauca che incastra il rumoroso vortice di suoni.

Il titolo del debutto è “Ultraritual”, esce per la label americana Ripple Music e descrive al meglio questo periodo complicato, con una società allo sbando e una pandemia mondiale che ha rallentato di gran lunga gli obiettivi della band. L’album è composto da sette tracce e si agita come una strana creatura misteriosa che si risveglia nell’oscurità creando un potente racconto heavy rock, incisivo e profondo.

La traccia in apertura, The Astronomer, esplode nell’universo cosmico con un riff furioso che racconta la lunga avventura di un astronauta alla ricerca del suo passato al di là di orizzonti nascosti. L’inizio lascia spazio alla distorsione ampia e vibrante, con il rombo autentico e devastante della ritmica che invita una linea vocale sporca a cavalcare l’onda frenetica del delirio, fino a chiudersi sui rimbalzi rumorosi del finale. Segue la distorsione classic rock di Cro-Magnon Vs Neanderthal, ricca di sfumature melodiche che fanno apparire la canzone godibile e viaggiante. Subito dopo troviamo il caloroso timbro ipnotico sulla strofa che si abbandona ad un passaggio sensoriale e disordinato. Un brano rabbioso e geniale, con un grande impatto sonoro grandioso. Vision In Fire invece si apre con un tiro inquietante, costruita su un giro di basso ovattato e la litania caotica e disturbante della voce, che ci restituisce una vasta visione in stile grunge metal. Nella parte finale la composizione prende una piega più morbida, spingendo il cammino verso una suite strumentale.

Da un luogo sospeso e immaginario, invece, si innalza il riverbero tuonante di Tempel Of Toke e una carezza incendiaria si immerge in una lussuosa composizione. Qui la linea vocale narra un poema distorto e personale rendendo la canzone completa e coinvolgente. Il tris di brani conclusivi è racchiuso in una mina esplosiva, a partire dall’adrenalina spedita nella title track, con le parole acide e rognose del vocalist Martin a incastrarsi sulle atmosfere doom del bridge centrale, proseguendo in modo eccellente fino al virtuoso finale. Si passa poi alle emozioni massicce di un rituale infernale in Tales From The Tundra, uno dei brani più belli di questo lavoro che, con un appiglio ricco di sonorità monumentali e il groove di basso, conquista la cima più alta. Il disco si chiude con la lunga opera Occulation Of Mars, una ballata sognante e malinconica che inizia lentamente toccandoci nel profondo dell’anima, come un dolce ricordo sentimentale che, all’improvviso, lascia spazio alla prepotente rabbia che ruggisce con il solito timbro spietato e stupendo, alternando una parte surreale e quasi jazz nel finale.

Ultraritual” è un album interessante ed energico le cui diverse analogie si agganciano a un percorso intenso e di qualità, in cui le radici stoner macchinose esplorano un’esperienza unica per attirare l’ascoltatore fino all’ultima nota.

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