1. UK GRIM
2. D.I.Why
3. Force 10 From Navarone (feat. Florence Shaw)
4. Tilldipper
5. On The Ground
6. Right Wing Beast
7. Smash Each Other Up
8. Don
9. So Trendy (feat. Perry Farrell & Dave Navarro)
10. I Claudius
11. Pit 2 Pit
12. Apart From You
13. Tory Kong
14. Rhythms Of Class
Punk’s not dead. Mentre Jason Williamson, voce e autore dei testi del duo britannico Sleaford Mods, è impegnato a pubblicare balletti sulle note dei singoli legati al loro nuovo lavoro “UK GRIM” e a condurre un irriverente mini talk-show social, il “Late Night With Jason”, in cui ospita personaggi dello star system con cui crea dei divertentissimi sketch autopromozionali (quello con Robbie Williams merita una menzione speciale), io penso a tutte quelle persone che vivono nella loro bolla, intrappolate nello strano ragionamento secondo cui il punk è morto ed era tutto molto meglio prima, quando voce non intonata, chitarra, basso e batteria riproducevano suoni sporchi e grezzi, distruggevano gli strumenti sul palco, si facevano arrestare e inveivano contro la regina.
Il genere si è trasformato in qualcosa che rappresenta una carica all’ennesima potenza, una carica impegnata. Impegnata a stare dalla parte degli “ultimi”, a dar voce alla working class, a lottare contro un mondo intriso di ipocrisia e perbenismo. Gli Sleaford Mods hanno l’attitudine punk che sta al passo con i tempi moderni e che continua ad avere tanto da dire, vista la proficua attività musicale del duo, e che non si stanca neanche per un momento di ricordarci quanto le parole siano importanti e necessarie. Se con il precedente “Spare Ribs” (2021) usciva fuori un ritratto della Gran Bretagna in piena crisi gestionale riguardo la pandemia e i disastrosi effetti che l’incompetenza e la noncuranza delle autorità hanno provocato sull’intero paese post Brexit, “UK GRIM” si propone come una sfida più aggressiva e dal sound maggiormente variegato e strutturato del predecessore, seppur gli Sleaford Mods ci abbiano sempre abituati alla costante ricerca nei testi e nei suoni, sin dai rabbiosi (e neanche così lontani) esordi.
E così il duo di Nottinghamci porta in un universo in cui ci si muove a ritmo di intelligenti campionamenti generati dalla mente di Andrew Fearn e si cerca di star dietro alle crude parole di Jason Williamson. Un universo che ci fa ossessivamente tenere il tempo con la testa e con i piedi a ritmo di basso e batteria e che ci rende inevitabilmente “compagni” del duo nell’eterno conflitto col potere. Attacco ai potenti, indignazione di fronte alla generale inerzia, ma anche un profondo legame alla terra a cui sono indissolubilmente legati da ormai più di 50 anni.
Forse siamo orgogliosi del nostro Paese. Forse siamo orgogliosi di essere inglesi. Forse sono orgoglioso delle orribili strade grigie, del tempo di merda e delle stupide mode in cui mi ritrovo a investire. L’inglese che siamo orgogliosi di essere non assomiglia affatto all’inglese che le autorità vogliono cercare di promuovere
Williamson
L’album vanta della collaborazione con la voce dei Dry Cleaning Florence Shaw (il quale timbro regala classe ed equilibrio al brano) nel singolo Force 10 From Navarone, e di quella con Perry Farrell e Dave Navarro (rispettivamente cantante e chitarrista dei Jane’s Addiction) nel travolgente singolo So Trendy. La traccia d’apertura del disco, che è anche il primo singolo estratto, è la title track e gioca su un giro di basso accattivante che rispecchia a pieno il caps lock scelto per il titolo. “Because in England, nobody can hear you scream”. In piena invettiva tutta inglese è, oltre al testo, anche il videoclip girato dall’artista britannico Cold War Steve, che ha creato una serie di opere d’arte satiriche in cui non viene risparmiato nessuno, ma davvero nessuno.
Il disco alterna momenti più urban e con scenari più hip hop e rap, come D.I. Why, Smash Each Other Up e I Claudius, a frangenti decisamente più frenetici e infuocati come Tilldipper e Pit 2 Pit. Il comune denominatore dei 14 brani presenti nell’album resta sempre e comunque lo spirito di rivolta. Quello che permette di ringhiare contro le ingiustizie e le disparità senza ostentare mai nulla, facendolo con un’energia fuori dal comune e mantenendo la freddezza e il distacco tipici degli anglosassoni. Gli Sleaford Mods sono il suono della classe operaia e della lotta al più forte e alla società dei consumi, che troppe volte mi riporta, a livello cinematografico, alla stessa lotta di Ken Loach (non a caso, regista inglese).
“UK GRIM” è il suono del presente e ci farà ballare, sì, ma con la consapevolezza che dietro ad ogni delirio umano c’è un adirato duo musicale che, anno dopo anno, non le manda a dire. E continua ad essere più punk che mai.