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Levante – Opera Futura

2023 - Parlophone / Warner Music
pop / cantautorato

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Tracklist

1. Invincibile
2. Vivo
3. Mi manchi
4. Fa male qui
5. Metro
6. Leggera
7. Alma Futura
8. Capitale, mio capitale
9. Mater
10. Iride blu e Cuore liquido


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Torna con “Opera Futura” la cantautrice sicula Levante: look completamente rinnovato, lunghissimi capelli biondi, nuova energia e una recente partecipazione al Festival di Sanremo col brano Vivo, contenuto nel nuovo album.

La ragazza di “Manuale distruzione” è cresciuta ed è diventata una donna più consapevole: madre, cantante, scrittrice e attrice. Abbraccia il futuro con speranza e la rende amica della malinconia e del senso della memoria, concetti che da sempre fanno parte delle sue canzoni. E proprio del colore della speranza si tinge la copertina del suo quinto album in studio. Su un telo verde posa con lei un cigno bianco, rimando simbolico alla frase della poetessa Emily Dickinson: “La speranza è quella cosa piumata”. Inoltre il cigno rappresenta la bellezza, l’eleganza, la leggerezza e la libertà. Tutte queste caratteristiche Claudia Lagona le ha incasellate all’interno di “Opera Futura”.

L’album richiede sicuramente più di un ascolto per poter essere apprezzato. La prima cosa che cattura l’attenzione sono i testi profondi e la voce di Levante, mescolati a luminose sonorità pop. “Opera Futura” è un disco meno cerebrale e più istintivo. I dieci brani inediti che lo compongono raccontano di vita, di corpo, di sensorialità. Ci si allontana dalla impalpabilità del precedente lavoro “Magmamemoria”, per accedere ad una dimensione più fisica e carnale: pelle, ossa, organi, respiro.

Il primo brano a farsi strada in cuffia è Invincibile, trionfo di crude emozioni. Claudia canta della continua lotta a due per sfuggire alla sofferenza: “Chi di noi due / Chi di noi per primo la smetterà di prendersi gioco di me?”. Segue Vivo, in gara quest’anno al Festival di Sanremo, con la delicata tematica della depressione post partum. Il brano è un inno glorioso, il racconto di una rinascita, un elenco serrato di sensazioni e desideri: “Vivo un sogno erotico / La gioia del mio corpo è un atto magico / Vivo un sogno erotico / La gioia del mio corpo è un atto magico”. Posta a terza traccia del disco, troviamo una lunga lettera d’addio. Ogni verso di Mi manchi è intriso di assenza: “Mi farei di qualcosa di forte pur di non pensarti / Se fumo o se bevo è lo stesso / Ti ho sempre davanti / Che assurdo potere è mai questo / Che hai di rattristarmi?” – canta Levante nostalgica – “Lancette lanciate sul petto come uno dei santi / Io martire e tu mio miracolo, vieni a salvarmi / Mi manchi / Nessuna risposta è già la risposta che è tardi”.

In “Opera Futura” non mancano di certo le riflessioni. Fa Male Qui  parla della violenza delle parole usate come armi, attraverso una vera e propria denuncia politica contro chi fa propaganda: “Fa male qui, fa male pure qui / Se la tua lingua biforcuta si esprime ed il paese vota / Qui, fa male ancora qui / Dove tu balli tutti i passi politici io ho i lividi”. Sulla stessa scia anche il brano Capitale, Mio Capitale. Tra i versi l’invettiva contro i seguaci della mera apparenza, che indossano maschere e vivono il web quasi fosse una vetrina di un negozio e la merce loro stessi: “A quale costo è in vendita / La dignità per la scalata sociale?”.

Metro è il perfetto capitolo due di Ciao per sempre. Dopo sette anni dalla fine di una storia d’amore ci si incontra per caso in metro e il cuore non può che sorridere. Il brano riesce come un cortometraggio a farti vivere la scena, come se ci fossi dentro.  Dolcezza e felicità continuano a sporcare anche il brano successivo, Leggera, uno dei più intimi e positivi del disco. Resa incondizionata alla gioia, fino a fluttuare tra gli aerei e ballare tra le nuvole, come se si diventasse piuma: “Ho l’anima così leggera / Che non mi sembra vero di volare alto / Sotto i piedi ho ancora tanto cielo” – urla a squarciagola Levante.  Il tema della maternità diventa centrale nel brano Alma Futura, dolcissima dedica alla figlia: “Scoprire che nel futuro non c’è mai dolore / Che la speranza era un salto che sapevo fare / E ho dato un nome al mio coraggio pieno di paure /E adesso so cantare”. Il brano Mater, invece, riflette sull’inadeguatezza e sul peso delle aspettative della società concernenti, appunto, la maternità, sviscerata in tutta la sua bellezza e complessità: “Così vicina a Dio / Ci pensi? /Non eri stata mai / Sei pronta a dirti addio / Nel tempo della tigre d’acqua?”.

Il disco si chiude con la struggente ballata Iride Blu e Cuore Liquido. Come in una storia tratta dalla mitologia classica, iride blu accecato dal buio degli occhi di lei, cuore liquido che diventa acqua per dissetare la sete di lui: “Iride, dimmi adesso cosa c’è / Oltre il nero dei miei occhi? / Sai tornare indietro se ti perdi? / Iride, quanto buio c’è dentro di me / Ho provato a spaventarti /Hai sorriso in faccia ai miei fantasmi / Dimmi, perché? Dimmi, è per me?”.

“Opera Futura” di Levante è un canto di fragilità e forza. Non c’è più spazio per immagini eteree ed evanescenti. Ogni emozione raccontata tra le tracce del disco è fisica, trovando un punto fermo nel corpo. Il dolore è fisico, la gioia si deposita sulla pelle. La delusione prende la forma di un livido, la nostalgia quella di un nodo in gola.

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