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Index For Working Musik – Dragging The Needlework For The Kids At Uphole

2023 - Though Love
psych-rock / indie

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Tracklist

1. Wagner
2. Railroad Bulls
3. Athletes Of Exile
4. Narco Myths
5. Ambiguous Fauna
6. Isis Beatles
7. Palangana
8. 1871
9. Chains
10. Petit Commiteé
11. Habanita


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Si parla sempre più spesso di un vero e proprio nuovo genere musicale, o quantomeno di un’attitudine, quella dei dischi da lockdown, lavori figli di quei periodi di isolamento e solitudine, accomunati da un’inquietudine di fondo che si manifesta con suoni e mood diversi, ma che insieme contribuiscono al grande racconto collettivo di quei giorni. Non è ancora il momento di trarre un bilancio di quanto prodotto in simili condizioni, ne capiremo la portata creativa più avanti, ma è interessante notare come ancora, a bocce fortunatamente ormai ferme, continuino ad emergere opere di interesse che riportano a galla quegli umori scuri che forse ci si sono appiccicati addosso.

È il caso degli Index For Working Musik, side-project del duo formato da Max Oscarnold (TOY, Proper Ornaments) – Nathalia Bruno (Phosphor, DRIFT.) che, coadiuvati dalla sezione ritmica di Bobby Voltaire, dalla chitarra di J. Loftus e dal contrabbasso e violoncello di Edgar Smith, hanno dato vita a “Dragging The Needlework For The Kids At Uphole“, un disco polveroso creato letteralmente in uno scantinato dell’East London, inteso sia come luogo fisico che come anfratto dell’anima.

Sono undici pezzi ipnotici, che incastonano lo slowcore dei primi Low nella foga stralunata dei Gun Club, ma che sanno anche coniugare la psichedelia strisciante di scuola Velvet Underground ai dettami ormai storia dell’indie rock chitarristico degli anni ’90. Più che l’inquietudine di cui si parlava in apertura, nella musica derivativa ma a fuoco degli Index For Working Musik ad affascinare è una vena di mistero che vibra costantemente sulle trame barcollanti di chitarre oblique, sullo stridere sinistro del violoncello, sugli inserti stranianti di sintetizzatori d’altri tempi, sulla voce sussurrata di Oscarnold, abile a trasportarci da quelle quattro mura a strade sporche e sterminate.

Se si escludono la prima e l’ultima traccia, la sghemba Wagner, che è un po’ la summa e il manifesto del metodo degli Index For Working Musik, e la splendida Habanita, una ballata acustica tra le più ordinarie ma anche tra le più riuscite degli ultimi tempi, “Dragging The Needlework For The Kids At Uphole” non è un disco che annovera picchi di chissà quali portata ed è espressione di un progetto la cui tenuta futura sarà tutta da verificare, ma è un lavoro che cattura e che è testimonianza di quanto, come e cosa si potesse sognare chiusi dentro mentre fuori tutto si fermava.

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