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The Van Pelt – Artisans & Merchants

2023 - Spartan Records
emo / post-punk / indie rock

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Era proprio necessario un disco nuovo dei Van Pelt, a distanza di venticinque anni dal celeberrimo capolavoro “Sultans Of Sentiment”? Quando uscì quel disco io ascoltavo tutt’altro. Mi venne consigliato, come spesso capita, da gente che ne sapeva più di me, e non esitai a recuperarlo. Si poteva suonare anche così, quindi? Esisteva anche quel “genere”?

Rieccoci qui, quindi, ad ascoltare col cuore a pezzi questo nuovo “Artisans & Merchants”, registrato da diverse importanti personalità del suono americano. Cresciuti, amareggiati, una vita totalmente diversa rispetto a quella di un secolo fa, a parlare ancora di Chris Leo e di questo gruppo così enormemente importante per la nostra crescita.

Sin da subito i quattro newyorchesi hanno voluto mettere le cose in chiaro: non si tratta di un disco per celebrare una reunion e non si tratta di una rivisitazione del loro passalo musicale. “Sarà come vedere un vecchio amico dopo tantissimi anni”, ammette Chris. E infatti così è. A partire dal singolo di lancio del disco, uscito due mesetti fa ed intitolato Punk House, si capiva che sarebbe arrivato ben presto il momento per un loro eclatante ritorno sulle scene. Post-punk e vento freddo, voce abbandonata a se stessa in una vagabonda linea di chitarra, nessi di casualità tra parole e speranze.

Tutto “Artisans & Merchants” è così. I paragoni con i precedenti due dischi sono scontati, è innegabile. Ma se nel 1997 avevamo l’inizio arpeggiante e ipnotico di Nanzen Kills A Cat, oggi seguiamo con ritmo e movenze frenetiche l’esplicativa iniziale We Gotta Leave, che inizia con batteria e ritornello, come se fosse una filastrocca. Leo utilizza un timbro nettamente più cupo rispetto agli albori e questo aspetto fa sì che canzoni come Image of Health e Did We Hear The Same Song, a primo acchito allegre e scacciapensieri, assumano comunque tratti dark e grunge. Grid ha un tocco british che i Van Pelt riescono ad incamerare in un’atmosfera tutta newyorchese e la finale, romanticissima Love Is Brutal suona come un addio pesante da digerire sì, ma tutt’altro che lacerante.

Siamo al cospetto di un’epoca tutta nuova per la musica alternativa americana e, un’altra volta, a consegnarci questa certezza è un gruppo nato negli anni ’90.

Fuori per Spartan Records, etichetta già di Rocky Votolato e Unwed Sailor. Era proprio necessario un disco nuovo dei Van Pelt, a distanza di venticinque anni dal celeberrimo capolavoro “Sultans Of Sentiment”? La risposta è sì.

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