1. God Is A Circle
2. Lovely Sewer
3. Meteora Blues
4. Interlude
5. Parody
6. Heaven Surrounds Us Like A Hood
7. Operator
8. In Spite Of War
9. Echolalia
10. Fear Evil Like Fire
11. Purified By The Fire
12. Ebony Eye
Sean Bowie aka Yves Tumor è un tipo particolarmente misterioso. A partire dalla sua estetica grottesca, dal suo aspetto che è a metà tra un David Bowie e un Marilyn Manson e dalla sua musica sempre figlia di uno sperimentalismo curioso. Si dice che risieda a Berlino o a Torino e quando gli è stato chiesto della sua vita privata lui ha fornito risposte sempre molto enigmatiche:
Non mi piace che i giornalisti conoscano il mio nome e dove vivo. Uno posta cose personali on line, aumentando il numero di fan, che a quel punto sono convinti di conoscerlo anche se non l’hanno mai incontrato. Io non voglio che nessuno passi quella linea di demarcazione, e quindi ho iniziato a tirarmi indietro
“Praise A Lord Who Chews But Which Does Not Consume; (Or Simply, Hot Between Worlds)” ovvero il quinto album di Yves Tumor incornicia ancora una volta il talento creativo dell’artista. Nei dodici pezzi che compongono il nuovo lavoro del cantante americano ritroviamo tutto ciò che abbiamo imparato ad amare ed apprezzare. La vera novità, però, risiede nella maturità con cui questa volta si è approcciato alla composizione dei brani. Non c’è da preoccuparsi, la psichedelia e le atmosfere elettroniche ci sono tutte, ma a venire a galla questa volta è la vena post-punk prevalente e che contribuisce a dipingere un buon sound sempre molto variegato.
Lovely Sewer e Fear Evil Like Fire sono l’esempio perfetto della rotta che questa volta si è prefissato il misterioso cantante: batterie elettroniche, voce calda, falsetti, chitarra e basso figli del revival new wave/punk e arrangiamenti davvero sempre ben scritti. Ma trattandosi di Yves Tumor bisogna essere coscienti che l’artista è un maestro nel prendere e rimescolare generi tra i più disparati tra loro, è proprio questa la forza della nuova fatica di Sean Bowie: essere imprevedibile.
All’interno dell’album ci sono momenti più o meno pop ed è il caso di Meteora Blues che personalmente ritengo uno dei brani più forti del pacchetto: una vera e propria hit. Le parti chitarristiche sono perfette, il ritornello dal gusto anni ’90 entra in testa e non esce più, il pezzo poi si chiude con dei cori che strizzano l’occhio ai canti gregoriani e che ci trasportano subito in una dimensione quasi religiosa. La forza della nuova opera del cantautore sta tutta qui: un’alternanza tra caos e pace, un’eterna lotta tra le atmosfere dark e i momenti candidi, tra dionisiaco e apollineo.
In definitiva “Praise A Lord Who Chews But Which Does Not Consume; (Or Simply, Hot Between Worlds)” è un disco riuscitissimo, forse il più riuscito di Yves Tumor proprio perché condensa, con palesi velleità di arrivare anche al mondo mainstream, tutte le idee e la ricerca artistica maturate finora dall’eclettico cantante.