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Timber Rattle – Ghost Or White Pavilion

2023 - Zen Hex
post rock / ambient / noise

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1. Side A
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L’ultima uscita Zen Hex è una tape. Si tratta del nuovo lavoro di Timber Rattle, un artista americano originario di Ithaca, stato di New York, che vive in una casa isolata sugli Appalachi in Virginia e si sposta, un paio di volte all’anno, tra California e Repubblica Ceca. 

Il disco, intitolato “Ghost Or White Pavilion”, comporta cinquanta minuti di racconto strumentale, suddiviso in parti uguali sui rispettivi lati della cassetta. I brani prendono il titolo semplicemente dal lato della cassetta nel quale sono intrappolati, prima di venire rilasciati nel mondo, come se avessero, sino a quel momento, vissuto in cattività. L’artista ci porta con sé in un viaggio apocalittico di suoni arcani, minimali e netti, che fanno traspirare una significativa naturalità compositiva. “Ghost Or White pavilion” è un unicum spinoziano, che si muove con i pensieri degli esseri umani che ne fanno parte (autore e pubblico)  partendo da una primordiale condizione di selvaticità. Lo scricchiolare delle foglie, il rumore dell’acqua che si fa strada tra i licheni, le stanze scure abbandonate a loro stesse da mesi, la solitudine: Timber Rattle ci racconta, semplicemente, la fatica dell’esistere. 

Per i lettori più accaniti di Thoreau  e Conrad, “Ghost Or White Pavilion” rischia di diventare un must. Perché, come loro, descrive una natura ostile ma al tempo stesso corroborante, che plasma a modo suo ogni nostra azione, presente e futura. L’aura d’inquietudine e il sentimento di smarrimento lasciano molto all’immaginifico, così come l’identità dell’autore, di cui abbiamo da sempre poche tracce. 

Gli Appalachi, una delle catene montuose più selvagge ed inesplorate del globo, si estendono dalla Virginia al Lago Cayuga, luogo di nascita di Timber Rattle. E questo disco, questa cassetta, luddista in ogni suo comportamento, ce li descrive rapportandoli al punk, al noise, alla cultura. Con le sue litanie ed i suoi echi dal passato, rappresenta sicuramente una delle migliori uscite discografiche, sino ad ora, dell’anno. 

Zen Hex non finisce mai di stupire, insomma. Orgoglio. 

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