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Metallica – 72 Seasons

2023 - Blackened Recordings
thrash metal

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Tracklist

1. 72 Seasons
2. Shadows Follow
3. Screaming Suicide
4. Sleepwalk My Life Away
5. You Must Burn!
6. Lux Æterna
7. Crown Of Barbed Wire
8. Chasing Light
9. If Darkness Had A Son
10. Too Far Gone?
11. Room Of Mirrors
12. Inamorata


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Se volessimo ridurre tutto il metal ai minimi termini potremmo dire che i Metallica (e forse pochissimi altri) sono l’unica band in tutto il panorama che è stata in grado di trascendere persino i territori di pertinenza del thrash metal, ed essere annoverabile non solo nella storia del metal tutto ma, oserei dire, anche la storia del rock tutto. Un progetto, quello dei Metallica, che ha raggiunto una posizione che spetta a pochi altri, e che, negli anni d’oro, è stato in grado di andare anche oltre le aspettative del genere ed entrare con pieni meriti in un immaginario universale.

Quante volte siamo stati tentati di affossarli, quanti passi falsi hanno fatto sia a livello musicale ma talvolta anche personale, e quante gliene abbiamo dovute perdonare e quante ancora gliene perdoneremo. Non c’è “Reload” o “St.Anger” che tenga, ma non limitiamoci a parlare di quel periodo e non fossilizziamoci nemmeno su di un discorso di vendite, nonostante i 100 milioni di dischi complessivi venduti, un record per il genere. Addentriamoci nel presente.

I Metallica fecero uscire nel 2016 “Hardwired…To Self Destruct“, disco che prometteva una bella carica di adrenalina a giudicare dai singoli, ma che poi nei fatti risultava complessivamente un po’ scarico. D’altronde non ci dobbiamo aspettare più nulla dai Metallica, però si spera sempre in un buon lavoro, il thrash metal è un genere che è stato spremuto abbastanza, anche troppo, e in fin dei conti è nato ben quasi 45 anni fa, ma se la band rimane giovane nell’animo e fresca nelle composizioni, allora sì che il genere ha ancora qualcosa da dire.

Sono passati sette anni e la campagna marketing in primis, le radio e addirittura anche il Televideo e Studio Aperto parlavano di questo “72 Seasons” e del grande ritorno dei Four Horseman, un fulmine a ciel sereno che forse non ha colpito nemmenotroppo i fan di vecchia data, carichi di basse aspettative, ma che ha travolto di hype quelli più giovani. In più, l’annuncio dell’anteprima del disco al cinema il 13 aprile. Con queste premesse ci si aspettava un lavoro enorme che neanche il “Black Album” è stato in grado di fare, un “prodotto” che, almeno a livello di costi di produzione, vale più di ogni disco che uscirà quest’anno. Bene, “72 Seasons” è arrivato in redazione, e come suona?

72 Seasons” affida la partenza alla title-track, il cui riff principale, interpretato dal duo Hetfield-Hammet, ci presenta dei Metallica sul pezzo e con voglia di fare, giocando molto sulla velocità e il mid-tempo, ricetta già sentita, lo sappiamo, ma che inserita in una produzione moderna riceve tutta un’altra veste. Shadows Follow mette molta carne sul fuoco in un brano di sei minuti che appare alla lunga un po’ pesante, ma che rende giustizia all’aggressività iniziale, quasi slayeriana per intenderci, e che trova subito un po’ di carica aggiuntiva nella successiva Screaming Suicide, che ripercorre al livello di climax tutto il periodo di “Kill’ Em All“. Troviamo un calo subito nelle successive Sleepwalk My Life Away e You Must Burn!, pezzi lenti di quasi sette minuti che sembrano dieci.

Con la successiva Lux Æterna, primo singolo estratto, ritroviamo quella leggerezza che serve per spezzare un po’ quei macigni che abbiamo trovato in alcuni momenti dei brani precedenti. Crown Of Barbed Wire sembra un pezzo scartato di “Reload“, che però si lascia ascoltare senza troppi pregiudizi. Le successive Chasing Light, If Darkness Had a Son e Too Far Gone? sono i classici tre pezzi tappabuchi, non trovo altri termini per descriverli, ad eccezione dell’ultima che in alcuni momenti mostra delle idee ben riuscite, ma nel complesso la sensazione di ridondanza resta. Stupisce la seguente Room Of Mirrors, dall’inizio incalzante con un leggero gusto hard rock che cambia un po’ il mood del disco per poi prenderci sotto braccio portarci a Inamorata, ben 11:10 di canzone che ci teletrasporta direttamente ad una somigliante The Outlaw Torn, per poi sterzare di colpo verso un ulteriore somigliante Orion. Due brani che fanno a botte, ma che nel complesso costituiscono un finale del tutto riuscito.

A conti fatti, come è questo “72 Seasons“? Bisognerebbe riflettere su diversi aspetti. Il primo punto è che il disco è troppo lungo, un’ora e 17 minuti di musica sono difficoltosi da sostenere sia per l’ascoltatore medio dei Metallica che per l’ascoltatore più vissuto, c’è la sensazione che la band voglia fare il massimo per risultare ancora credibile, e ancora lo è, questo è certo, ma senza dubbio ci sono alcuni pezzi tranquillamente scartabili. Il secondo punto invece è il seguente: i Metallica sono in formissima, credono tantissimo in quello che fanno e questa cosa fa molto piacere, vocalmente parlando James Hetfield è ancora energico e non sente la pesantezza dei suoi 60 anni. Di conseguenza, se “72 Seasons” viene visto in questa veste probabilmente é un album che soddisferà. Certo, è un disco che gioca molto su una dinamicità che però si perde a tratti nella staticità e sicuramente, proseguendo nell’ascolto, la sensazione, talvolta, è quella di ascoltare sempre la solita canzone.

Vuoi per le aspettative, che non erano delle più rosee, vuoi per una qualità generale più che soddisfacente, “72 Season” è un compito riuscito.

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