Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Black Country, New Road – Live At Bush Hall

2023 - Ninja Tune
art rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Up Song
2. The Boy
3. I Won’t Always Love You
4. Across The Pond Friend
5. Laughing Song
6. The Wrong Trousers
7. Turbines/Pigs
8. Dancers
9. Up Song (Reprise)


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Look what we did together / BCNR friends forever

Up Song

Malgrado la perdita del frontman Isaac Wood, all’inizio del 2022, qualche giorno prima dell’uscita del secondo album in studio, “Ants From Up There“, i Black Country, New Road non si sono fermati. Dopo aver sospeso per qualche mese l’attività live per raccogliere le idee, sono tornati a calcare i palchi in estate. Evitando di eseguire le tracce dei primi due album, “per rispetto” dell’ex-compagno di strada (o forse anche per l’oggettiva difficoltà di sostituirsi a lui), hanno messo in scena un nuovo repertorio. Alla voce solista si alternano la bassista Tyler Hyde più spesso e talora la tastierista May Kershaw o il fiatista Lewis Evans. Il risultato su disco è questo live di inediti che possiamo classificare legittimamente come il terzo album della band. Live di cui è disponibile sul tubo anche il film. 

Diciamo subito che l’assenza di un membro così ingombrante come l’ex cantante, chitarrista e paroliere, rende il risultato finale, almeno all’apparenza, diverso dai precedenti dischi. Wood aveva uno stile molto personale nello scrivere i testi, oltre che un timbro vocale ben riconoscibile. Una presenza molto forte la sua che non passava inosservata quando c’era e anche ora che non c’è. 

Personalmente, avevo avuto una fase di forte attrazione verso questa band tra 2021 e 2022. Interesse che poi era andato un pò calando e tra i motivi vi era proprio la pesantezza del cantato e delle parole di Wood. Quel suo continuo nominare persone, riconoscibili o meno, nelle canzoni e quel timbro vocale così specifico, alla lunga mi avevano stancato. Mi chiedevo quindi cosa potessero diventare i BCNR senza di lui. 

Il risultato su “Live At Bush Hall” è sempre lo stesso art-rock di prima, dalle strutture che uniscono orecchiabilità e complessità e che frequentano anche jazz e classica. Ma le voci più flautate, soprattutto delle due signore, Hyde e Kershaw, fanno una grossa differenza. La Hyde convince con un timbro facilmente riconoscibile, agile e mai pesante. La Kershaw è ancora più discreta alla voce; la possiamo sentire in due belle composizioni come The Boy e Turbines/Pigs. Rimane la teatralità della musica, nella migliore tradizione dell’art/indie-rock alla Arcade Fire. Ma i BCNR che lo sappiano o meno, affondano le loro radici in cose ancora più antiche, come certo prog degli anni sessanta/settanta. Con questo nuovo set di canzoni sono diventati più gentili. Qualcuno li ha criticati definendoli “più pop”. Di fatto, non puntano più il dito su nessuno e non alzano più la voce. C’è romanticismo, ma c’è anche ottimismo in questo disco. E c’è anche più facilità per chi ascolta. 

Tuttavia, spero di sbagliare, ma non credo che “Live At Bush Hall” darà alla band lo stesso livello di successo, quasi mainstream, dei dischi che lo hanno preceduto. Ma forse ci farà abituare una volta per tutte alla presenza dei BCNR nelle nostre librerie musicali, più o meno virtuali, grazie alla maggiore versatilità che la loro discografia consegue grazie a questo nuovo capitolo. Piaccia o meno, è una band che a ogni passo che fa tira sempre fuori qualcosa di nuovo, e questo è già tanta roba.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni