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CRM – My Lunch

2023 - Overdub Recordings
post-rock / psych

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Tracklist

1. Interference
2. Buy
3. Alone
4. My Lunch
5. Mirror
6. Weirdo
7. Vanity Wheel
8. Dreamers
9. Jesus's Back


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Sophomore album per i CRM (Customer Relationship Madness) di Roma. La band, a distanza di 4 anni dal precedente “Who Are You Exactly?” (2019), gioca una carta più complessa nell’articolazione dei suoni e tira fuori un lavoro favorevolmente dinamico, elettronico, oscuro, che versa alla psichedelia, ma esprime energia rock altamente infiammabile, con inserti di ambientazione trib e dance.

I panorami sonori elettrizzano l’ascolto ed emerge dall’architettura compositiva l’evidenza di una immaginifica attitudine creativa, che vive di momenti cangianti e fa presagire istantaneamente che il fenomeno CRM ha quel qualcosa in più.

I brani allungano il passo per quel che concerne la durata, non si va sotto i 4′, e in siffatta maniera si celebra l’avvento della primavera, invero ancora gelida, facendo proprio al caso nostro, perché la temperatura del disco si adatta molto a questa stagione trasversale e di rinascita, dischiudendo ampie infiorescenze notturne innestate col cibernetico e che attirano per mezzo dei loro pericolosi effluvi sonici inglobando in una strana, eccitante, glaciale mutanza.

Alone, secondo brano scelto per il lancio dell’album (fascinoso e screziato, liquido e battente), è seguito dal viaggio emozionale di My Lunch. In questi due episodi si tasta il polso della band che macina sonorità elettroniche, noise/kosmische ai confini dell’industrial, dove la voce assume un timbro sferzante, di peso, caratterizzante. La passeggiata umorale, timbrica di Mirror gioca con impulsi elettronici ipnotici e rolla su un tappeto tribale/spettrale.

Le ambientazioni virano al dark, ma le integrazioni e le invenzioni a tutto campo rendono ibridata la materia che si fa tessuto cucito da forte personalità, classe e riconoscibilità. La caratura della musica suggerisce elevazioni di stampo internazionale, sebbene il prodotto sugga aria europea, ma battente bandiera extraterrestre. Possibile trip sonoro che tenta in maniera peccaminosa l’ascoltatore e lo isola entro scenari spaziali ritmicamente accattivanti, di interessante matrice lisergica, dove i ‘deliri’ sonici sono delineati dalla maestria delle concupiscenze intraprese dagli strumenti che esperiscono virtuosi on air.

E probabilmente mi sto verticalizzando sulla cadenzata Weirdo, che mette in collisione il mondo dell’elettronica con l’attitudine art rock, aumentando il climax di una track che vola sopra le righe dell’ispirazione, aprendo ad un altro stand out: Vanity Wheel, che per quanto sia spinta da un intro pregevole (Marcello Maggi alla tromba con sordina e Francesca Ronconi al piano) si espande – perchè no? – tra Bowie e Frankie Goes To Hollywood, deliziando l’ascolto con estro chitarristico psichedelico affine a quello disseminato nei migliori album della Paul Butterfield Blues Band; quindi, lo switch vocale tra Luca Palazzi ed Elisabetta Caiani (vocalist anche nel primo album) decanta una sconfinatezza di feeling che apre all’emotività più fresca e geniale, dentro cui convivono mood particolari, pregio della malia creata dalla band, che conferma di aver trovato una genuina vena aurifera da cui attingere a piene mani.

Dreamers naviga nel cosmo trasportando con sé Simple Minds e Scott Walker su altezze liminari, compiendo evoluzioni aeree ad oggi ancora sconosciute per i velivoli esistenti sulla Terra, mentre Jesus’s Back suona esattamente come quelle prodezze acrobatiche che il grande Maradona eseguiva nelle partite ufficiali. I video sono stati realizzati da Luca Palazzi e Francesca Ronconi con la tecnica cara a Blob, ovvero un mix di immagini di repertorio e vecchi film di horror e di fantascienza.

Penso, in tutta calma e concertazione, che i CRM siano diventati incontenibili entro gli italici stretti confini sonori dell’underground e che la loro creatività dovrebbe porli su stage afferenti alla musica internazionale, perché suonano dannatamente bene, nascono nuovi e sicuramente sono destinati a raccogliere grandi consensi dall’audience globale.

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