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Death Mantra For Lazarus – Dmfl

2023 - Vina Records
post rock

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Tracklist

1. Church SuperDelay
2. Nude
3. Marbles
4. Laika Cold! Laika Cold!
5. Mina
6. Like Dolphins
7. Memory Of Us


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I post-rockers abruzzesi Death Mantra For Lazarus sono un collettivo sperimentale e interessante che, con grande qualità, mette in atto un vortice di viaggi mentali entusiasmanti all’interno di melodie sensuali e malinconiche, esplorando tutto il panorama post-rock. Un genere musicale molto importante e di nicchia che negli ultimi anni ha avuto un buon impatto sull’attuale scena indipendente.

La band nasce nel 2010 a Pescara, dando alla luce qualcosa di originale grazie a brani intensi e significativi che trovano il loro spazio definitivo nell’esordio “Mu“, una produzione notevole che vede la collaborazione preziosa di Umberto Palazzo (ex-Santo Niente). Dopo un lungo silenzio il gruppo si riunisce nel 2019, prima della pandemia, per registrare le basi del nuovo lavoro. Il titolo che ne viene fuori è “Dmfl”, prodotto e distribuito dalla label italiana Vina Records, con sede a Biella. Quest’opera trasmette un sentimento ricercato che affonda le tematiche in attimi di vita vissuta, amicizia e la speranza di creare ancora una volta qualcosa di incredibile racchiuso in un forte legame interiore. Infine, al di sopra questo tappeto di paesaggi infiniti e eccellenti, troviamo la collaborazione di diversi ospiti di rilievo come il cantautore folk Jester at Work, la violinista Valeria Vadini e il polistrumentista Francesco di Giandomenico.

Il singolo di lancio che anticipa l’uscita del disco, nonché brano iniziale, è Church SuperDelay, una cantilena soffice e armoniosa che si apre su un iniziale gioco caloroso condotto dal batterista Federico e un muro dissonante di delay spaziali prima di trovare un habitat naturale in una vibrazione sognante. Il tempo vorticoso della ritmica si esprime tramite un ricordo sensibile e delicato poggiato su un’atmosfera malinconica. Segue Nude, la cui sfumatura danzante incastra il tamburo a mo’ di suggestiva cornice, oltre a una stupenda esecuzione di basso e chitarra, per narrare una storia epica, fino ad inoltrarsi in orizzonti simili al jazz, per una composizione meravigliosa. Marbles invece è un brano dolce e sinfonico, impreziosito dal violino di Valeria che si cimenta in melodie accoglienti al cui passaggio l’ascoltatore abbandona la mente in un luogo antico, sognando una vita differente. Con Laika Cold! Laika Cold!, il gruppo avvia una morbida melodia in perfetto stile Mogwai in cui la ritmica ampia e sostenuta esplode nella parte finale caricando il brano di adrenalina. In questo caso le distorsioni fanno un lavoro preciso e sistematico.

Il trittico finale di brani include una delle canzoni più complete del disco, ossia Mina, un pezzo magistrale con accenti orientali. Qui l’arpeggio leggero abbraccia una sinfonia enorme da pelle d’oca, mentre nella parte conclusiva troviamo il tocco confortevole del synth ad aumentare il tiro espressivo della traccia, completando una struttura deliziosa in ricordo di momenti memorabili. Il titolo del brano è una dedica amorevole alla figlia di Alessandro, il chitarrista, nata durante le fasi di produzione. Prima di chiudere, il percorso cambia pelle con la profonda e sensuale Like Dolphins, che vede una profonda esibizione vocale di Jester at Work e la seconda voce della compagna Giulia Flacco, immersi in una moderna e ipnotica spirale a tratti drammatica, fino ad arrestarsi nell’atto finale di un racconto solido e personale. Chiudiamo con Memory Of Us, una traccia sperimentale e elegante, che cavalca una chitarra acustica su una sfumatura trionfale della tromba di Francesco Di Giandomenico, portando il cammino verso una vibrazione inesplorata e avvicina l’ascolto a una delle suite monumentali dei Godspeed You! Black Emperor. Un finale magnetico e equilibrato.

I Death Mantra For Lazarus confezionano un lavoro immenso, seguendo un orientamento dinamico e audace che, con l’insieme di tutti gli elementi necessari, esprime un emozionante storia matura e potente.

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