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Bono / Burattini – Suono In Un Tempo Trasfigurato

2023 - Maple Death Records
sperimentale

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Tracklist

1. Trick Or Chess
2. Le ossa
3. Sogno nel vigneto
4. Dinner Illusion
5. Stella
6. The Ballroom
7. La trama del desiderio
8. Dancing Demons
9. Your House Is A Ghost
10. Waves


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Suono in un tempo trasfigurato” è il debutto del duo Francesca Bono (vocalist, performer, fondatrice degli Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco) e Vittoria Burattini (percussionista, batterista e membro dei Massimo Volume) per la Maple Death Records, restrato e mixato da Stefano Pilia.

Nonostante sia uscito il 24 febbraio, sono davvero contenta di averlo scoperto non molto tempo fa. Perché ci sono album dei quali non si parla mai abbastanza. Perché i ragionamenti che nascono in seguito ad un incontro richiedono tempo per essere formulati e, soprattutto, espressi. Ispirandosi a tre film della cineasta d’avanguardia Maya Deren (“At Land”, “Ritual In Transfigured Time” e “A Study In Choreography For Camera”), Bono e Burattini  hanno creato una densa e ipnotica raccolta di brani basati sull’uso quasi esclusivo del sintetizzatore Juno 60 e sul suono organico e lineare di una batteria. 

“Suono in un tempo trasfigurato” mi ha permesso di sperimentare molto durante gli ascolti. Ho immaginato e riprodotto, in maniera estremamente rudimentale, una sorta di possibile sonorizzazione alla quale avrei voluto assistere. Non posso scindere l’idea dal progetto, non più almeno, perché l’album, che di suo è già perfetto, con le immagini dei corti della Deren acquista una potenza e un senso nuovi, fortissimi. Ogni traccia rimanda a delle particolari ed emblematiche sequenze, a dei cambi di scena o dei dettagli narrativi presenti nei film. Musica che nasce grazie alle immagini alle quali, poi, è stata sottratta. E allora le immagini vivono nella musica e la musica nelle immagini. Grazie, o a causa, di questa commistione, faccio una certa fatica a procedere descrivendo analiticamente l’album, ma se non lo facessi tradirei la natura stessa del progetto che, ad un certo punto, si è svincolato dalle immagini cercando una propria autonomia, una propria identità (proprio come quella che nel film “At Land”, la Deren cerca non senza una certa inquietudine).

Suono in un tempo trasfigurato” si apre con Trick Or Chess, nel quale la chitarra di Stefano Pilia si trasforma, diventando un altro suono, assumendo un’altra identità. Ed ecco che nella mia testa si figura la partita a scacchi presente in due punti del film At Land nella quale non puoi bluffare mettendo in atto trucchetti e strategie, altrimenti bluffi contro te stesso. Ne Le ossa la voce di Francesca Bono è pulsante, ipnotica, in bilico tra l’essere oscura e salvifica, le percussioni di Vittoria Burattini sono pesanti, cadenzate. Sogno nel vigneto è un viaggio kraut, teso e leggero. La struttura narrativa del brano ora è tesa, ora è leggera. Ma mai superficiale, mai scontata. Dinner Illusion è eterea, grazie all’intervento vocale della Bono, è commovente grazie ai tempi dilatati di batteria e synth. Non c’è tensione apparente, c’è solo un lento scivolare, un lento procedere. In Stella Pilia apporta nuovamente il suo contributo, questa volta ai synth modulari, ed è un bezzo bellissimo. Semplicemente. 

The Ballroom si presenta come una stratificata e ricca elettronica minimale, nel quale la voce è uno strumento musicale non meno del synth e della batteria, mentre ne La trama del desiderio il groove kosmische è in perfetto equilibrio con le percussioni che portano in tensione in brano. Dancing Demons, nella mia personalissima sonorizzazione, è associata ad una danza in luogo non identificato simile ad un cimitero nella quale i movimenti sono lenti, esasperati, meravigliosi. Esattamente come nel brano, nel quale la rarefatta voce della Bono crea atmosfere oniriche, estatiche, sintetizzate. Con Your House Is A Ghost ci si avvicina alla fine. Qui le immagini si fanno spettrali, in negativo, dove anche un sorriso assume una connotazione inquietante. Ma siamo sempre noi, ce lo ricorda l’incedere della batteria, così arcaico. Waves chiude l’album. Ed è una sintesi perfetta di quanto ascoltato. Di quanto visto, anche. Il Juno e la batteria creano un soundscape plumbeo ma pulsante che investe chi lo ascolta.

“Suono in un tempo trasfigurato” a mio avviso ha solo un neo. Se la grafica di copertina di Alicia Carrera risulta perfettamente in linea con tutto il progetto, la qualità al tatto risulta leggermente dozzinale, penalizzante per quanto riguarda l’altissima qualità del lavoro nel suo insieme. È sempre il dettaglio a determinare l’equilibrio del tutto. Bono e Burattini sembrano aver dato vita alle parole della Deren: “Cos’altro potrei chiedere come artista, se non che le vostre più preziose visioni, per quanto rare, prendano la forma delle mie immagini?

Suono in un tempo trasfigurato” è una forma-non-forma perfetta.

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