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Matt Elliott – The End Of Days

2023 - Ici, d'ailleurs...
folk

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Tracklist

1. The End Of Days
2. January’s Song
3. Song Of Consolation
4. Healing A Wound Will Often Begin With A Bruise
5. Flowes For Bea
6. Unresolved


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Soffermarsi più di tanto sul nuovo disco di Matt Elliott non è necessario. L’ultimo menestrello del nostro tempo è una sicurezza, avendo il dono di continuare a sfornare dischi intrisi di dolce malinconia, senza cambiare l’ossatura della formula che ha rivelato al mondo ormai quasi venti anni fa, col famoso e popolare “Drinking Songs“, e al contempo senza segnare trito, o ripetitivo. Sarà che il folk e il cantautorato non sono più di tanto influenzati dalla ricerca e dall’innovazione: lì è davvero l’anima di chi suona che conta, e non lo strumento. E quella di Matt Elliott, gentile uomo di mezza età proveniente da Bristol ormai d’istanza in Francia da diverso tempo, dev’essere davvero un’anima speciale.

“The End Of Days”, tra i tanti dischi che si sono succeduti negli anni, è uno di quelli che più si avvicina alle origini di Elliott. Sin dalle prime note della lunga title-track si coglie una familiarità fuori dal comune, una tristezza narrata dalla sua inconfondibile voce due ottave sotto il rutto, mitigata da quegli arpeggi così classici e così autentici. Però, da artista vero qual è, ha comunque bisogno di aggiungere nuovi elementi per appagare la creatività. Ed allora ecco apparire, assieme al piano del produttore David Chalmin ed il contrabbasso di Jeff Hallam, entrambi collaboratori rodati, un nuovo strumento, il sassofono, che rappresenta un’evoluzione della direzione intrapresa verso i fiati dello stesso Elliott, già presenti a partire da “The Calm Before” attraverso il flauto.

Il sassofono riporta la musica di Matt Elliott a un sound più retrò e invernale (non a caso la seconda traccia si chiama January’s Song) che sicuramente ha impreziosito ed impreziosirà i suoi intensi live, un esperienza assolutamente da vivere se si ha l’occasione: armato di sedia, chitarra, fiati e loop station, Elliott lentamente ricostruisce i suoi pezzi, strato per strato, fino a suonare come un’orchestra del caos. E Flowers For Bea, coi suoi 12 minuti il pezzo più lungo del disco, promette di diventare uno dei nuovi cavalli di battaglia di quest’elegia fai-da-te.

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