1. Run Your Luck
2. FTS (KYS)
3. Devil’s Itch
4. Evil Finds Light
5. Imposter
6. Intermission (Feat. Shakewell)
7. Weight Of The World
8. Watch You Burn
9. Good Good Things
10. Living Proof
Astri di una scena hc che dalle parti della California sembra aver trovato una nuova sorgente di linfa vitale pressoché infinita da cui attingere, i Drain erano sicuramente tra i nomi più attesi al varco, dopo che l’ottimo esordio “California Cursed” li aveva catapultati in una spirale di hype dalla quale il rischio di uscire con le ossa rotte è tutto fuorché trascurabile.
Forse consci del pericolo, con il sophomore dal titolo “Living Proof“, – licenziato dalla leggendaria Epitaph, tanto per restare in tema di hype – i nostri mantengono la barra dritta, senza azzardare significativi cambi di rotta, ma piuttosto rafforzano punti di forza e pregi di una formula accattivante ed esplosiva, che sta a metà strada tra l’hardcore, il thrash metal e il crossover e che in tanti stanno affollando in questi ultimi anni. Ne esce fuori un disco che scorre via veloce ed orecchiabile, a dimostrazione del fatto che i Drain hanno il mestiere e l’arguzia necessari per portarla a casa da primi della classe, pur senza sviare dai dettami del genere. La loro principale forza è il non prendersi troppo sul serio in una scena troppo spesso di pesantoni, giocando molto con un’estetica punk-rock che diluisce i momenti di breakdown più opprimenti salvandoli dal rischio di suonare alla lunga caricaturali.
In realtà, qualche bagliore di innovazione c’è, soprattutto nella seconda metà del disco, in cui spiccano il trascinante hardcore melodico di Good Good Things e soprattutto Intermission, esperimento di fusione nucleare tra un brano prettamente trap (c’è lo zampino del raper Shakewell) e il tipico groove tagliente della band di Santa Cruz. Sono episodi non decisivi nel definire l’identità del lavoro, che come detto rimane ben ancorata agli elementi già tipici del suono dei Drain, ma che comunque lo arricchiscono e forse sono lì a segnare nuovi possibili camminamenti da intraprendere in futuro.
Ad oggi nessuno chiede ai Drain chissà quale rivoluzione, ma semplicemente un disco hardcore di prima qualità. E “Living Proof” lo è.