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Chalk – Conditions

2023 - Dutch Tilt
electro punk / noise rock

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Tracklist

1. Asking
2. Static
3. Them
4. Velodrome
5. Conditions


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Il punk dell’Irlanda colpisce ancora. Quello dei Chalk è un progetto a tinte oscure che appartiene a un trio di Belfast (da non confondere con la band hardcore che porta il medesimo nome, ma proveniente da Chicago) che si è conosciuto tra le mura della Queen’s University Belfast con indirizzo cinematografico e, iniziando dapprima a suonare cover di Courtney Barnett e The Strokes, prende piena forma durante il periodo della pandemia, quando realizzano i primi demo e si mettono in contatto con il produttore e compositore Chris W. Ryan (Just Mustard, Robocobra Quartet) per lavorare sul primo brano che sarebbe entrato a far parte del futuro EP, ossia Them, una potente scarica di dance-punk-elettronico (o techno-punk, come piacciono definire loro stessi) che è la traccia centrale dell’EP.

Il modo arrabbiato e aggressivo di Ross Cullen di dar voce ai testi della band non tradisce una visione contrastante del mondo, in cui lottiamo ferocemente ogni giorno per capire chi siamo, a cosa apparteniamo, che scopo abbiamo, non solo per quanto riguarda il singolo ma anche nelle relazioni con gli altri. Quando ho ascoltato per la prima volta il singolo Asking, nonché traccia d’apertura dell’EP, mi sono posta esattamente queste domande (there is no limit, there is no end) in un crescendo di estasi e adrenalina che scorreva rapidamente nelle mie vene, mentre il riff iniziale ispirato dalle musiche di Hans Zimmer mi diceva che stavo entrando in un mondo così cupo e colorato al tempo stesso che dovevo essere psicologicamente preparata ad addentrarmici. E poi c’è Static, brano che, come il primo, dura meno di 3 minuti, ed è pura e folle esplosione post-punk. Arriva Velodrome (gioco di parole con “Videodrome” di Cronenberg, chissà se l’ho pensato solo io quando per la prima volta ho letto il titolo) che parte con un dominante riff di basso che ci insegue pericolosamente per tutto il brano, insieme a quello di chitarra e alla rabbia che pian piano cresce fino a diventare una vera e propria bomba a mano sulle battute finali di quello che è un pezzo disperato e violento (I can’t take it ripetuto all’infinito) e meravigliosamente energico. Traccia finale dell’EP è l’omonima Conditions che restituisce attimi di respiro dopo i ripetuti colpi inflitti in precedenza.

Ma a noi, che importa? L’ultimo brano risulta come una catarsi vera e propria, quasi un eccesso di emozioni contrastanti, che si rifugia in atmosfere che ricordano tanto i Preoccupations. E infatti, i principali riferimenti musicali dei Chalk sono in particolar modo gli album Viet Cong degli stessi Preoccupations e The Agent Intellect dei Protomartyr (band, per loro, di grande ispirazione che si sente praticamente in ogni dove, qui).

Serve aggiungere altro per farvi mettere play su questo EP d’esordio, oltre al fatto che essendo un EP, ha la durata di appena 17 minuti? No, io non credo. Teniamo d’occhio questa band e incrociamo le dita per vederli presto dal vivo.

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