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Esben And The Witch – Hold Sacred

2023 - Nostromo Records
post-rock / ambient / slowcore

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Tracklist

1. The Well
2. In Ecstasy
3. Fear Not
4. Silence, 1801
5. True Mirror
6. A Kaleidoscope
7. Heathen
8. The Depths
9. Petals Of Ash


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In tanti durante e dopo i due anni e più di isolamento a cui la pandemia ci ha costretto abbiamo pensato molto allo scorrere delle nostre vite fin qui, a se e come riportarle in un ordine più sostenibile, a cosa fare per reintegrare nelle nostre esistenze tutti quegli elementi che abbiamo trascurato e dimenticato. Sono certo che molti abbiano cercato un modo per spogliarsi e ripartire da zero, dall’essenza più pura e intima delle cose che potesse in qualche modo riappacificarci con un mondo che va letteralmente in fiamme.

Spogliarsi e ripartire, appunto: devono averlo pensato anche gli Esben And The Witch, che al sesto disco in carriera, una carriera forse penalizzata da una troppa varietà di stili e sonorità, trovano paradossalmente la quadra con un disco ridotto ai minimi termini. Forse memori delle lezioni sulla purezza del suono di Steve Albini, con cui il trio di Brighton ha lavorato nel 2014 per il disco “A New Nature“, Rachel Davies, Thomas Fisher e Daniel Copeman danno alla luce, una luce fredda ma potentissima, un lavoro dal fascino assoluto e primordiale.

Hold Sacred” è un’esperienza immersiva e spirituale, una riflessione sulla fragilità della mente e una cura per l’anima: non è con suoni abrasivi e taglienti che giocano gli Esben And The Witch, ma piuttosto con un approccio quasi ambient, meditativo, minimale, che si muove tra Grouper, Julien Baker e Low. Nei testi e nella voce di Davies, mai così in primo piano, si scorgono spettri e ombre che pian piano si tramutano in fasci di luce e di speranze, in un percorso che lungo le nove tracce che compongono il disco assume sempre più i tratti di una catarsi.

Non ci sono sostanzialmente percussioni in “Hold Sacred“, ma chitarre sottili, elettronica rarefatta e bassi pulsanti, brani che toccano il neo-folk (The Well), lo shoegaze più minimale (A Kaleidoscope), il post-rock (Heathen), ma anche lo slowcore (Fear Not) e la psichedelia (In Ecstasy). Un lavoro variegato insomma, come si diceva sopra pure dell’intera carriera della band, ma anche coraggioso, perché è difficile ridurre tutto all’essenza e riuscire ad esprimere con forza e chiarezza i propri tormenti interiori e il modo in cui li si affronta. Gli Esben And The Witch ci riescono con un disco che è al tempo stesso pace dei sensi e sconvolgimento interiore, epilogo e rinascita, buio e luce.

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