1. Zaubertwort
2. Rytmy
3. Cresta
4. Amethyst
5. Wildwasser
6. Glockenton
7. Elektrin
8. Okno
9. Touha
10. Lyriq
Markus Popp, in arte Oval, è un autentico pioniere della musica elettronica, da trent’anni sulla scena, che nel tempo ha saputo rinnovarsi e spaziare in molteplici direzioni con progetti e collaborazioni anche dal di fuori del genere, conquistando spazi e territori digitali inesplorati. Questa volta l’artista tedesco si cimenta con un concetto complesso, articolato e rischioso, quello di “Romanticismo”, tenendo ben presente che la sua patria ha dato i natali ad intellettuali, scrittori e musicisti che sono tra i più importanti esponenti in Europa di questo movimento: lo Sturm und Drang di Goethe, Schiller e Herder anticipava infatti una tendenza che dalla fine del Settecento in poi si sarebbe diffusa in tutto il continente, mentre il termine “romantico” venne coniato dai fratelli Schlegel e utilizzato per la prima volta nel 1798 nell’accezione che poi divenne nota come espressione di una nuova, rivoluzionaria sensibilità artistica e individuale.
Ma cosa significa, per Popp, questo aggettivo, visto che “Romantiq” è il titolo del suo ultimo lavoro discografico? Continuando nella sua esplorazione di tecnologie all’avanguardia, Oval mette questa volta in primo piano la spinta emotiva che è sempre stata presente nei suoi album, raggiungendo risultati di grande raffinatezza. Il disco nasce dallo sviluppo di un progetto di collaborazione audiovisiva con il creatore digitale Robert Seidel per l’apertura del Museo del Romanticismo tedesco a Francoforte (Deutsche-Romantik Museum), inaugurato il 14 settembre 2021 nella città in riva al Meno e confinante con la preesistente Goethe-Haus. Per l’occasione Seidel e Popp avevano realizzato un’enorme proiezione all’aperto che copriva l’intero edificio del museo, con accompagnamento musicale. Fin dall’inizio entrambi gli artisti avevano cercato una definizione più ampia di “romanticismo”, che “proiettasse”, letteralmente, all’esterno l’estesa e variegata indagine effettuata sull’epoca del XIX secolo dall’esposizione museale. Il compito di Oval era quello di dare vita ad una serie di brevi “vignette” uditive, a voler evocare stato d’animi e sensazioni in una peculiare interazione con le immagini e le animazioni dense e intricate di Seidel.
In un secondo momento il musicista ha sviluppato ulteriormente queste composizioni, rielaborando il proprio materiale, ma sempre mantenendo uno sguardo attento sull’universo letterario, poetico e delle arti figurative. Nelle dieci tracce che compongono il disco Popp ha utilizzato, a questo scopo, strumenti d’epoca elaborati, accanto a quelli digitali, per tratteggiare una varietà di affreschi sonori che adornano sia immaginari ambienti idealmente ristretti e poco illuminati che sontuosi, imponenti saloni.
Il suo è un viaggio nel tempo che dal Romanticismo delle origini e dall’electrowave anni Ottanta ci proietta verso atmosfere futuribili, con coinvolgenti sinestesie tra colori e sfumature, inebrianti profumi, sensuali sensazioni tattili, fresca brezza e venti impetuosi. Elementi analogici si intrecciano, in una conversazione incessante, con quelli elettronici: nell’opener Zauberwort, ad esempio, la voce di un cantante d’opera viene ridotta ai suoi elementi essenziali, come scissa in atomi, per poi dissolversi. Il pianoforte è protagonista in Rytmy e fa da base a variazioni realizzate con altre timbriche, mentre in Elektrin l’eterea melodia che rimanda a quella di un flauto si fa fugace e incorporea. Le ipnotiche Amethist e Wildwasser si rifanno al decennio prediletto degli Eighties, mentre Touha esprime sentimenti di una profondità quasi devozionale, evocando ambientazioni da musica sacra. Tra nostalgia e futurismo, contemplazione e beatitudine, il Romanticismo di Oval è un’emozione impalpabile eppure tangibile, soggettiva e universale insieme.
I suoi apparati sonici multisensoriali, tra glitch, xilofoni, Glockenspiel, altalene di synth ed esoteriche percussioni ci proiettano in una dimensione in cui il concetto di “romantico” in tutte le sue declinazioni – tendenza all’immaginazione sfrenata, abbandono della razionalità in favore delle suggestioni della fantasia, atteggiamento malinconicamente dolce e sognante, aspirazione alla fusione con l’Assoluto – prende vita e forma attraverso la mediazione dell’elettronica, in un continuo dialogo di ossimori tra finito e infinito, digitale e analogico, artificio e natura, sintetico e autenticamente umano.