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Kety Fusco – The Harp, Chapter I

2023 - Floating Notes Records
elettronica / sperimentale / neo classica

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Tracklist

1. Chapter I


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19 minuti. 1140 secondi. Meno della durata della metà di una partita di Basket. Viaggiando alla velocità della luce, in circa 19 minuti si può andare e tornare dal Sole, fulcro del nostro sistema solare composto da 9 pianeti (si 9 e non 8 perché io a Plutone ci sono affezionato fin dalle scuole elementari e per me rimane un pianeta!) e da svariati altri piccoli e grandi corpi opachi risplendenti di luce riflessa. In realtà, ad essere proprio precisi, ci vorrebbe un po’ di meno, ma una volta arrivati lassù non la vuoi scattare una foto ricordo da caricare poi sui social e fare il pieno di like?

19 minuti e una piccola manciata di secondi sono anche la durata di “The Harp, Chapter I”, primo capitolo di una trilogia che a detta della musicista Kety Fusco “rivoluzionerà l’arpa classica”. Anticipato dai due singoli 2072 e Starless, questo nuovo album composto da un’unica traccia inizia come un’immersione totale di un flusso discontinuo di suoni che si aprono con un fruscio lontanissimo. Poche note sussurrate si fanno largo in un silenzio che lentamente viene lacerato. Atmosfere sinistre che attendono l’accadere di qualcosa. Bagliori. Spiragli luminosi che si insinuano in un’oscurità profonda e livida. Suoni che sembrano provenire da un antro lontano e nascosto. Un arpeggio aumenta il suo incedere fino a divenire un mantra ipnotico. Il momento rimane sospeso, rarefatto.

Sono trascorsi 5 minuti da che ho cliccato su play e tutto va bene. Cresce. Qualcosa sembra aprirsi da un momento all’altro. L’oscurità non è più così densa e luci sempre più insistenti illuminano adesso quell’antro nascosto dove tutto è iniziato. Le note divengono gocce d’acqua. Un fiume che corre fino a cadere nel vuoto di un’improvvisa e inattesa cascata.8 minuti e 30 secondi e tutto sta andando ancora bene. Il suono diviene melodia che corre sempre più veloce ed è proprio in questo momento che tutto d’improvviso si ferma. Il rincorrersi veloce si attenua.

Siamo a 13 minuti. Il giorno è passato ed il sole torna a nascondersi. È un arrivederci. Schianti e fragori si irradiano in un silenzio durato giusto qualche manciata di secondi. Il viaggio, così come lo ha definito la sua stessa autrice, sta volgendo al termini. L’ultimo minuto è un riavvolgere di suoni e di battiti risucchiati da quel punto lontano da dove tutto ha avuto il suo inizio. Catarsi. Tutto inizia e tutto si conclude con e nel silenzio. Lavoro di grande intensità che mette in risalto capacità tecniche, talento ed emozione. Il giudizio di questo nuovo lavoro di Kety Fusco non può che è essere positivo, ma rimane in un certo senso sospeso fino ai prossimi capitoli già annunciati dalla sua autrice.

Tutto ciò mi ricorda in un certo senso la produzione cinematografica di un magnifico maestro come David Cronenberg, regista che ci ha abituato a film straordinari e che a distanza di tempo mostrano chiaramente come il loro autore li abbia concepiti, forse solo inconsciamente, come diversi capitoli di specifici momenti della propria produzione creativa. Il giudizio di “A History Of Violence” ad esempio certo non muta in funzione del film che lo ha seguito, ma visto in un dittico composto anche da La promessa dell’assassino assume un valore ed un quadro più chiaro e completo.

Letto assieme ai suoi capitoli successivi, anche “The Harp, Chapter I” assumerà senza dubbio una personalità più precisa e più chiara risulterà la riuscita o meno di questo intenso progetto sperimentale.

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