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Hot Mulligan – Why Would I Watch

2023 - Wax Bodega
emo / post-hc

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Tracklist

1. Shouldn't Have A Leg Hole But I Do
2. It's A Family Movie She Hates Her Dad
3. And I Smoke
4. This Song Is Called It's Called What's It Called
5. No Shoes In The Coffee Shop (Or Socks)
6. Christ Alive My Toe Dammit Hurts
7. Betty
8. Cock Party 2 (Better Than The First)
9. Shhhh! Golf Is On
10. Gans Media Retro Games
11. Smahccked My Head Awf
12. John "The Rock" Cena, Can You Smell What The Undertaker


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Marzo 2020, tutto stava per cambiare, le nostre vite, le nostre abitudini, due lunghi mesi di sofferta reclusione cercando di combattere la noia e la paura, forse nel momento più buio che ognuno di noi possa ricordare. Ma perchè sto scrivendo questo? Vi spiego, pochi giorni prima del famoso discorso di Giuseppe Conte, in cui annunciava l’inizio di quello che poi sarebbe stato il lockdown, esattamente il 6 Marzo, usciva “You’ll Be Fine”, secondo album degli Hot Mulligan. Già, “starai bene”, passavo i pomeriggi ascoltando BCKYRD a ripetizione per buona pace dei vicini, ed effettivamente era così, voglio bene a quel disco, assoluto compagno di giornate decisamente complicate.

Ed eccoci qua, Maggio 2023, dopo più di 3 anni gli Hot Mulligan tornano finalmente con “Why Would I Watch”, il loro nuovo album. Per chi non gli conoscesse, il quartetto è originario di Lansing, nel Michigan, dove nacque a metà dei 90’s il “midwest emo”, questo è il loro terzo disco, e se con “Pilot” del 2018 e “You’ll Be Fine” hanno rapidamente guadagnato popolarità tra tutti gli appassionati del genere e non, basta dare una rapida occhiata agli ascolti in questi anni, passando dai caratteristici live nelle cantine di mezzo Michigan a ben più importanti palchi in giro per gli States e non solo, ad Agosto partirà il loro tour europeo, purtroppo privo di date italiane.

Non deve essere stato facile dare seguito ad un disco così importante come “You’ll Be Fine” ma con “Why Would I Watch” gli Hot Mulligan sembrano decisamente arrivati alla maturità totale con un disco degno su cui piangere e urlare contemporaneamente, raccogliendo tutte le loro passate esperienze ed emozioni, impacchettando in poco più di 37 minuti 12 tracce energiche e ricche di emotività.

Alla fine gli Hot Mulligan sono questi, energia ed emozione pura, come la traccia di apertura Shouldn’t Have A Leg Hole But I Do, un pop punk diretto con riff di chitarra alla Dylan Mattheisen dei Tiny Moving Parts e con gli ormai ben consolidati scambi di battute tra i cantanti Chris Freeman e Tades Sanville, passando con continuità a It’s A Family Movie She Hates Her Dad, una delle canzoni più orecchiabili dell’intero disco, ti entra in testa al primo ascolto, sicuramente sarà uno dei loro pezzi più apprezzati, soprattutto dal vivo.

This Song Is Called It’s Called What’s It Called è il mio pezzo preferito dell’intero album, l’intro di chitarra potrebbe essere benissimo un top riff degli American Football, i cambi di tempo e le diverse sfumature a cui arriva questa canzone sono stupefacenti, e non è per niente scontato per una band così giovane arrivata al terzo disco. No Shoes In The Coffee Shop (Or Socks) e Christ Alive My Toe Dammit Hurts probabilmente sono le canzoni che rimandano al più tradizionale emo-midwest, forse rallentando un po’ il ritmo iniziale del disco, comunque ben amalgamate tra loro.

Dopo la ballad triste Betty, posta saggiamente a metà disco, si riprende lentamente ma inesorabilmente con Cock Party 2 (Better Than The First), incuriosito dal titolo bizzarro, parla di un’amicizia che svanisce con l’arrivo dell’età adulta. Shhhh! Golf Is On e Gans Media Retro Games, i primi due singoli pubblicati, racchiudono perfettamente la vera essenza degli Hot Mulligan di cui accennavo prima, tutti gli elementi che hanno composto Pilot e You’ll Be Fine mixati in chiave più matura, sperimentando con successo l’aggiunta di parti orchestrali in sottofondo che ben si abbinano tra loro. L’ultima traccia John “The Rock” Cena, Can You Smell What The Undertaker fa riemergere tutta l’energia della prima parte dell’album, i testi parlano di come sia difficile sentirsi a proprio agio nella propria pelle e nel dover essere sempre all’altezza delle aspettative.

“Why Would I Watch” supera pienamente le aspettative che si erano create grazie ai due precedenti album, gli Hot Mulligan fanno trasparire tutta la loro voglia di emergere da un genere che spesso è stato considerato saturo di idee, cercando di sperimentare qualcosa di diverso, con sonorità personali e testi anche profondi in alcuni momenti, sperando sia solo l’inizio di una formula vincente di longevità per tutta la scena.

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