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SoundSick – Epigram

2023 - Accannone Records
alternative rock

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Tracklist

1. 103=72=68
2. Black Cera
3. D.U.S.K
4. Lolah
5. Y-Rain
6. Hypnotic Dreamlike And Smoking Manhole
7. Tenia
8. Bonestorm
9. Tenet Opera


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I SoundSick sono un trio marchigiano rumoroso, il loro impatto visivo e potente cavalca un’onda energica e martellante che racchiude un percorso solido e di qualità. Il progetto nasce a Fabriano e da subito crea un forte collegamento tra generi musicali più sperimentali, come il post-rock e il post-grunge, abbracciando tematiche mistiche di stampo psichedelico, per narrare un racconto personale e furioso. Il tutto si è manifestato già dal debutto “Astonishment” del 2012.

Dopo una lunga pausa la band si rimette in marcia, gettando le basi per un nuovo capitolo aggressivo e sperimentale intitolato “Epigram”. In questo nuovo entusiasmante lavoro, prodotto e distribuito dalla label Accannone Records, il gruppo continua ad orientare il suo mondo verso un sound maturo, mettendo in mostra un talento unico. L’idea principale dell’album è quella di racchiudere tutto il cammino di una vita sfuggente accogliendo un sogno sensoriale, fino a toccare diverse emozioni, come la perdita, l’abbandono, le ingiustizie e la continua lotta contro una realtà distorta e confusa.

Un rituale spaziale accende l’apertura sensibile di 103=72=68 con un segnale criptico che prende subito il sopravvento, prima sulle parole dolci e sussurrate di Ilario (cantante e chitarrista) per poi lanciarsi con decisione in un balzo graffiante della ritmica, capitanata dalla combo micidiale di Alexander (batteria) e Valentino (basso). Una canzone gonfia di personalità, ricca di colpi di scena con un ritornello melodico e un gioco magnetico delle distorsioni. Segue il riff corposo di Black Cera, un’allegra atmosfera si sveglia da un incubo improvviso, incastrando il bridge sinfonico delle voci a un piccolo accenno di chitarra che si cimenta in un solo frizzante. Il brano poi prosegue con un tocco incantevole nella parte finale, lasciando dietro di sé una traccia tecnica e travolgente. D.U.S.K è invece una suite più morbida, dal testo magico e orchestrale che fa capolino su un arpeggio malinconico. La batteria qui fa un gran lavoro e insieme al basso dà quel tocco magistrale alla composizione, chiudendosi in un silenzio dormiente. Lolah introduce un tappeto pazzesco dal tiro post-punk adrenalinico e veloce mentre nella linea vocale è racchiusa una filastrocca grintosa che urla al mondo intero. Nella seconda parte della canzone si rallenta di poco, cullando l’ascoltatore con una tromba suggestiva per poi tornare all’improvviso al punto di partenza, gettati in un ambiente incendiario e caotico. Il cammino prosegue senza freni con uno dei brani migliori del disco Y-Rain, una traccia polverosa e oscura in cui il grande timbro danzante della chitarra apre al vortice emozionante della voce srotolando un ritornello contagioso e orecchiabile. In lontananza poi una sirena si infrange su un muro irregolare e ipnotico di suoni che arrivano da una galassia lontana, completando una monumentale opera d’arte.

Hypnotic Dreamlike And Smoking Manhole è l’unica canzone strumentale, costruita su una sensuale e interessante struttura trasmette una calda sensazione sulla pelle, grazie anche alla collaborazione eccellente del musicista Lorenzo Arteconi al sassofono. Dopo una calma apparente si torna a spingere forte sugli ultimi brani. Partiamo dall’esplosione devastante di Tenia, qui il bassista Valentino colora con la sua tonalità di una sfumatura differente il ritornello, reggendo una melodia dolce di stampo grunge. Una canzone importante e rocciosa. Prima di chiudere, Bonestorm mette in luce la parte più aggressiva del gruppo, con una tematica notevole crossover. L’album si conclude su una composizione lunga dal titolo Tenet Opera. All’inizio la batteria complessa incastra la distorsione lunare, avvicinando l’ascolto a qualcosa simile ai Deftones, mentre le parole misteriose si sposano alla perfezione con una poesia stravagante e frenetica. Sul finale la chitarra cambia mood adottando un tempo leggero acustico e prendendo gran parte della canzone che si arresta in maniera soffusa.

Epigram” è un album stupendo, intenso ed emotivo. Al suo interno sono racchiuse una gran quantità di riff e sinfonie incredibili che lasciano spazio ad atmosfere morbide, rispecchiando lo stato d’animo della band, sempre lucido e carismatico.

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