Dall’incontro tra i Flame Parade e la produttrice Matilde Davoli nasce, per Materiali Sonori, “Cannibal Dreams”, il racconto dello scontro tra sogni e realtà, tra chi non si rassegna al concreto e il pragmatismo del mondo esterno, tra il daydreamer e le persone che lo circondano. Il campo di battaglia si concretizza in sonorità dream pop e shoegaze che riassumono l’esperienza live della band raccolta tra i palchi italiani ed europei dal 2012 ad oggi. Dal dal primo EP “Berlin” a questo nuovo album, la band toscana ha plasmato continuamente il proprio sound dando sempre un’impronta innovativa ad ogni lavoro pubblicato in questo decennio.
Ciao, benvenuti! “Cannibal Dreams” è definito come: “Un viaggio nella testa di chi sogna a occhi aperti, nell’esistenza del daydreamer che vive sollevandosi nell’aria in una continua lotta tra il surreale e la concretezza”. Quanto coincide, secondo voi, la figura dell’artista con quella del daydreamer? Si può fare arte senza subire lo scontro tra surreale e concreto?
Ciao a voi! Senza dubbio la figura dell’artista condivide tanto con il daydreamer. E sì, probabilmente la necessità di raccontare lo scontro tra surreale e concreto può trasformare il daydreamer in artista. O almeno per noi da sempre è così: fare musica è una necessità fisiologica e farla prendendo ispirazione da mondi surreali è una tendenza totalmente naturale. Fare arte rimanendo legati al solo mondo reale e concreto forse è possibile. Ma per noi – per quanto riguarda la musica – è molto difficile
“I have a feeling I can’t wait to move it all away from this world” (Stay Together); “Leave this world with this silly song something’s getting strange now” (South Sunset): descriveteci le caratteristiche di questo mondo. Come e perché si dovrebbe scappare?
Stay Together è una delle prime canzoni che abbiamo scritto dopo il nostro secondo LP “Cosmic Gathering”. Eravamo a cavallo tra il 2021 e il 2022 – anni disastrosi per la musica e per la nostra arte in genere – e sentivamo il bisogno di fuggire da un mondo che ci aveva incatenato. Per tutti noi fare musica è da sempre una liberazione e un modo naturale per esprimersi, quindi abbiamo deciso di intraprendere un viaggio ambientato in un mondo onirico, liquido, dilatato. Il nuovo immaginario si è “nutrito” dei nostri sogni, ricordi, ambizioni. Il risultato è il nuovo universo dei Flame Parade.
Parliamo un attimo della quarta traccia, One of These Days I’ll Steal Your Heart: a chi è rivolta la promessa iniziale?
Se consideriamo che la canzone parla di un amore mai esistito, la promessa all’inizio del brano è legata all’idealizzazione stessa dell’amore. Infatti in One of These Days I’ll Steal Your Heart raccontiamo di quando, specialmente durante la nostra crescita, ci innamoriamo dell’ideale astratto e surreale di una persona in maniera così intensa da immaginarla nella vita vera. Inevitabilmente, però, a un certo punto ci ritroviamo a fare i conti con la realtà, che ci porta lontani da quel posto felice, gettandoci nella disillusione e nella malinconia.
A livello sonoro avete trovato un perfetto equilibrio tra gli elementi che caratterizzano la vostra identità e un certo livello di sperimentazione; quanto è stato difficile trovarlo?
Come dicevamo poco fa, dopo “Cosmic Gathering” – durante il periodo della pandemia, per intenderci – abbiamo avuto molto tempo per sperimentare nuove sonorità nel nostro studio. In “Echoes” abbiamo iniziato a “giocare” con nuovi strumenti e abbiamo provato a cambiare punto di vista, provando a reinterpretare le nostre canzoni. Il risultato finale ci è piaciuto e abbiamo così iniziato a scrivere nuova musica. Ad Aprile del 2022 abbiamo poi deciso di contattare Matilde Davoli – sound engineer, producer e musicista che da sempre seguiamo e stimiamo – per affidarle la direzione artistica e la produzione completa del nostro nuovo lavoro al Sudestudio di Lecce: sentivamo il bisogno di confrontarci con una persona che potesse comprendere la nostra nuova direzione e darci una mano a darle una forma concreta. E il risultato ha superato qualsiasi nostra aspettativa. Matilde è stata fenomenale e ci ha accompagnati a braccetto in questo nuovo viaggio rendendolo leggero e per niente difficoltoso. Si è confermata un’artista di grande spessore, senza la quale le cose sarebbero andate sicuramente in maniera diversa.
“I feel I don’t belong, but the crowd asked for more” (Mirror on the Wall); percepite questa sensazione come band? Sentite di appartenere ad un genere o ad una scena in particolare?
Per noi è sempre stato molto difficile identificarci in un genere o in una scena precisa. Questo perché, probabilmente, ognuno di noi viene da un background molto diverso. Negli anni questa particolarità si è rivelata vincente e divertente, soprattutto nelle fasi di scrittura: ognuno di noi sa che il processo creativo è principalmente basato su condivisione e apertura mentale. Inoltre i nostri testi, il modo con cui ci rivolgiamo ai fan, il mood delle canzoni (il nome stesso!) richiamano spesso il concetto di parata, che per noi è sinonimo di diversità e molteplicità ma sotto la stessa bandiera. Abbiamo parlato in passato di unione cosmica ed è così che ci piace immaginarci con tutte le persone che si uniscono alla Flame Parade.
L’artwork è curato sempre da Mattia? Cosa indica la torta nella copertina?
Si, anche questa volta Mattia ha curato l’artwork del disco insieme alla fotografa Caterina Gaggi. Volevamo rappresentare con un simbolo qualcosa di plastico e onirico, creando però allo stesso tempo una sorta di spaccatura, qualcosa che richiamasse alla disillusione di cui parlavamo poco fa. Per questo motivo abbiamo deciso di affondare una mano (quella di Letizia, per la precisione) dentro la torta e strapparne via un pezzo. Inoltre abbiamo scelto di aggiungere alla torta dieci ciliegine che rappresentano i dieci anni di attività della band. Otto sono chiaramente visibili; le altre due vanno ricercate per un motivo ben preciso, ma su questo preferiamo lasciare un velato alone di mistero…
Avete qualche live in programma?
Sì! Il prossimo live in programma è al Phoenix Festival a San Giovanni Valdarno il 30 giugno in apertura a Lucio Corsi (artista che stimiamo tantissimo e con cui abbiamo già condiviso il palco in passato). La serata sarà in piazza Masaccio con ingresso gratuito. Inoltre il 7 Luglio avremo l’onore di ritornare sul palco del Men/Go Music Fest di Arezzo in una super serata in apertura a Coma_Cose, Baustelle e Motel Connection. In questo caso i biglietti sono disponibili su Ticketone e Dice. Per questa estate abbiamo anche in programma un concerto alla Limonaia di Firenze, il 21 Luglio. Infine stiamo lavorando a un tour indoor per questo autunno/inverno, con qualche sorpresa particolare, ma per adesso non possiamo rivelare molto.