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Bush Tetras – They Live in My Head

2023 - Wharf Cat
post punk

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Tracklist

1. Bird on a Wire
2. Tout Est Meilleur
3. Things I Put Together
4. 2020 Vision
5. I Am Not a Member
6. Walking Out the Door
7. So Strange
8. Ghosts of People
9. They Live in My Head
10. Another Room
11. The End


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East Village, New York, fine anni ’70. In un localetto malfamato, il CBGB, passano in quegli anni tutte le band che fonderanno e porteranno avanti il punk prima e il post-punk dopo. La storia è ben nota e non va raccontata qui. Tra di loro, Bush Tetras. Riascolti oggi le cose loro di quei tempi (Too Many Creeps rimane un ascolto cruciale) e, se non sei familiare con i Tetras, ti vengono alla mente i Talking Heads che, in quegli anni facevano cose analoghe calcando gli stessi palchi. Dunque, sono i Bush Tetras dei Talking Heads che “non ce l’hanno fatta”?

Domanda inutile, la cui risposta dipende da troppi fattoriextra-musicali. Fatto sta che in una cosa “ce l’hanno fatta”: nel 2023, loro ci sono ancora. Sarà per il modo in cui si sono preservati, centellinando le uscite: 44 anni in cui ci hanno offerto solamente quattro “long-playing” (comprese questo ultimo), più una decina scarsa di EP e singles. Cynthia Sley alla voce e Pat Place alla chitarra sono ancora lì e ci sono state in tutte le reunion che si sono succedute. Hanno perso nel tempo (nel senso che non ci sono proprio più) la bassista Laura Kennedy e il batterista Dee Pop. Oggi rimpiazzati nientepopodimeno che dall’ex batterista dei Sonic Youth, Steve Shelley e dall’ex bassista dei Pogues, Cait O’Riordan. Non so se questo fa delle Tetras di oggi un supergruppo di sopravvissuti boomers del punk degli “anni d’oro” del genere. 

Di sicuro, all’epoca era una band in cui, alcuni dei suoi membri, da bravi punk, stavano ancora imparando a capire lo strumento che tenevano in mano, mentre oggi sono professionisti a loro agio. Pat Place tira fuori dalla chitarra atmosfere e suoni che vanno ben aldilà del punk. Bird on a Wire la mette subito in evidenza. Per non parlare di Ghosts of People, forse la traccia più interessante delle 11 in scaletta. Bassista e batterista, a loro volta, sanno bene cosa stanno facendo, offrendo una base ritmica più fluente di quella che le due Tetras storiche hanno mai avuto. Things I Put Together, altro highlight del disco, emerge come esempio di tale perizia musicale, nonché della piena consapevolezza vocale e lirica raggiunta dalla Sley.

In buona sostanza, un ritorno con i fiocchi, 11 anni dopo il precedente LP “Happy” e 5 anni dopo l’EP “Take the Fall”. Bush Tetras hanno da insegnare a tutta la schiera di giovinastri che oggi, riempiendo le pagine delle nostre webzine preferite, agitano l’etichetta (e forse solo l’etichetta) del post-punk, all’epoca inventata da loro sui palchi del CBGB e degli altri palchi di una New York pericolosa e creativa che non c’è più. Ma hanno da insegnare anche a tanti loro ex compari, tra cui le citate teste parlanti, la cui autostrada verso il successo è oggi diventata la “Road to Nowhere” di cui lo stesso David Byrne ebbe a cantare.

“They Live in My Head” è il post-punk di allora, fedele al suo sound e al suo spirito artistico senza compromessi, rivisitato alla luce di una maturità che non ha nulla da invidiare alla ruvidezza degli inizi. 

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