Gli anni ’90 sono stati difficili per emergere in un mondo musicale che era capitanato solo da Nirvana, Pearl Jam e pochi altri. Ormai il grunge era diventato un riferimento anche per un pubblico più mainstream, che non era avvezzo a sonorità rock, ma in qualche modo qualcosa è riuscito. Questa però è stata anche la disfatta per molti, non solo per gli artisti (anche le grandi band hanno rischiato molto) ma anche per le etichette di settore affini che hanno avuto squilibri di mercato e di vendita per un pubblico che è emigrato spaventosamente da una parte all’altra. Ora, non siamo qui per giudicare, questi sono stati i dati statistici del tempo, però i Failure non sono stati di parte visto che inizialmente hanno rischiato, battendo la testa sia dall’una che dall’altra parte. Innanzitutto, hanno cercato di trovare intelligentemente un compromesso con il genere che abbracciava le influenze radiofoniche del tempo, perché qui si parla di alternative rock/post-grunge e loro sono arrivati nel momento giusto, ma con gli alleati sbagliati.
Nel ’92 la Slash Records diede carta bianca alla band per comporre “Comfort” nello stesso anno e “Magnified” nel ’94, e nonostante non siano stati un successo commerciale sono stati però un successo di critica che ha spinto la band ad iniziare a lavorare all’album “Fantastic Planet“. Quello che renderà particolare questo album è il fil rouge che lo collegherà poi ai dischi successivi, con degli intermezzi in sistema numerico intitolati Segue. Verso la fine delle sessioni dell’album i Failure si erano accorti che la Slash Records si stava mettendo in vendita perché non sarebbe stata in grado di pubblicare il disco per mancanza di soldi, e per questo motivo “Fantastic Planet” ha avuto un travaglio che è durato per quasi un anno e mezzo. Infatti il disco era pronto già dal febbraio del 95, ma dopo questo, la band comincia a marcare il territorio per far acquistare il disco ad altre etichette sperando che la suddetta Slash rinnovasse il suo accordo di distribuzione con la Warner Bros Records. Tutto ciò portò a vari squilibri e a mettersi costantemente in dubbio come artisti, ma soprattutto a mettere in discussione la propria musica. Successivamente però la Warner fece firmare un contratto alla band per far uscire direttamente “Fantastic Planet“, ma poi l’album non fu pubblicato per altri sei mesi a causa di problemi relativi alle trattative del vecchio contratto discografico.
Quando finalmente “Fantastic Planet” vide la luce gli viene riservata una ingiusta tiepida accoglienza. Stuck on You aveva le carte in regola per essere un successo seminale, ma purtroppo ci fu una debole sponsorizzazione da parte della stessa band e anche dalla Warner. Nonostante ciò, il brano riuscì ad avere una rotazione leggera su MTV, ma non bastó per scalare la vetta. Canzoni capolavoro come Blank o Another Space Song furono spinte da persone esterne e da Dj avventurosi di radio indipendenti, ma anche questo fu fonte di problemi di pubblicità visto e considerato che la band non realizzò nessun video per nessuna delle tracce dell’album a causa dello stato di disordine che orbitava in quel momento, ed è stato fatto poco sforzo per la promozione da più punti di vista.
Dopo tutti questi avvenimenti i Failure si scioglieranno nel ’97 senza mai aver portato a compimento un tour che presentasse “Fantastic Planet” per intero. Ken Andrews si dedicherà completamente alla vita da studio e da produttore, lavorando a dischi per Tenacious D, Creeper Lagoon, AIR e molti altri, mentre Greg Edwards entrerà ufficialmente nei Puscifer di Maynard James Keenan nel 2022 in qualità di bassista live del gruppo. Nonostante band come A Perfect Circle e Paramore abbiano realizzato cover come The Nurse Who Loved Me e Another Space Song, ci penserà successivamente l’ascesa di Internet a dare una nuova luce ai Failure, facendo recuperare “Fantastic Planet” rivalutandolo sui magazine di settore come JustPressPlay e Decibel Magazine, proiettandolo addirittura come terzo miglior album uscito negli anni ’90 e definendolo un cult da riscoprire. Si riformeranno successivamente nel lontano 2014, questa volta con l’attenzione meritata, pubblicando dopo ben 17 anni un nuovo acclamato debutto “The Heart is a Monster“, ma questa è un’altra storia.