1. Like it or Not
2. Behold! Be Held!
3. Bananas
4. Blood of the Wine
5. Sing Them Down Together
6. Kentucky Is Water
7. Willow, Pine and Oak
8. Trees of Hell
9. Rise and Rule (She Was Born in Honolulu)
10. Queens of Sorrow
11. Crazy Blue Bells
12. Good Morning, Popocatépeti
“Keeping Secrets Will Destroy You” è l’ultimo (non chiedete di quantificare, razionalizzare un numero in questo caso tra pseudonimi, collaborazioni e dischi di cover non è semplice) album di Will Oldham sotto lo pseudonimo di Bonnie “Prince’ Billy“, che arriva a quattro anni di distanza dal penultimo disco di inediti in senso stretto, “I Made a Place”. Un intervallo lungo, non il più lungo nella sterminata carriera del folksinger di Louisville, ma abbastanza significativo per non passare inosservato. Ben giustificato (sebbene, ribadiamo, non resti mai in silenzio totale) oltre che dalla pandemia, dalla paternità arrivata nel 2018, quando è nata Poppy, protagonista nel video di Crazy Blue Bells, lasciando intendere l’importanza non secondaria di questo evento nella musica e nella vita personale, che per un cantautore così intimista sono elementi sovrapponibili.
Da Oldham si riceve esattamente quello che si attende, fugando il timore di restare delusi sin dalle prime note di Like it or Not, instant classic che più folk non si può. Disco forse tra i più low-profile della sua carriera, con la batteria che nell’ultimo decennio era stata parte integrante della sua musica messa nuovamente da parte, per lasciare più spazio agli archi di Sara Louise Callaway ed Elisabeth Fuchsia, alle tastiere discrete di Kendall Carter e ai cori di Dane Waters, un marchio che sin dai primi lavori di fine anni ’90 segna l’inevitabile vena country dalla quale un autore del Kentucky non può separarsi.
C’è tutto lo spazio per rilassarsi sull’organetto di Behold! Be Held! e sulle vibrazioni hawaiane di Bananas. C’è molto viaggio in questo disco, come testimoniano i titoli di Rise and Rule (She Was Born in Honolulu) e Good Morning, Popocaetépetl, ma allo stesso tempo c’è spazio per la ruralità di casa con Kentucky is Water e la simpatica Sing Them Down Togheter, che sa proprio di tradizionalismo spinto (“Come with us, we’ll change our tune“, recita come un menestrello girovago a caccia di nuovi musicisti nelle sere estive in campagna ). Nella tenera Queens of Sorrow emerge tutta l’ironia beffarda di Oldham, accompagnata per l’occasione anche dal mandolino di Dave Howard, mentre come una mosca nerissima nel mezzo del disco emerge tanta tensione e un pizzico di noise nell’evocativa Trees of Hell.
In sintonia col disco, il commento finale non può che essere asciutto: Bonnie “Prince” Billy è un cantautore superiore e pienamente consapevole dei suoi mezzi. Dischi anonimi non ne fa perché è perennemente ispirato e se un giorno non lo sarà più, difficilmente si intestardirà con altri album.