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Indigo De Souza – All Of This Will End

2023 - Saddle Creek
indie rock

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Tracklist

1. Time Back
2. You Can Be Mean
3. Losing
4. Wasting Your Time
5. Parking Lot
6. All of This Will End
7. Smog
8. The Water
9. Always
10. Not My Body
11. Younger & Dumber


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Se c’è qualche artista della nuova ondata indie rock che sta facendo della catarsi tramite la musica uno dei suoi tratti più caratterizzanti, questa è sicuramente l’americano-brasiliana Indigo De Souza. Fin dalle sue prime uscite, infatti, la cantautrice ha sfruttato ogni brano per scavare all’interno della propria psiche e rivelarne il contenuto: paure, ansie, depressione, gioie e sconfitte, relazioni infernali e ancore di salvezza. Le canzoni come pagine di un diario terapeutico, i dischi come sessioni di psicoterapia nelle quali dare forma concreta ai propri fantasmi interiori.

Con il terzo “All of This Will End”, De Souza non si discosta molto da quanto fatto nei precedenti “I Love My Mom” e “Any Shape You Take”: ancora una volta la narrazione dei sommovimenti della psiche dell’artista è il fil rouge che tiene unite le undici canzoni del disco; ancora una volta questa narrazione funziona, sempre più affilata e penetrante. De Souza passa dal mirabile racconto di un attacco di panico (Parking Lot), al feroce sfogo contro il padre troppo spesso assente (Always), fino allo sputare in faccia alla tossicità di precedenti partner (You Can Be Mean). La capacità della musicista di trasmutare il racconto di quelli che sostanzialmente sono i fatti propri in un qualcosa di universale, capace di parlare attraverso il tempo e le distanze, è ciò che rende così seducente il suo songwriting. Non per un istante si ha la percezione di un’artista che sta con lo sguardo fisso al suo ombelico: De Souza è una grande narratrice perché riesce a raccontare la vita di ognuno di noi attraverso la lente della propria vicenda personale.

Rispetto ai dischi precedenti, emerge qui una maggior contaminazione con il mondo dell’elettronica: fin dall’apertura di Time Back, i synth si intrecciano e talvolta soppiantano le chitarre, aggiungendo talvolta un inedito nervosismo digitale che non si trova così spesso nei precedenti album. Il sapore, in ogni caso, non è quello del tradimento delle origini alt-indie, ma quello della convinzione di un’artista ormai sufficientemente matura da poter uscire dalla propria comfort zone per realizzare qualcosa di nuovo senza snaturarsi. Questo De Souza lo dimostra in più occasioni, non avendo paura di spingersi oltre i propri limiti: vuoi in un senso, raggiungendo la sconfortata dolcezza di una ballad su cosa voglia dire crescere e maturare (Younger and Dumber), vuoi nell’altro, esplodendo in sfuriate soniche che rasentano il noise (Always).

Alla fine di un disco così emotivamente coinvolgente, potrebbe essere necessario rimettere le cose nella giusta prospettiva, inserire un po’ di distacco tra noi e De Souza, come ogni buona sessione di psicoterapia dovrebbe insegnare. A farlo ci pensa ancora lei, nella title track All of This Will End:

Who gives a fuck
All of this will end
Don’t forget
All of this will end

Non importa quanto sentiamo essere opprimenti certe nostre dinamiche mentali oggi, vale la pena ricordare che da domani tutto questo potrebbe essere lontano anni luce da noi, e che dopodomani potrebbe finire tutto quanto. Quanto vale la pena, allora, spaccarcisi la testa sopra? Non un lieto fine da favola, ma l’umana realizzazione che “it’s probably just hard to be a person feeling anything” (Parking Lot). Stacce, e grazie Indigo per avercelo ricordato una volta di più.

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