1. Rimproverando
2. Cambogia zio
3. Ringhia
4. Processione insipida
5. Libera me (Timore Mortis)
6. Riesling
7. Austin’s famiglia
8. Porcone vero
9. Dis(d)egno
Possiamo finalmente dirlo: i Cani Sciorri sono tornati con un nuovo album. Fondato a Fossano nel 2001, il trio piemontese composto da Alessandro Cerrato detto Cher (voce e chitarra), Marco Giaccardi (basso) e Daniel Daquino (batteria) è un punto di riferimento per la scena underground italiana, la quale ha atteso con ansia il suo ritorno.
“Atletica ‘75”, rappresenta il ritorno della band, quattro anni dopo il predecessore “Ten Tacos and One Burrito” (2019). Il disco, registrato presso lo studio piemontese Ciabot Recordings, prende il nome dall’omonima società sportiva fondata dal padre di Cher, venuto a mancare due anni fa. L’album, composto da nove tracce di durata medio-breve per un totale di mezz’ora di musica, ripropone tutte le tipiche caratteristiche musicali e non che abbiamo già visto in precedenti produzioni dei Cani Sciorri, che dimostrano una rigorosa fedeltà verso sé stessi e verso il proprio modo di fare musica.
Come al solito, il trio ripropone il suo sound unico – che i nostri definiscono semplicemente noise rock caratterizzato da forti influenze grunge, stoner, hardcore punk e, soprattutto, rock‘n’roll. Il risultato è un rock grezzo e acido, dominato da bassi e chitarre fortemente distorti e da una batteria che picchia duro. La voce graffiante (e a tratti incomprensibile) di Cher canta, urla, ringhia – da brividi la parte di Ringhia in cui minaccia l’ascoltatore in un dialetto piemontese, difficilmente comprensibile per chi non è di quelle parti. I testi dissacranti, grezzi, taglienti, emanano un forte disprezzo per una società ipocrita e manipolatrice – “Sputo sulla città che mi controlla”, si sente più volte in Riesling.
Anche per quanto concerne l’estetica visiva i Cani Sciorri si mantengono sui propri binari. Le loro produzioni visive si richiamano fortemente agli anni ’70 e, in particolare, al loro lato oscuro. Viene rievocato tutto un immaginario che ha caratterizzato il secondo dopoguerra nel nostro paese, fatto di sport, di coupé, di rock‘n’roll, ma anche di violenza e criminalità. La copertina del nuovo album e il video di Cambogia Zio – diretto dal batterista Daniel e pubblicato la settimana scorsa in anteprima sul nostro sito – rimangono assolutamente fedeli verso quel microcosmo da poliziesco all’italiana, trasferito sullo sfondo della campagna piemontese.
“Atletica ‘75” sicuramente non è un disco per tutti. Se, però, siete in cerca di un rock grezzo, senza fronzoli e senza peli sulla lingua, allora questo album potrebbe fare al caso vostro.