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Interviste

“Ecatombe”, attraverso i sentieri della paura e della musica: intervista a Pavor Nocturnus

Entriamo nel mondo misterioso e oscuro di Pavor Nocturnus, progetto del compositore milanese Eugenio Mazza, da poco ritornato sulle scene con l’album “Ecatombe“, firmato Cyclic Law (qui la nostra recensione). Il nome stesso del progetto evoca l’idea di un terrore notturno, un disturbo del sonno che ha colpito l’infanzia dell’artista e che ora si manifesta nella sua musica inquietante e affascinante.

Frutto di un periodo di isolamento, ma anche di profonda creatività, “Ecatombe“, che esplora territori tra black industrial e ritual ambient, è un disco che trascina nella notte e tra quelle stesse fiamme dell’inferno che ispirano l’opera di Pavor Nocturnus. Lo abbiamo incontrato.

Prima delle domande sulla tua ultima creazione, “Ecatombe”, vorrei chiederti per chi ancora non lo sapesse come me, da dove viene il nome del tuo progetto e se vuoi narrarci una breve biografia?

Il Pavor Nocturnus (o terrore notturno) è un disturbo del sonno che insorge nei bambini in età pre-adolescenziale, una sorta di attacco di panico mentre si è addormentati o in uno stato di semiveglia. Da bambino ho sofferto di questo tipo di disturbo, così quando ho avviato il mio progetto ho pensato che questo potesse essere il monicker giusto, dal momento che, concettualmente, trasmette l’idea di un terrore che si manifesta all’improvviso, in uno stato di quiete, ed è legato al sonno/sogno, dal quale ho sempre cercato di attingere nel mio processo creativo. In seguito, quando ho iniziato a suonare dal vivo, ho pensato di aggiungere un elemento “scenico” utilizzando una maschera, rendendo il personaggio sul palco altro da me, ovvero una manifestazione del pavor con un volto vero e proprio.

Nel tuo ultimo lavoro ti sei ispirato ai pensieri che hai sviluppato in uno specifico periodo, il quale ha colpito tutti noi. Ti va di raccontare questa storia?

Durante la prima ondata pandemica ho trascorso circa tre mesi in completo isolamento. In questo lasso di tempo ho avuto modo di raccogliere tanti stimoli ed input provenienti sì dai notiziari e dai media, ma soprattutto da ciò con cui ho cercato di nutrire la mia mente, per evitare che andasse alla deriva e navigasse in territori poco piacevoli. Ho così iniziato a mettere insieme materiali e suggestioni, finchè non ho avuto modo di iniziare ad assemblarli per un live set che dovevo preparare per l’estate, quando sembrava palesarsi una prima timida ripresa di eventi musicali dal vivo. Così ho abbozzato il nucleo embrionale di “Ecatombe”, rileggendo per archetipi e in maniera simbolica la tempesta emotiva che aveva imperversato nei mesi trascorsi. Quel materiale è stato infine elaborato, rifinito e registrato tra la primavera e l’autunno del 2021.

In questo album ci sono molti sample interessanti che inducono, almeno me, in uno stato di disagio da dove provengono e come nasce l’idea di utilizzare proprio questi suoni e campioni?

Durante la visione di film o l’ascolto di musiche è capitato che alcuni frammenti mi colpissero e catalizzassero la mia attenzione, risuonando a lungo nella mia mente; così ho deciso di enuclearli, di analizzare cosa suscitassero o rievocassero in me, e di renderli la base concettuale e sonora di alcuni brani.

Ma non solo le sonorità sono evocative, anche la copertina lo è oltre al fatto che sia molto bella. Non mi dilungo su questo punto perché so chi è l’autore piuttosto, parliamo di come sia nata questa collaborazione…

Ammiro da sempre l’arte di Coito Negato che, tra le altre cose, ha già realizzato l’artwork per un album del side project mio e di Marco Valenti “Cameraoscura”. Terminate le registrazioni ho immediatamente pensato che il suo tratto sarebbe stato perfetto per esprimere e sintetizzare il mood del disco. Credo inoltre che nel tempo la sua estetica sia divenuta emblematica e rappresentativa di un certo sottobosco nel quale ho il piacere e la fortuna di muovermi, in compagnia di talentuosi amici, musicisti e non.

Invece com’è stato lavorare con l’etichetta Cyclic Law e come è avvenuto questo connubio?

Ho inviato il materiale a Frederic nei primi mesi del 2022, il quale mi ha risposto dicendo che avremmo potuto pubblicarlo insieme ma, nella migliore delle ipotesi, verso la fine dell’anno. Abbiamo poi avuto occasione di conoscerci di persona a un festival sui Pirenei, dove ci siamo confrontati nuovamente riguardo la release e con l’inizio del 2023 abbiamo definito gli ultimi dettagli. Frederic ha inoltre curato il master delle tracce, svolgendo un eccellente lavoro. Sono molto soddisfatto del risultato finale e di vedere il mio lavoro accanto a quello di artisti che seguo e ammiro da tempo.

A che pubblico è destinato “Ecatombe”?

A chiunque sia intenzionato ad avventurarsi in territori poco rassicuranti e a confrontarsi con i propri demoni.

Hai qualcuno da ricordare o ringraziare nella tua carriera? Mi riferisco anche ad artisti che ti hanno ispirato durante la vita musicale.

Sicuramente devo tanto a Marco Valenti di Toten Schwan, per la sua amicizia, per l’aiuto, il supporto e tutto quello che mi ha insegnato quando ero agli inizi. Un’altra persona alla quale va la mia gratitudine è Samuel Gagnon, che con la sua D.M.T. Records ha pubblicato i miei primi lavori, aiutandomi a trovare uno slancio che, a furia di rifiuti e porte chiuse, sembrava essersi affievolito. Enrico Cerrato/Petrolio mi ha insegnato a non demordere e a perseverare educatamente e con garbo, mentre Naresh di Dio Drone mi ha mostrato come fare ciò che ti piace, ciò che per te è davvero importante, ti dia la forza di affrontare difficoltà e sbattimenti col sorriso e con entusiasmo. Riguardo agli artisti che mi hanno ispirato, per restare in ambito nostrano, citerei sicuramente Nicola Manzan e Mai Mai Mai.

Ci sono progetti per il futuro?

Nei prossimi mesi ho in programma qualche data in Europa e nel Regno Unito, vorrei riuscire a portare in giro Ecatombe quanto più possibile, dal momento che è stato pensato proprio per una fruizione dal vivo. Ho anche del materiale inedito che ho registrato e che sto capendo come pubblicare.

Tu, da musicista che genere musicale daresti ai nostri tempi e perché?

Penso che la Trap possa essere il genere che rispecchia al meglio i tempi che stiamo vivendo: brama di successo, ostentazione, omologazione, disrispetto e assenza totale di valori e contenuti.

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