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Orchestral Manoeuvres In The Dark (OMD) – Bauhaus Staircase

2023 - White Noise
elettronica

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Tracklist

1. Bauhaus Staircase
2. Anthropocene
3. Look at You Now
4. G.E.M.
5. Where We Started
6. Veruschka
7. Slow Train
8. Don't Go
9. Kleptokracy
10. Aphrodite's Favourite Child
11. Evolution of Species
12. Healing


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A distanza di sei anni torna e lo fa in grandissima forma l’Orchestral Manoeuvres In The Dark.

Quattordicesimo album per il duo di Sheffield, “Bauhaus Staircase” è un omaggio all’era Bauhaus e all’arte di protesta, ma anche, indubbiamente, al kraut rock che fece nascere in Andy McCluskey e Paul Humphreys la voglia di suonare e creare la propria personale arte, un genere musicale che da sempre scorre nelle vene di questi due musicisti inglesi ormai sposati dal 1978 e che non manca mai di sorprendere. 

Certo, non occorre dire nulla per far capire quanto il duo ami con tutto il cuore la musica, basterebbe ascoltare anche solo un paio di secondi di una loro canzone per rendersene conto, ma trovo giusto citare le parole di McCluskey in riferimento alla title track di questo lavoro:

La canzone è una metafora della forza e della passione dell’artista di fronte critiche e avversità. Quando i tempi diventano duri, c’è la tendenza da parte dei Governi nel considerare tagli ai finanziamenti alla creatività senza considerare che invece sarebbe il momento in cui le arti sono più necessarie per nutrire le nostre anime.

Si riferisce alla passione per il proprio lavoro, ma anche all’abbandono degli artisti durante il periodo pandemico del Covid-19 da parte dei vari stati del Mondo.

Sembra di ripetersi in ogni recensione nel dire che questo album è stato creato in quel momento, ma che si deve fare? Così è, gli album che ascoltiamo e balliamo adesso nel 2023 sono nati da questa catastrofe umana che ci ha fatto riscoprire la noia, la paura e ci ha reso vulnerabili e cattivi, ma anche particolarmente sentimentali e creativi. Insomma, ci ha mostrato che siamo umani al pari di tutti gli altri della nostra specie. E molti artisti sono partiti da questi spunti ed hanno creato dei veri e propri capolavori, altri delle vere e proprie masturbazioni personali che non sono servite a null’altro che all’eiaculazione personale che prendi con un fazzoletto e getti nel bidone prima che si incrosti.

Non è questo il caso di “Bauhaus Staircase“: se in molti pensano ad una Orchestral Manoeuvres In The Dark pronta al pensionamento e al revival di sé stessa, con apparizioni televisive tristissime e comparsate nei festival che rimembrano gli anni che furono si sbagliano di grosso, un po’ come quelli che lo fecero sui Depeche Mode prima dell’uscita del loro ultimo disco. Vi do una notizia: ci sono artisti che non muoiono nemmeno da morti, destinati all’eternità come gli dei e sono molto pochi, l’arte non è solo questione di tecnica, smettetela di essere invidiosi.

L’album apre con la sopracitata title track Bauhaus Staircase che sembra uscita da un viaggio nel tempo. La sensazione permane per tutta la durata di questo nuovo lavoro è come un contatto continuo tra passato e presente dai suoni futuristici, ed è un attimo che ritrovarsi in club dove sulla pista da ballo ci sono androidi umani, luci e suoni ma anche negli anni ’80 tra gente cotonata super truccata e rivestita di nylon e jeans. L’epoca del benessere si contrappone al periodo attuale, davvero poco rassicurante, con guerre e rappresaglie ignorate per così tanto tempo da non rendersi conto che erano proprio lì, davanti ai nostri occhi come quel soprammobile che abbiamo da decenni e di cui manco ci accorgiamo più. L’Orchestral Manoeuvres In The Dark è magica in questo suo modo di congiungere lo spaziotempo, la nostalgia pervade la melodia ed è una sensazione che mira ai ricordi e alle speranza che furono ma anche a quelli che non si raggiungono.

I temi vengono trattati in maniera intima e delicata e ci si commuove per le parole presenti in Veruschka o Healing, con quel loro splendido accompagnamento musicale. Mentre ci si scatena subito con la attualissima Anthropocene, ma anche Slow Train e Kleptokracy, cosa dirvi poi di pezzi come Look At You Now o Don’t go? Quanto sono tedeschi questi inglesi e soprattutto quanto è raro che nella storia della musica le scene si siano invertite e per quanto tempo! Orchestral Manoeuvres In The Dark è davvero qualcosa di unico. 

Le parti elettroniche di questo album sono moderne ed attuali, ma è come se il gruppo volesse farci vedere che si può essere sempre se stessi senza troppo sforzo, non occorre stravolgere il proprio stile per raggiungere le più generazioni che si sono susseguite dalla loro nascita, si utilizza la saggezza con la brevità dei brani. I testi, infine, sono molto semplici ed intuitivi seppur ricchi di significato e si fa presto ad immaginare un bel concerto pieno di luci e suoni ed anche a sperare di vederlo. 

Questo album di fatto proietta nelle situazioni, è un bel modo per staccare il pensiero e farlo viaggiare, andatelo ad ascoltare. Non aspettate le mie divagazioni, che se mi eccito troppo negli ascolti finisce che poi esagero. 

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