1. Her and Me
2. Asleep
3. Memorial
4. Day and Night
5. Rain Market
6. Climbing up the Wall
7. Night and Day
8. Natural During
9. Cloud Whisperer
Per sbrigare alcune commissioni, stai facendo un viaggio in macchina attraverso strade di provincia, avvolte nel plumbeo diluvio di una sera di autunno. Attraverso il vetro, bagnato dalla pioggia e ripulito per pochi secondi dal tergicristallo, scorgi, nell’oscurità bluastra, le ombre degli alberi e le luci rosse, arancioni e bianche di altre vetture e di cartelloni stradali. Queste sono le immagini riprese nel lyric video di Asleep, secondo singolo estratto da “Songs for a Dreamer”. La cosa assurda è che, durante l’ascolto integrale dell’ultimo album di Atom Made Earth, per qualche strano motivo – forse influenzato dalla meravigliosa copertina a cura di Satya Dalia –avevo in mente immagini molto simili a quelle riprese dalla videocamera, già da prima di vedere videoclip.
Atom Made Earth è un progetto musicale fondato nel 2013 da Daniele Polverini, chitarrista, tastierista, cantante. Da allora, il musicista marchigiano e i suoi collaboratori avrebbero dato vita a varie pubblicazioni, di cui vanno menzionati il demo live ”Border Of Human Sunset” (2014) e i due album “Morning Glory” (2016) e “Severance” (2019). Il nuovo album, anticipato dai singoli Memorial e Asleep, rappresenta un cambio di rotta importante. In primo luogo, Polverini si rende indipendente dalle etichette discografiche, curando e pubblicando il lavoro in piena autonomia. Infatti, “Songs for a Dreamer”, realizzato con la partecipazione di Lorenzo Giampieri (basso), Daniele Duranti (batteria) e Mariachiara Caraceni (voce), è stato composto e registrato nel piccolo studio personale del musicista marchigiano nel periodo post-pandemia.
In secondo luogo, l’heavy/prog rock degli esordi di Atom Made Earth porta avanti l’evoluzione iniziata già nel precedente “Severance”. In “Songs for a Dreamer” il progetto musicale vira verso un sound tipicamente shoegaze/dream pop, con le chitarre effettate e i duetti tra voci maschile e femminile che, sin dagli esordi di gruppi come My Bloody Valentine e Slowdive, rappresentano dei riconoscibili marchi di fabbrica di questi generi musicali. Sono, inoltre, riconoscibili anche forti influenze post-rock, ambient e, come nel caso di Memorial, qualcosa di vagamente trip hop. Le nove canzoni del disco offrono un rock elettronico, malinconico e a tratti psichedelico, dominato da note di pianoforte elettronico e sintetizzatori. Il tutto – cosa sorprendente per una pubblicazione autonoma – con una notevole pulizia dell’audio, perfettamente in linea con gli standard qualitativi del nuovo millennio. Anche se le sonorità dell’album sono più vicine allo shoegaze e al dream pop, forse questo è un ascolto che verrà apprezzato anche dagli appassionati del post-rock più recente, proprio a causa della cura minuziosa riservata al suono.
“Songs for a Dreamer” è un viaggio attraverso uno spazio liminale che suscita un misto di nostalgia e inquietudine. Un viaggio attraverso un mondo che genera curiosità e, allo stesso tempo, appare grande e ostile, visto con gli occhi di un bambino – ormai adulto – oltre il parabrezza bagnato di un’automobile.