1. Dragged Home Alive
2. Trap Feeding
3. Born as an Argument
4. Old Words Worn Thin
5. Spill into the Aisle
6. Ceilings Inch Closer
7. The Starveling
8. Thrown Against the Waves
Da quando i Neurosis, per ovvi motivi, mi hanno abbandonato, sono entrato in un circolo vizioso di perenne ricerca per quella che potrebbe essere la band capace di proseguire il loro verbo, così particolare, unico, cerebrale, potente, emozionante come pochi, non solo nei confini di questo genere (post-metal). Seppur tale infausto ruolo sia avvicinabile alle meravigliose prodezze emotive di band come Amenra e in maniera un pò obliqua Sumac, non sono stato mai del tutto soddisfatto, fino ad oggi che, finalmente, seppur con un suono diverso, ho forse trovato la mia band.
I Great Falls vengono da Seattle e seppur questo non sia affatto il loro debutto, è il loro primo album sotto (manco a farlo apposta, o forse si?) Neurot Recordings, ovvero (ma lo sappiamo già) l’etichetta dei succitati paladini del post metal Neurosis, ed è pure il loro personale capolavoro: catarsi e sublime intensità sono i due termini che mi vengono in mente ascoltando questo loro “Objects Without Pain”, dove si assiste ad un continuo devastazione neurologica data da scariche elettriche In continua ascesa, come se la furia cieca ma razionalissima dei Converge si scontrasse con la pesantezza psicologica dei Neurosis di “Through Silver in Blood” per poi venire sputato fuori con l’angoscia di band quali Amenra e Celeste.
Vi chiederete perche dico d’aver trovato in loro i degni eredi della compagine di Oakland, beh, semplicemente perchè finalmente, ciò che udisco non lo sento solo a livello fisico, ma soprattutto a livello mentale, inconscio, un’assalto alle sinapsi in piena regola, ed era questo il maggiore punto di forza di band come i Neurosis, e qui mi viene fatto assaporare nuovamente, senza copiare, riempendo di personalità una formula che ormai tutti conosciamo, e non è affatto poco.
I Great Falls sono destinati a diventare grandi, questo è poco ma sicuro.