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Of Mice & Men – Tether

2023 - SharpTone
metalcore

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Tracklist

1. Integration
2. Warpaint
3. Shiver
4. Eternal Pessimist
5. Into The Sun
6. Enraptured
7. Castaway
8. Tether
9. Indigo
10. Zephyros


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Gli Of Mice & Men si riconfermano una delle band più interessanti, energiche e catchy del panorama metalcore americano. La voce pulita di Aaron Pauley, che sa essere molto melodica e armoniosa, ci accompagna lungo tutto questo nuovo album, “Tether”, uscito lo scorso 6 Ottobre per l’etichetta SharpTone, come il precedente “Echo”, con cui condivide molte similarità. Parti di una pulizia vocale e strumentale molto dolci si alternano a break aggressive e violenti, in pieno stile metalcore, che sono molto interessanti, soprattutto in Warpaint, seconda traccia dell’album e, probabilmente, anche la più interessante dal punto di vista stilistico.

Le batterie di Arteaga sono davvero molto apprezzabili poiché, a differenza di molti altri dischi metalcore, non risultano quasi per niente invasive e prevaricanti sulla linea melodica, che è e resta il must in questo genere. Questo, assieme all’utilizzo dei synth, è ciò che lo accomuna, come dicevamo, al precedente album della band californiana (che la nuova etichetta, figlia della Nuclear Blast abbia influito in questa direzione? rimaniamo col dubbio). Synth apprezzabili, dicevamo, soprattutto nella prima track – Integration – e in Eternal Pessimist, che riprende in calcio d’angolo l’intero album dopo una Shiver un po’ spenta e svogliata; Eternal Pessimist, anche per le liriche (I saw them burning / All of the empires of man / Civilization erased and swallowed by the ocean) è per noi il brano che fornisce la sintesi contenutisticamente esaustiva all’album: questa distruzione poeticamente cantata di tutte le cose (un po’ pessimisti i nostri californiani!) sembra essere la diretta conseguenza di ciò che andiamo osservando tutti i giorni e che deriva direttamente dai nostri sentimenti (anche romantici).

Album buono anche se un po’ ripetitivo, come se gli Of Mice & Men avessero perso l’inventiva rispetto agli altri lavori, ma il problema credo sia da addossare più alla perdita di mordente che ad altro, come se non volessero rischiare di esagerare nel sound. In generale un buon metalcore che ha tutti gli ingredienti per rientrare nel genere e risultare gradevole: niente di eccezionale o di equiparabile al primo omonimo album o a “Defy”, che restano a mani basse i migliori, in particolar modo “Of Mice & Men” che li aveva lanciati sul panorama come una delle band post-hardcore più promettenti: molti temi, anche a livello lirico, sono rimasticati, ma di certo la modernità e l’innovazione dall’interno c’è, cambi di formazione a parte. Del resto, non credo che i fan si aspettassero qualcosa di diverso considerato il sound a cui la band li aveva abituati negli ultimi cinque anni.

Molto meno hardcore rispetto ai precedenti, più commerciale rispetto anche a “Echo”, che risulta in generale più heavy. Questo in ogni caso sembra essere il naturale prosieguo anche di altre band (Bring Me The Horizon in testa). Pezzi come Farewell to Shady Glade e Seven Thousand Miles for What, che già dal titolo lasciano trasparire una forza espressiva notevole, sono ormai un miraggio complice anche il cambio del vocalist. In generale, i tempi si evolvono e anche il post-hardcore quindi thumb up per gli Of Mice & Men e per “Tether”, tutto sommato un’ottima uscita di questo autunno 2023.

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