1. Holiday
2. Gun Fluf
3. NYC Tough Guy
4. Make-Up
5. Big Shot
6. Bombastic
7. Reprise
8. Dislocated
9. Tell Me Again
10. Powder Puff
11. Resolution
Precursori dell’alternative metal, gli Helmet ritornano dopo sette anni dal precedente “Dead to the World“, uno dei capitoli più deludenti della loro carriera, alla quale l’unico membro rimasto, Page Hamilton, ha cercato in qualche modo di infondere nuova linfa vitale a un sound che, ormai da poco più di un decennio, aveva perso l’efficacia della proposta musicale. Un disco che mancava di mordente e che era vittima di monotonia compositiva, rivelando che i newyorkesi avevano perso una notevole dose di personalità.
Il nuovo capitolo, intitolato “Left” e in uscita oggi per earMUSIC, sembra risentire ancora di quell’alone di amarezza e stanchezza, risultando privo di energia e si perde nei soliti e ripetitivi stilemi rock/metal, che conducono occasionalmente a una nuova traccia. Ma quali sono questi stilemi? Il suono che sembra sempre lo stesso, che richiama ritmi già sentiti e invecchia male col passare del tempo. La voce di Hamilton non è al massimo della forma, ma forse la parte che fa la differenza nel disco è la produzione ben curata, in cui gli strumenti sono tutti distinguibili e, soprattutto, suonano bene. Tuttavia, è l’arrangiamento che non convince brano dopo brano. Brani come Holiday vedono gli Helmet cercare di evocare sonorità tipiche degli anni ’90, ma suonate oggi non riescono a colpire, e la struttura stanca di brani come Gun Fluf o Bombastic non riesce a bilanciare la situazione. Nemmeno le parti più melodiche riescono a suscitare emozioni, e si prosegue cercando un briciolo di genialità da parte del gruppo per trovare una nuova motivazione per continuare nell’ascolto.
Il percorso è arduo e impetuoso, e la seconda metà del disco risulta altrettanto difficile, priva di animo, e si conclude in modo insignificante con l’ultima canzone, Resolution, che mostra la stessa stanchezza e la solita ripetizione di un album sbiadito. Gli Helmet ci provano anche questa volta, ma confermano ripetutamente che la storia non si può riscrivere, e questa è una realtà assoluta e ineludibile, che lascia delusione e non un briciolo di speranza per il futuro.
“Left” è un disco che non racconta nulla, una musica che lascia indifferente, nessuna ricerca sonora, nulla di nulla. Gli Helmet sembrano aver perso la loro magia, e l’impressione è che questo lavoro sia una scusa per andare in tour.