“Drukqs” è un turbine di esperimenti riusciti bene e manovrati con mano esperta, ma è soprattutto un saliscendi emozionale.
Recensione del disco “Entropia Padrepio” (Dischi Sotterranei, 2022) dei Post Nebbia. A cura di Orazio Legname.
Coloro che vogliono affacciarsi alla finestra durante un temporale dubstep dovrebbero lasciarsi influenzare da Burial, perché il suo primo disco racconta l’ultimo rave prima della fine del mondo.
La manipolazione dei suoni, la loro degradazione, rende il lavoro finale quasi uno specchio dei nostri destini, quelli umani effimeri e fugaci, volatili e disgregantesi. C’è dell’amore per ciò che è svanito e scompare, ma d’altronde questa è la vita, un continuo nascere, crescere e morire.
I Pavement ci hanno abituato al fatto che la libertà creativa e la trasversalità degli approcci di arrangiamento portano sempre ad un risultato egregio e ad una schiettezza melodica di tutto rispetto.
Raccontando dolori e momenti depressivi, “13” riusciva ad incarnare il vuoto generazionale di un mondo alle soglie del nuovo millennio.