Impatto Sonoro
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Back In Time

“The Machinists of Joy” dei Die Krupps, dieci anni di Robo Sapien

die krupps the machinists

I Die Krupps non suonano come una band, sono una fabbrica in azione che attrae l’ascoltatore che una volta catturato non potrà decidere di finire il proprio turno di lavoro finché le macchine non avranno smesso di muoversi.

Le melodie architettoniche di “The Sky’s Gone Out” dei Bauhaus

bauhaus sky

I Bauhaus sono stati considerati i padri del genere gotico, capaci di rendere intellettuale, sensuale e architettonico un tipo di musica che, senza la loro influenza, avrebbe potuto perdersi nel tempo a livello tematico.

“Soul Mining” dei The The: le radici del britpop

the the soul mining

Il synth-pop coniato da Matt Johnson può essere considerato un passaggio necessario per l’evoluzione verso il britpop negli anni ’90: apparentemente c’è poco, se non nulla nel sound di Suede, Oasis e Blur che possa ricordarci i The The, ma fare dei parallelismi diretti è un po’ come guardare uno scoiattolo e avere la pretesa di capire come l’evoluzione ci abbia portati all’essere umano.

“Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven”, la sinfonia apocalittica dei Godspeed You! Black Emperor

lift your skinny

Non si può che rimanere meravigliati dalla bellezza sublime di questa opera unica e innovativa. Una bellezza che, come la ginestra sulla pietra lavica, si innalza sulle storture del nostro presente e sulle macerie che ci attendono.

“Nachtflug”, l’ultimo volo del Falco austriaco

nachtflug falco

In questo album niente è veramente serio, allo stesso modo in cui nulla è sicuramente stupido.

Scrivere canzoni per trovare pace: “Friendly Fire” di Sean Lennon

sean lennon friendly fire

Rammarico, accusa, dolorosi ricordi e volontà di catarsi si insinuano tra le pieghe dei testi ed emergono a più riprese: le dieci tracce vorrebbero essere una sorta di diario intimo in cui Sean mette a nudo la propria anima.

“Is This Desire?”: il lavacro del dolore di PJ Harvey

is this desire

“Is This Desire?” è un grande disco di blues moderno. Allo stesso tempo, è un’opera di grande originalità espressiva e sonora che si staglia un po’ come un corpo unico e originale all’interno non solo della discografia di PJ Harvey, ma di tutta la storia del rock.

Sogno di una notte di fine estate: “Heaven or Las Vegas” dei Cocteau Twins

heaven or las vegas

I Cocteau Twins ci ricordano che possiamo ancora provare empatia verso noi stessi e verso il prossimo con uno degli album più belli ed emozionanti degli anni Novanta.

Il secondo matrimonio di Angelo Badalamenti: “Music from Twin Peaks”

Un immaginario che alterna in maniera magistrale le atmosfere e le melodie che vanno a mirare all’inconscio e alla realtà dei sogni. Un lavoro mastodontico che racconta una storia mastodontica

Luci ed ombre dell’amore: “Vespertine” di Björk

bjork vespertine

“Vespertine” è uno dei dischi che meglio rappresentano la produzione di un’artista che ha sempre cercato di conciliare la canzone pop con numerose sperimentazioni musicali, in una maniera – duole dirlo – molto più efficace rispetto a diversi tentativi compiuti negli anni più recenti.

“Ascoltiamo un vecchio disco?” – “A Rush of Blood to the Head” dei Coldplay

coldplay rush

“A Rush of Blood to the Head” è un disco che distilla emozioni. Una costante e camaleontica metamorfosi di colore per adattarsi al singolo ascoltatore. Un disco da riascoltare, ad anni di distanza, per apprezzarne ancora sonorità e versi. E scoprire poi che un po’ si incolla alle dita. Agli occhi. Al cuore.

“Fantastic Planet” dei Failure, un tormento discografico nell’epoca post-grunge

Nonostante band come A Perfect Circle e Paramore avessero portato cover come ‘The Nurse Who Loved Me’ e ‘Another Space Song’, ci penserà successivamente l’avvenimento di Internet a dare una nuova luce ai Failure, facendo recuperare “Fantastic Planet” alle masse, proiettandolo addirittura come terzo miglior album uscito negli anni ’90 definendolo un cult da riscoprire

Il gelido e incantato inverno di “The Mantle” degli Agalloch

Ciò che ha sempre contraddistinto gli Agalloch da altre band della scena sta proprio in questo: entrare nell’immaginario collettivo delicatamente, quasi in punta di piedi, lasciando però un segno ben evidente del proprio passaggio

Hardcore for hardcore: “CVA” dei Paint It Black compie vent’anni

cva paint it black

Un carro armato. Una valanga che faceva più casino dei temporali in pianura, pronti a cessare le ostilità dopo uno sfogo di pochi minuti. Diciassette canzoni per altrettanti strappi ed altrettanti modi per descrivere sofferenza, apatia e necessità di ricominciare. Una battaglia sino all’ultimo respiro contro parassiti, ignoranza e volgarità.

A Dio e per noi: “The Artist in the Ambulance” dei Thrice compie 20 anni

thrice artist ambulance

“The Artist in the Ambulance” proiettò i Thrice nel mondo del rock alternativo da classifica, il tutto senza snaturare o dimenticare l’anima post-hc che li contraddistingue ancora oggi.

Politica e distorsione: “Dirty” dei Sonic Youth

sonic youth dirty

Pennellate pop su tele grunge. “Dirty” è un album ancora capace, dopo oltre trent’anni, di accompagnare l’ascoltatore in un viaggio onirico e psichedelico tra i portali del tempo. Un disco emotivo ed espressivo, destinato a non invecchiare mai.

“Stag”, un viaggio musicale nei luglio infernali degli ultimi ventisette anni

Se dovessi descrivervi con una parola questo album, come per tutti gli altri dei Melvins oserei dire “disadattato”

“A Saucerful of Secrets”, ovvero di come nacquero i Pink Floyd del futuro

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“Saucerful” è l’embrione dei nuovi Pink Floyd, il primo passo verso la leggenda conosciuta in tutto il mondo

“Gold Against The Soul”, la meravigliosa transizione dei Manic Street Preachers

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L’elemento cardine di “Gold Against The Soul” è la personalizzazione dei testi, una caratteristica peculiare di Bradfield e soci, che li rende efficaci come una band punk e al tempo stesso romantici come quattro songwriters. È questo romanticismo che ce li fa amare da 30 anni, ininterrottamente.

Il colore dello struggimento, dieci anni di “Sunbather”

La musica deve ergersi, e quella del secondo album dei Deafheaven è un gigante che scintilla e sbuca dalla nebbia, prende il cuore e lo divora ma non lo macella, lo rinnova trasformandolo