Impatto Sonoro
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Back In Time

“Youth Attack!” dei Charles Bronson: this is hardcore

“Youth Attack!” è un manuale, un galateo. Ti dice come comportarti, seziona la realtà e poi, con uno spiccato manicheismo, indica cosa sia giusto e cosa sbagliato

“Ultramega Ok”, il peccato veniale dei Soundgarden

“Ultramega Ok” avrebbe potuto essere uno degli esordi più folgoranti della storia del rock, di sicuro ai primissimi posti di qualsiasi classifica del genere grunge. Invece a distanza di quasi 35 anni siamo qui a parlare di un mezzo passo falso, un errore dovuto forse all’inesperienza della band nella gestione del confronto con le tante case discografiche che avrebbero fatto carte false pur di accaparrarseli

“No Heroes” dei Converge, spostare le montagne un giorno alla volta

No Heroes Converge

Come per Lovecraft esistevano montagne dove viveva la follia, per i Converge esiste un mondo fatto di tentativi e fallimenti. Questa, è una vittoria da riascoltare “nunc et semper”

“Drukqs”, il mondo multiforme di Aphex Twin

drukqs aphex twin

“Drukqs” è un turbine di esperimenti riusciti bene e manovrati con mano esperta, ma è soprattutto un saliscendi emozionale.

“One By One”, i vent’anni del cuore inchiostrato dei Foo Fighters

I Foo Fighters sono esplosiva ed inesauribile fonte di energia fatta di musica, strumenti, passione e anima. Soprattutto anima. La loro storia non è mai stata semplice e serena, ricca di una miriade di scenari sofferti e tasselli contorti. Tra questi, vent’anni fa, l’uscita di “One By One”

“Panopticon”, un viaggio celestiale nei saliscendi emotivi degli Isis

panopticon isis

“Panopticon” è un lavoro immenso e uno dei dischi più belli degli anni 2000, che ha fatto entrare di diritto gli Isis tra i mostri sacri di un genere, sicuramente belli saldi sopra un immaginario podio insieme a Neurosis e Cult of Luna.

“Young Loud And Snotty” dei Dead Boys: il trionfo degli impulsi più selvaggi

Dead Boys

“Young, Loud and Snotty” sputava nichilismo e volgarità, bruciava di vizio e perdizione e imbottigliava l’ansia e la paranoia di una generazione che sfidava l’inferno.

“Nimrod” dei Green Day e la paura di crescere

green day nimrod

“Nimrod” è forse il primo testamento spirituale dei Green Day

“(a) Senile Animal”: la bestiale rinascita dei Melvins

“(a) Senile Animal” fu un album dritto e potente, quasi punk nella sua fisicità e tutto sommato facile e più accessibile se paragonato a certi loro standard passati.

“No Need to Argue” dei Cranberries: l’album di Zombie e di altre ballate folk-rock dal cuore dell’Irlanda

No need to argue cranberries

“No Need to Argue” ha consacrato i Cranberries e il canto melodico della loro musa all’immortalità. E, in verità, ancora oggi sento di poter affermare che senza di lei siamo tutti un po’ più orfani.

Nausea, disgusto ed estetica punk: “Blank Generation” di Richard Hell & The Voidoids

Blank Generation Richard Hell

“Blank Generation” era un bruciante manifesto di un’epoca e di una generazione disorientata alla disperata ricerca di qualcosa con cui riempire il vuoto del titolo.

“Portishead”: se non vi siete spaventati con “Dummy”, provate questo

Portishead Portishead

Se con “Dummy” ci chiedevamo come fosse possibile che una musica così dark potesse diventare materia da apericena in spiaggia, con “Portishead” siamo lieti di constatare che ciò non ci pare sia accaduto.

“Strangeways, Here We Come”: il canto del cigno degli Smiths compie 35 anni

Strangeways

“Strangeways, Here We Come” trasmette un senso di affascinante incompletezza: è come smontare un qualche oggetto e dai suoi pezzi crearne uno nuovo, del tutto diverso. È come l’ultima puntata di una serie televisiva, che ti fa chiedere sempre se ci sarà una prossima stagione o se sia davvero la fine di tutto. E il dubbio rimane, anche a più di trent’anni di distanza.

“Discipline”: quando il re cremisi si riprese la sua corte e passò dalla storia alla leggenda

Discipline

Con “Discipline”, tutto il prog e l’art-rock fino allora esistito trova nuovi pascoli dove scorrazzare e, da quel momento, avremo sviluppi inattesi, come il math-rock e il post-rock che, senza questo disco, sarebbero stati tutt’altra cosa.

La bellezza incompresa di “Celebrity Skin”: come le Hole plasmarono il classico power pop

Celebrity Skin Hole

“Celebrity Skin” è un concentrato di drammi e luccicori; incubi e nubi. Un manuale sulla fama, sulla morte e sul mistero: dodici tracce dal rock ammaliante e diretto; dodici episodi che sfidano lo star system hollywoodiano e le sue avidità.

“Bone Machine”, il capolavoro dark di Tom Waits

Bone Machine Tom Waits

In “Bone Machine” c’era un’aria da disastro imminente, da fine di tutte le cose, e il grugnito della voce di Tom Waits evocava gli spiriti dei vecchi bluesmen per far loro suonare le trombe del giudizio universale.

“Come Clean” dei Puddle Of Mudd: quante speranze infrante

come clean puddle of mudd

Con i Puddle Of Mudd speravamo di aver trovato una nuova band che potesse rilanciare un nuovo genere negli anni d’oro del Nu Metal. E invece…

I just wanted to be one of the Strokes: “Is This It” era la salvezza del rock?

Is This It Strokes

Gli Strokes avevano l’arroganza, lo stile e le migliori canzoni del 2001: niente che non avessimo già ascoltato un milione di volte, ma “Is This It” pulsava di una vitalità che ridava al rock il suo destino di musica giovane e ribelle.

“Ten” dei Pearl Jam: i ragazzi di Seattle alla conquista del mondo

Ragazzi come loro, in ogni angolo del pianeta, ascoltano le storie raccontate in “Ten” e automaticamente si immedesimano, lasciandosi andare a una spontanea empatia

In ogni beat di “Dummy”, la lotta dei Portishead contro forze schiaccianti

Con “Dummy” il trip-hop conquistò le classifiche. Il genere e “Dummy” in particolare, avrebbe quindi invaso anche gli aperitivi, le lounge fighette e le corsie dei supermercati. Come poi una musica così oscura come quella dei Portishead abbia potuto associarsi a momenti di edonismo, resta un mistero che non vale la pena approfondire