Impatto Sonoro
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Back In Time

La prova del nove, “The Destruction Of The Small Ideas” dei 65daysofstatic

The Destruction Of The Small Ideas

La formula efficace doveva al post-rock un’energia esasperante e il breakbeat, che sembrava essere l’antitesi del sentimento generale del genere, risplendeva cangiante nella musica stratificata dei 65daysofstatic.

Trent’anni fa, “Wish”: l’album che tracciò la linea di confine tra il passato e il futuro dei The Cure

Wish Cure

“Wish” resta un disco lirico, poetico e toccante, che rivela prepotentemente la maturità dei componenti della band britannica. Un disco in cui, insieme ad atmosfere malinconiche, compare anche quello che può essere definito un inno alla vita ed alla gioia di vivere, all’esserci sempre e comunque

“Slanted And Enchanted” dei Pavement compie 30 anni: storie di ordinaria quotidianità

Slanted Enchanted

Quello che sembrava il passatempo di un gruppo di ex studenti annoiati, finì col diventare il poster alle pareti nei garages del rock indipendente.

“Music Has The Right To Children” dei Boards Of Canada, musica per i nostri ricordi sbiaditi

Music Has The Right To Children

La manipolazione dei suoni, la loro degradazione, rende il lavoro finale quasi uno specchio dei nostri destini, quelli umani effimeri e fugaci, volatili e disgregantesi. C’è dell’amore per ciò che è svanito e scompare, ma d’altronde questa è la vita, un continuo nascere, crescere e morire.

L’alba di una nuova carriera: “McCartney”

McCartney

Nella sconfinata produzione musicale che sarà poi quella di Paul McCartney, dalla musica colta al pop rock, questo episodio, pur non potendo definirsi il migliore, rimane un ascolto unico, sorprendente e immancabile.

“The Rolling Stones”, l’origine del mito

Rolling Stones mito

Nella mezz’oretta abbondante in cui il vinile gira sul piatto, i Rolling Stones hanno il potere di fondere due generi, il blues e il rock, creandone uno nuovo. Il prodotto finale è innovativo, futurista, corre veloce avanti nel tempo, non rappresenta per nulla un paradosso il fatto che parliamo di tutte (o quasi) cover.

“Woowee Zowee”, i Pavement erano l’emblema della libertà

Woowee Zoowee

I Pavement ci hanno abituato al fatto che la libertà creativa e la trasversalità degli approcci di arrangiamento portano sempre ad un risultato egregio e ad una schiettezza melodica di tutto rispetto.

35 anni fa, “Electric” dei Cult: quando l’hard-rock tornò alle radici e incontrò la New Age

Electric The Cult

“Electric” è il mondo nuovo dell’hard-rock, ricollocato nella sua epoca, in pieno spiritualismo New Age. Un sound e una musica che vengono periodicamente riconfermati e ricalati nell’attualità da grandi dischi come questo. E 35 anni dopo, ci ritroviamo a celebrare l’hard-rock “New Age” dei Cult, non quello coevo ma piacione degli Europe. Qualcosa vorrà dire.

“The White Birch”, perdersi nel vuoto con i Codeine

White Birch Codeine

Certo, la poetica della rassegnazione è in sé contraddittoria: in fondo i Codeine hanno rappresentato uno dei capitoli più intensi (ancorché breve e oscuro) della storia del rock, il che vuol dire che ad un certo punto la forza di alzare la testa l’hanno trovata. Ma non è detto che la trovi anche l’ascoltatore, dato che “The White Birch” lascia vuoti ed esausti.

“Go”, il magico esordio solista di Jónsi

Go Jonsi

Jónsi, è un genio della musica moderna e ha contribuito a regalarci, con i Sigur Rós, veri e propri capolavori emotivi, e “Go” è assolutamente un disco che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta nella vita.

L’Europa, come dovrebbe essere: “Trans-Europe Express” dei Kraftwerk

Trans Europe Express

“Trans-Europe Express” dei Kraftwerk è il più importante album di una delle più importanti band di tutti i tempi.

“Life After Death”, la vita dopo la morte di Notorious B.I.G.

Life After Death Notorious Big

L’essenza più calzante di Notorious B.I.G. va ancora oggi ricercata in quel ragazzo profondamente innamorato della musica e dei propri rap. Un ragazzo che, dopotutto, fu capace di costruirsi una vita dopo la morte ben prima della sua effettiva scomparsa.

“Far Beyond Driven”, ovvero di quando i Pantera erano il mio pane quotidiano

Far Beyond Driven Pantera

Riascoltare un album come questo, e realizzare quanto abbia segnato la nostra crescita, è sempre un’esperienza rincuorante.

“Surfer Rosa”: nessuno, davvero nessuno, suonava come i Pixies

Surfer Rosa Pixies

Quando era leggero, non era mai superficiale, quando era pesante, non era mai ossessivo: l’art-rock di “Surfer Rosa” era un faro acceso sul confine fra gli anni Ottanta e il decennio successivo

Ascolti gli Hella e poi muori: i vent’anni di “Hold Your Horse Is”

Hella Horse

Una collisione spontanea di stili e tecniche distinti, una miscela mistificante di avant-noise, speed metal, jazz fusion e trauma da Nintendo. Tenere botta ad un album del genere ti rende una persona migliore.

“The Idiot”, rinascita e salvezza di Iggy Pop, nel “quarto disco berlinese di Bowie”

The Idiot Iggy Pop

Poco importa se stiamo celebrando il primo disco solista di Iggy Pop, o il pezzo mancante del periodo berlinese di David Bowie. Senz’altro, sono vere tutte e due le cose. Con questo disco, i due artisti hanno fissato un caposaldo dell’art-rock, dando a Iggy un successo che non aveva mai conosciuto con gli Stooges

“Black Celebration”: i Depeche Mode diventano adulti

Black Celebration Depeche Mode

Nel viaggio introspettivo autoimposto, i singoli componenti di una band travolta dal precedente successo commerciale si ritrovano soli: “Black Celebration” è solitudine. Una solitudine che viene metabolizzata e ricacciata fuori sotto forma prima di tutto musicale.

Il vuoto del mondo che si affaccia al nuovo millennio: “13” dei Blur

Blur 13

Raccontando dolori e momenti depressivi, “13” riusciva ad incarnare il vuoto generazionale di un mondo alle soglie del nuovo millennio.

Mutismo e schizofrenia: “Half-Mute” dei Tuxedomoon

Half Mute Tuxedomoon

Un’esperienza difficile da raccontare a parole, come quando fai uno di quegli incubi al neon, dove tutto è saturo, inquietantemente ordinato, tu sudi freddo, e lo sai che da qualche parte qualcuno impugna un coltello, ma nei loro volti, mezzo-muti, solo sorrisi.

Non chiamatelo post-rock: “He Has Left Us Alone But…” dei Silver Mt. Zion

He Has Left Us Alone

I Silver Mt. Zion percorrono un sentiero più intimo, meno roboante, e per questo non etichettabile. Non chiamatelo post-rock, ma semplicemente identificazione nell’etica ed estetica del punk-rock.