La band polacca è pronta a tornare in scena dopo più di 10 anni con un nuovo lavoro in studio, in uscita ad aprile su Denovali Records.
È necessario dare ai bluesmen saliti in Michigan e Illinois dal Mississippi, ciò che è dei bluesmen. Una musica, la loro, nata nei campi di schiavitù prima e, dopo la liberazione, sulla strada, con origini che affondano in secolari tradizioni africane. Semmai è questa la musica da cui, eventualmente e se proprio vogliamo essere approssimativi, si potrebbe dire che “nacque tutto”.
Nel 1997 usciva quel sublime guazzabuglio intitolato “Either/Or”; peggiore dal punto di vista delle condizioni psicologiche, in balìa dell’alcool e di una depressione che si faceva ogni giorno più tenebrosa. In termini vagamente romantici: mentre la musica spiccava il volo, la persona cadeva
Un approfondimento sul progetto e sulle opere di OperAI Records, la prima etichetta discografica interamente dedicata all’intelligenza artificiale.
Il disco, una raccolta di fantasie preistoriche ispirata alla library music e allo space pop, esce questo fine settimana su Dischi Bervisti.
Dieci brani dal suono esistenzialista, sostenuto da una strumentazione che oscilla tra gelo digitale e sinfonie basate su campionamenti: il risultato è un disco con uno stato d’animo assolutamente avvolgente.
Una vastità culturale e musicale, che nelle idee e nell’esecuzione dei brani partono da un concetto ancestrale e al contempo eterno: i calcetti che il feto dà nel grembo materno rappresentano l’inizio della vita, un processo di continuazione della specie che si ripete ogni volta in modo rassicurante e sorprendente
Quest’album è un lungo brivido che per quasi 80 minuti ti attanaglia, è un’emozione devastante, annichilente ma perfettamente lucida nella sua forza distruttrice, emotivamente sovraccarico, psicologicamente deviante.
“In The Aeroplane Over The Sea” ha il raro potere di essere un disco sospeso nel tempo.
“100th Window” veste i panni di un algoritmo sonico, una sorta di soundtrack in cerca di epifanie visive. È un album che non teme minimamente lo scorrere delle lancette, non sbiadisce e non perde neanche uno scintillio della sua cupa bellezza. A vent’anni di distanza non possiamo far altro che dichiararci ancora perdutamente sedotti.
Con “Blue Train” John Coltrane si avvia a passare alla storia come uno dei più grandi musicisti di sempre. Un sax, il suo, trasformato in estensione del musicista, dei suoi lati più profondi, che parla all’ascoltatore con un linguaggio intellegibile solo a un livello spirituale, più alto di quello meramente sensoriale.
L’edizione per i 25 anni di “Nimrod” è un piccolo gioiellino da appassionati, soprattutto per i contenuti speciali presenti, eppure manca nel raggiungere quel vibe di nostalgia e revival profondo e viscerale.
Young Signorino è solo l’ultimo dei guilty pleasure che non volete ammettere.
“Nudi+Crudi”, questo il titolo del nuovo lavoro in studio della band casertana, uscirà il prossimo 3 marzo.
Dopo l’ascolto di tutto questo ben di dio, il Dylan del 1996/97 vi entrerà dentro in un modo nuovo, grazie a un prodotto che gli rende giustizia. In un periodo funestato da una malattia cardiaca che quasi ce lo ammazza, il futuro premio Nobel godeva di una ispirazione musicale e poetica all’altezza di quel 1965/66 che poteva bastare da solo per consegnarlo alla leggenda.
È energia pura, endogena, epidermica, che impone l’esplorazione di tutto ciò che abbiamo sotto pelle. Tolto lo strato superficiale, la sostanza di ogni essere umano è di colore rosa
“The Raven” è un disco complesso e poliedrico, come poliedrica è stata la carriera di Lou Reed. Derivativo e personale allo stesso tempo, segna il punto di contatto con Edgar Allan Poe: dissidio lacerante tra il desiderio di sopravvivenza e l’istinto di autodistruzione.
La musica di cui non tutti parlano.
I Pelican rimarranno sempre una band relativa, impenetrabile e occulta, ci mancherebbe altro: il loro ancestrale fascino risiede in queste caratteristiche. Forse, però, con questa ristampa, Trevor Shelley e compagni dimostreranno una maggiore vicinanza, oltre che alla loro città natale, al proprio pubblico.
È il primo estratto dall’album di debutto della band milanese, in uscita il prossimo 3 marzo su Liver Productions.